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Arte povera vs. Sgarbi: una lettera aperta
Politica e opinioni
Exibart pubblica la lettera dell'artista Pier Paolo Calzolari, esponente dell'Arte Povera, al Ministero dei Beni Culturali, in cui si chiedono le dimissioni di Vittorio Sgarbi. L'iniziativa fa seguito alle polemiche dei giorni scorsi tra il sottosegregario ferrarese e Jannis Kounellis...
di redazione
Egregio Signor Ministro,
Anche se il quadro degli avvenimenti di enorme portata che occupano in questi giorni le pagine dei quotidiani italiani ed internazionali è assai funesto, non può tuttavia passare sotto silenzio un grave atto di terrorismo culturale perpetrato ai danni di autorevoli esponenti dell’arte italiana contemporanea, totalmente intollerabile poiché proveniente da un esponente dell’Amministrazione della cosa pubblica che a Lei fa capo.
Mi riferisco al metodo, alla forma e soprattutto al contenuto dell’attacco compiuto dall’on. Vittorio Sgarbi, Sottosegretario ai Beni Culturali, nei confronti dell’artista italiano di chiara fama Jannis Kounellis, dei due maggiori Musei d’arte contemporanea italiani di Prato e di Rivoli, e di un’intera comunità artistica che negli ultimi quarant’anni ha onorato, con opere e mostre di tutto livello, l’immagine dell’arte e del fare italiano in ogni parte del mondo.
A tale proposito si ritiene di allarmante urgenza la necessità di chiarificazione e di presa di posizione dell’attuale Governo in carica per conoscere se esso si ritiene allineato ai contenuti ed alle forme di intimidazione, linciaggio e radicalismo integralista messi in atto, più volte nelle ultime settimane, dal Sottosegretario del Ministero da Lei presieduto.
Ci si interroga su come sia possibile che un Sottosegretario possa esprimersi per un Ministro in carica – egli usa il plurale maiestatis o parla dicendo “se non ci piacerà”, “taglieremo”, “compreremo”, etc. Ci si domanda altresì se il nuovo Governo condivida la strategia e l’intolleranza praticata dall’On. Sottosegretario in questione, promotore ,di fatto, di un clima da gulag nei confronti del libero pensiero e se si rende conto delle conseguenze nazionali ed internazionali che tale comportamento è in grado di produrre. Tali comportamenti, sempre deprecabili, infatti, nel caso in questione creano una vera e profonda frattura (in un momento tanto delicato nel quale necessita unità ed identificazione) con la sincronia del libero evolversi della cultura internazionale ,europea ed italiana.
Il tono arrogante, isterico ed autoritario non è comunque degno di chi ricopre una carica pubblica. Un Ministero di un Governo ha il compito di proteggere, proporre ed esaltare il frutto della migliore intelligenza italiana, anziché spingerla all’opposizione ed alla clandestinità, se non all’espatrio, a memoria di tempi luttuosi non ancora dimenticati.
Dato che l’attacco non ha precedenti in alcun Paese civile e democratico, qualora si sia trattato di un’ingenua estroversione di persona sicuramente non adeguata ed all’altezza della delicata materia, si rende necessaria una chiarificazione resa esplicita dalla persona stessa con delle formali scuse indirizzate a quanti sono stati oggetto dell’aggressione.
Nondimeno, sarebbe auspicabile una dichiarazione di volontà di sostenere, in modo conforme ai compiti delle Istituzioni dello Stato, gli sforzi già solitari compiuti, nell’ambito dell’arte contemporanea, dalla collettività artistica italiana.
Diversamente, in mancanza di espliciti atti pubblici riparatori, se il Governo non ritiene di allinearsi con gli atteggiamenti e metodi del Sottosegretario On. Sgarbi, si richiedono le Sue dimissioni dalla responsabilità delle funzioni attualmente affidategli.
Pier Paolo Calzolari
Per sottoscsrivere la lettera aperta scrivere a: letteraaperta1@hotmail.com;
il sito: http://letteraaperta.interfree.it
[exibart]
bravi finalmente una cosa positiva.
la voce di un intelettuale senza legami con gruppi o associazioni si leva e prende posizione facendo ricordare come in un paese civile la cultura possa essere capace di tutelare la norma istituzionale
Non sono d’accordo con la lettera di Calzolari, ai limiti del patetico.
Fortunatamente Sgarbi ha il coraggio e il buonsenso di “chiamare le cose con il loro nome”, etichettando “l’arte” (e qui servirebbero molte virgolette) di Kounellis per quello che e’.
Sottoscrivo Sgarbi: “l’arte povera” e’ povera in tutti i sensi.
Mio Dio come detesto prendere posizione su qualsiasi cosa riguardi il sofista Sgarbi!!
Un individuo che non stimo e che mi irrita.
Tuttavia la lettera di Calzolari è il paradigma dello stesso isterismo che egli condanna in Sgarbi.
Nel leggere questa sequela di deliri, un misto tra un vespro quaresimale e un corifeo da funerale greco, non ho potuto non cogliere un astio e un’insofferenza che hanno nelle affermazioni di Sgarbi solo un pretesto per attaccarlo su ben altri fronti, che nulla hanno a che fare con il contenuto della disputa.
Anzitutto è davvero nauseante che mi venga proposto di “sottoscrivere” una lettera che non chiarisce affatto il motivo di tanto disappunto.
Se Calzolari avesse evitato e soppresso quella monumentale mole di aggettivi inutili e inopportuni, spiegandoci invece cosa veramente lamenta, avrebbe certamente sottratto noi poveri mortali a un sentimento da bega da cortile.
La lettera di Calzolari è orribile, nauseabonda, isterica e, come dice un nostro caro amico, molto “teresina”.
Calzolari afferma, tra l’altro, che “Un Ministero di un Governo ha il compito di proteggere, proporre ed esaltare il frutto della migliore intelligenza italiana”, immagino si riferisse a se stesso parlando della migliore intelligenza italiana.
Anche se, in questa lettera così ricca di insoddisfazioni personali, dell’intelligenza non si perecepisce nemmeno l’odore.
Parlare di gulag, di terrorismo integralista e di altre disgustose idiozie riguardo l’argomento in parola non fa onore a chi si autocontempla tra le migliori intelligenze italiane.
Vorrei infine consigliare al Sig. Calzolari di epurare la sua magnifica intelligenza da ogni influsso pseudo-politico quando parla di arte.
Altrimenti il risultato sarà quello che vediamo qui sopra.
La lettera di un “teresino” isterico che prende spunto da un argomento nobile, l’Arte, per spurgare un’insofferenza politica che riguarda solo lui, e che a noi non interessa.
Ciao, Biz.
Sgarbi ignora l’arte da Duchamp in poi e vorrebbe le mostre di Annigoni, ma Corà e il Pecci hanno ignorato l’arte per anni creando disinformazione e brutte mostre.
L’arroganza, la violenza, l’insulto, la forza, il potere, il grido, la storia….il pentolame della storia, la catastrofe degli elementi, il terremoto dell’intelligenza, il crollo dei valori, l’impero del male e del sole, il bombardamento delle parole, le stragi dialettiche, la cancrena dell’arte….
IL MULINO BIANCO e la NOTA PASTA
Una volta, non molto tempo fa, l’artista Kounellis aveva deciso di donare una sua installazione per la sezione contemporanea del Museo di Capodimonte a Napoli, ma alle sue orecchie giunsero commenti cum veneno e a ruota libera da parte della Gran Rana dalla bocca larga circa l’arte povera, concettuale, insomma circa l’expression non figurativa e soprattutto circa l’opera del Kounellis. Il Divinus s’era adombrato e, offesissimo, aveva ritirato la sua opera.
La Rana giubilante e sempre più sfrenatamente loquace aveva fatto capire del suo che non era cosa grave o brutta, quanto invece sono la direzione et il programma del museo Pecci di Prato, definito in barba ad ogni politesse (ma ogni tanto al diavolo anche quella!)«una discarica dell’arte», che offre soltanto «arte contemporanea escrementizia».
Le grand Capitain Mange-treins allora ha mosso una schiera d’artisti a difender la Libertè d’azione artistica, che per molti traducesi in liberalismo artavanguardico, più vicino al berlusconi di quanto non lo sia la Rana chiacchierona.
Però però com’è andata non loso, ma pare che fu invocato l’aiuto di un sarto stilista il quale con ago dorato e fatato cucì con punti speciali e filo resistente le fauci ormai sganasciate della Rana chiomata, ornandole di ricami pacati. E venne una Principessa che baciò quella bocca e trasformò lo Sgarbio in una persona (almeno spero).
Per il signor Severo:
Calzolari, che è artista, vede, ma scrive, distogliendo il pubblico dal fatto che lo Sgarbi non ha bisogno di esser fatto cadere da chicchessia, per il semplice fatto che sul contemporaneo cade da solo, anzi spesse volte s’inciampa pure sul precontemporaneo:
una volta, il salottiero, dovendo, per incantar dame contemporanee et al contempo infastidir i loro ospiti consorti, decantò l’impareggiabile periodo cubista morlottiano a discapito della sua prodution d’arcangeliana etichetta naturalistico lombarda e nel farlo,, allampanatamente e impetuosamente brandendo i suoi piedi brillantemente calzati, s’impigliò in un tappeto, franando disteso e accompagnando nella sua nuotata sul pavimento un tavolino preziosissimo e suppelletili annesse altrettanto rare, che andarono a frantumarsi anche sulla sua chioma lucente. Da lì in poi la serata proseguì, ad incrinarla (anzi a renderla piacevolissima)solamente una presenza muta e solinga che, nell’ombra, si profondeva in sorrisini stentati di circostanza, senza profferir verbo.
Io dico solamente che ad una Rassegna Nazionale di Pittura “Premio Castello di Spezzano”, Castello di Spezzano – Fiorano Modenese, 25 giugno / 16 agosto 2000, alla quale ho partecipato con le mie opere, il giorno della premiazione tutti si era in attesa del presidente Vittorio Sgarbi, non è venuto alla premiazione.
La lettera dell’artista Calzolari – e ,invero, i commenti ad essa riferiti – è scritta in un pessimo italiano. Anche le argomentazioni sembrano appoggiate l’una all’altra come un gruppo di solidali, briachi, in una qualunque sera. Essendo in Italia, parrebbe opera di qualche politico dei più còlti, o di qualche docente universitario.
Eppure, eppure ……
Al di là dei personali livòri e dei malmostosi umori che allietano l’animo e le animosità degli addetti ai lavori del sistema arte, è pur vero che il sottosegretario (ma ministro di Dio, in pectore)ha tranciato tutto il non-figurativo, tutto un modo dell’arte.
Ha dichiarato intenti programmatici, ha inviato messaggi unilaterali “questa è cacca, questo è divino: lo dico io”.
La consuetudine allo sbraito, così tipica del personaggio televisivo e dell’eccelso critico dell’arte in videocassetta che ha idee chiare sulla letteratura antica, moderna e contemporanea, sull’arte visiva dagli asssiri alle avanguardie, può forse far passare inosservato il ‘nuovo’ ruolo che tale soggetto riveste.
Io credo che la protesta, stilisticamente e concettualmente ‘povera’, abbia soprattutto un valore civile. Non credo che il lavoro di Calzolari sia unicamente inscrivibile nella cornice dell’Arte povera, e non mi risulta che Sgarbi abbia riservato qualche strale particolare all’artista. Ne desumo che, come il sottoscritto, sia rimasto colpito dallo stesso tipo di sconcerto che può aver assalito qualcuno ascoltando le ‘esternazioni’ del Presidente del consiglio a proprosito dell’Islam o nell’apprendere in contenuto di alcune leggi che vengono approvate dal nostro parlamento.
Lo spavento ed il terrore assai spesso muovono all’attacco, o alla fuga, che ne è assalito.
Un saluto a tutti
pander
Caro Odisseo concordo con la tua lettera, anch’io colpito dallo stile piatto e insolito del Calzolari(solitamente buona penna e particolarmente stimato qui in francia)
Desumo che la scelta “stilistica” sia dovuta
alla volontà di evitare ogni “colore” artistico
lo preferisco,francamente,nella scrittura in libertà.
Detto cio’rimane il valore civile e l’allarme
riguardante l’inaudito degrado istituzionale
Io da mia parte presiedo una attività ufficiale qui in Francia e devo testimoniare
l’ disagio provato nel tentativo di giustificare ai vari esponenti della “cultura”
parigina le parole dello sgarbi da un lato e lo stato di isolamento del nostro calzolari in questa sua lettera che in Francia è stata letta come leggittima protesta di un intellettuale rivolta ad una inconcepibile e gravissima(vista da qui) esternazione da parte di una propagine governativa.
Sottolineo anche che molti personaggi
appartenenti al Ministero della cultura francese si sono trovati impossibimitati alla sottoscrizione visto che la letteraaperta richiede le dimissioni di un vicesegretario di un governo estero. ma l’effetto!!!!!!!!!
INDICIBILE
il gentile Dott. Disagio sembra essere persona davvero molto interessata e addentro ai fatti in questione. Le cose son due, visto che – come me – non si firma col suo nome relale: o è lo stesso Calzolari (o persona a lui vicinissima) o la letteraperta ha avuto, oltralpe, una eco dieci volte più forte che da noi…
-Bhe, caro Disagio, almeno questo sito si è esposto. Perché non convince il Calzolari ad intervenire direttamente in questo nostro interessante dibattito?
Incollo l’articolo uscito su Espresso On Line sulla questione.
POLEMICHE / NASCE UN FRONTE ANTI-SGARBI
Escrementizio sarà lei
Il sottosegretario offende. Kounellis ritira un’opera. E scoppia una rivolta. Con firme, appelli…
di Alessandra Mammì
Vittorio Sgarbi guarda solo le figure e non ama l’arte contemporanea. Il suo faro è la vera pittura. I suoi maestri Annigoni, Guccione e Ferroni. Fin qui, questione di gusti. Ma Sgarbi non si ferma qui e nelle vesti di sottosegretario fa partire una crociata contro «l’arte contemporanea escrementizia» figlia della “Merda d’artista” di Manzoni e dell'”Orinatoio” di Duchamp. Primo obiettivo: il Museo di Prato, reo di aver promosso una mostra di Jannis Kounellis, vero leader della ricerca italiana. Non un museo, ma «una discarica, un’infermeria, un cesso nella grande casa dell’arte», secondo Sgarbi. Mentre il suo direttore Bruno Corà «è un gestore di bagni pubblici»…
Corà, che di natura è uomo pacato, più che offeso sembra stupito: «Non so perché ce l’abbia tanto con il mio museo. In sei anni che lo dirigo, qui Sgarbi non è mai venuto. Si vede, è disinformato: non ho mai avuto la fortuna di esporre opere così importanti come quelle di Manzoni e Duchamp». Kounellis invece è meno pacato. Forte del suo ruolo (è uno degli artisti più importanti del mondo), dotato di un profondo senso etico che lo ha portato spesso a battagliare per la libertà di pensiero, si è profondamente indignato. Presa carta e penna ha subito ritirato la donazione di una sua opera (valutata intorno al miliardo) al museo statale di Capodimonte di Napoli: «Non è cosa irrilevante che un uomo che oggi rappresenta il governo faccia dichiarazioni di disprezzo in quella maniera, assumendosi la responsabilità di dividere fra “arte buona e arte cattiva” e scavalcando la libera volontà critica di chi organizza una mostra».
Nonostante l’appello del sovrintendente Nicola Spinosa che, per farlo desistere, scrive una lettera al “Corriere del Mezzogiorno” chiamandolo “caro Gianni” e ricordandogli tempi eroici, Kounellis non si smuove e aggiunge: «Almeno i vecchi democristiani non si interessavano a noi e a lungo andare è risultato un bene». Neanche Sgarbi torna indietro: «Kounellis è un artista superato», ribatte, «quindi non necessario. Se sentiremo il bisogno di una sua opera la compreremo». Noblesse oblige. Ma intanto il mondo dell’arte comincia a preoccuparsi. Da Napoli Mimmo Paladino si dichiara «stufo di questi blitz neofuturisti. Ci vuole un documento comune, firmato da uomini di cultura perché Sgarbi sta prevaricando ogni cosa: che fine hanno fatto le procedure? Dove sono i comitati scientifici? È mai possibile che un rappresentante del governo si permetta di offendere artisti e intimidire direttori di musei?». E mentre Paladino con intellettuali napoletani si sta organizzando, da Bologna il sanguigno Pier Paolo Calzolari, anche lui tra i più rispettati artisti europei, scrive una lettera aperta al ministro Urbani chiedendo senza mezzi termini le dimissioni del sottosegretario onorevole Sgarbi «per il tono arrogante, isterico, autoritario non degno di chi ricopre cariche pubbliche; per il pluralia maiestatis con cui dice “taglieremo o compreremo”; per le forme di linciaggio e intolleranza con cui si esprime». E per allargare il fronte Calzolari ha messo il tutto sul web (http://letteraaperta.interfree.it/), in tre lingue e ha aperto sottoscrizioni internazionali.
Ha ragione Kafiero e potrebbe anche intervenire Sgarbi, perché no? Ho visto che sul suo sito c’è un link ad Exibart(http://www.sgarbi.org/appuntamenti/index3.htm).
Non mi sento di sostenere né l’uno, né l’altro, perchè vorrei capire meglio la questione.
Giustamente nell’home page dove l’artista Calzolari presenta la sua lettera e chiede adesione è riportato anche un articolo della Nazione, dove si può leggere la narrazione dei fatti dalla parte del sottosegretario Sgarbi.
E’ vero che molti musei dedicati al contemporaneo tacciono figure che meritano tanto quanto quelle presenti un loro posto e mi piacerebbe sapere se fosse successo il contrario quali reazioni avessero avuto coloro che ora insorgono. E’ altrettanto vero che chi ricopre una carica pubblica non dovrebbe tenere un atteggiamento che si avvicina troppo alla mansione del critico ( e in questo caso fortemente connotato e quasi caratteriale) e comportarsi alla stessa stregua di chi rifiuta o omette tutto un altro modo di intendere l’arte.
gentile redazione sarebbe ancor piu’gentile mettere in evidenza la mia risposta a BLIZ nei commenti o è troppo ardita ??????
beh, non siete contenti? finalmente un po’ di lotta, una avvincente disputa sull’arte! cazzo, era ora! ma insomma, non è forse magnifico? uno che dice che una certa cosa è una merda, l’altro che la difende e grida al sacrilegio, botta e risposta, stupendo, è meraviglioso. che schifezza sarebbe se ognuno andasse avanti senza problemi, senza imprevisti. senza scossoni… giusto o sbagliato, educato o maleducato che sia, se uno mi fa trapetta accetto la sfida, e che cavolo, mica vado a piagnucolare in giro per il mondo chiedendo che il problema venga rimosso. ben venga la merda e la contromerda, viva la sfida! viva le torte in faccia! non è mica il paradadiso questo, dove la sporcizia e il disordine sono intollerabili. siamo sulla terra, e la terra è fangosa, e allora giochiamo! sappiamo ridere ogni tanto o non più? vi ricordate a scuola le battute dei più audaci nei momenti più seri? siamo meno che bambini? viva napoli, abbasso napoli, viva la merda, abbasso la merda!