Sembra la trama d’un racconto esotico. Una storia di botole segrete, prìncipi iraniani, facoltose vedove innamorate dell’arte. E invece non è un romanzo, né la sceneggiatura per un telefilm. E’ quello che è successo nell’arco di quasi quattro decadi, dal 1968 ad oggi: due anni fa la notizia e la scoperta del fatto, e in questi giorni si ricomincia a parlarne, alla luce di nuovi, risolutivi passaggi. Tra Londra e Teheran si svolge la vicenda; al centro un’opera d’arte “emersa” dal sottosuolo, di cui si erano perdute le tracce.
L’artista è Francis Bacon e l’opera un meraviglioso trittico, fino a due anni fa ritenuto disperso. Two Figures Lying on a Bed with Attendants è un lavoro incisivo di grande forza. Tre pannelli dedicati alla nudità, alla paura, alla miseria e alla potenza dei corpi. L’ossessione dello sguardo, la costrizione e l’abbandono, la perversione della messa a nudo immediata. Come nel migliore Bacon.
I quadri sono del 1969. E per un quarto di secolo hanno giaciuto tra le pareti umide dei sotterranei del Museo d’Arte Contemporanea di Teheran.
Curioso a volerci pensare. Queste immagini “presentano” – nel senso che ne lasciano venire la presenza – due corpi gemelli addormentati, nudi. E che nel sonno perciò non vedono. Visti mentre non possono vedere. Esposti allo sguardo, al controllo di una strana sorveglianza, marcati stretti da occhi vigili: custoditi, vegliati. Dormienti eppure quasi consapevoli, coperti solo da una pelle che, in quanto nuda, “sa” già d’esser vista. Ambigua corrispondenza: il tema è tutto lì, e per incantesimo, sfortuna o paradosso, queste tele sono state sottratte agli occhi del pubblico.
Ma veniamo ai fatti. Subito dopo la sua realizzazione, il trittico viene venduto dalla Galleria Marlbrough di New York, che dal ‘58 curava il lavoro di Bacon in America. Fu molto probabilmente il mercante Tony Shafrazi ad acquistare il dipinto per conto dello Shah Reza Pahlavi. Da allora se ne perse ogni notizia. Nel ‘77 la vedova dello Shah, Farah Pahlavi, grazie all’immenso patrimonio ereditato dal marito, inaugura il museo d’Arte Contemporanea di Teheran, ove confluisce la preziosa collezione posseduta dalla famiglia reale. Picasso, de Kooning, Warhol, Dalì, Monet, altri due Bacon: questi solo alcuni dei nomi di proprietà del museo. Nel ‘79, dopo la rivoluzione, il regime crolla e i fondamentalisti prendono il potere. La censura non risparmia le opere d’arte. Una dozzina di quadri finiscono nei magazzini: assolutamente vietato mostrarli. Osceni. Tra questi il trittico di Bacon, carnale e peccaminoso, quasi sinistro.
E arriviamo a due anni fa, quando Stephen Deucher, direttore della Tate Britain, si reca a Teheran per una visita ufficiale al museo. E’ in quest’occasione che il direttore del museo iraniano decide di accompagnare l’ospite inglese nei sotterranei per mostrargli qualcosa di prezioso, e di proibito…
La sorte del dipinto certo resta ambigua… Tornerà a marcire nei sotterranei dopo l’appuntamento londinese? Non è da escludere che l’Inghilterra avvierà trattative per l’acquisto. Certo, un grande potere possiede questo quadro. Di muovere denaro ed interessi, di generare paura e seduzione, di vincere il tempo e la censura. Resistendo alla cancellazione dello sguardo. Che ora è finalmente ritrovato.
helga marsala
[exibart]
A Palazzo Citterio di Milano, sede della Grande Brera, la mostra di Mario Ceroli: un punto di partenza per una…
Ieri, oggi, domani, eccetera. L'opera di Jonathan Monk allo scoccare della mezzanotte ci ha calati in una dimensione in cui…
All’Acquario Civico di Milano fino al 19 gennaio sono esposte foto inedite di Gianni Berengo Gardin e quelle di Filippo…
Non necessariamente i film migliori usciti quest'anno, ma senz'altro titoli che hanno dato da parlare. O che avrebbero dovuto far…
La Chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato di Napoli si illumina con l’installazione immersiva di Franz Cerami: arte,…
Al complesso dell’Alhambra di Granada, in Spagna, un dialogo tra le opere di Pablo Picasso e Jeff Koons, per riflettere…