La meraviglia della complessità

di - 5 Giugno 2014
La partenza di “Monditalia” con Lampedusa non come “sala d’attesa permanente”, ma come laboratorio sociale d’identità, già la dice lunga sulla visione di Rem Koolhaas e di un’architettura che cerca le relazioni con un Paese di fondamentale importanza, l’Italia, che oggi più che mai sembra in grado di coniugare l’altissima cultura con la bassissima politica. Venezia solo ieri è stato il teatro evidente, e vivente, dell’ultimo episodio delle “Mani sulla città” da parte del potere, ma la politica nella mostra di Koolhaas all’Arsenale non è così evidente, anzi. Piuttosto serpeggia tra ogni opera, in ogni ambiente, come il sottofondo primario che ha generato, e continua a generare, le fondamenta della penisola.
L’attraversamento dell’Arsenale é un paesaggio di video, gonfiabili, pareti mobili, performance, tendaggi che ricoprono e rivestono in senso metaforico isole come Capri, La Maddalena o luoghi come Gioia Tauro, Tortona, metropoli come Roma, Torino, Milano, ognuna di esse incarnante una “monditalietà” decisamente critica, dove Koolhaas si rivela pienamente per quel che è: un osservatore speciale e sociale, attento nello studio dei fenomeni riguardanti la società postindustriale.
Poi sorge una domanda: cosa significa davvero la parola Italia nell’immaginario comune? E come ce la fa apparire l’archistar?
Verrebbe spontaneo paragonarlo al Palazzo Enciclopedico di Gioni, ma paradossalmente qui – dove in teoria l’architettura dovrebbe prevedere una costruzione più statica della scena – si è travolti dalle sollecitazioni.

Dall’arte e dal jazz, dall’hip hop e dalle voci bianche, da frame di film italiani di ogni tempo e di ogni serie distillati per paesaggio: Il Cristo proibito, Non si sevizia così un paperino, Nostalghia, Io ballo da sola. E poi Riso Amaro, Mimí metallurgico ferito nell’onore, Le vacanze intelligenti, Profondo rosso, dove insieme a Torino c’è anche Hopper, l’idea dell’immigrato degli anni ’60 e ’70 che ha scavato nel nostro immaginario e forse anche la cronaca nera, che negli anni ha dato al Belpaese sangue e assassini seriali.
Certo, i lungometraggi sono messi per sottolineare una serie di identità, ma l’atmosfera permette davvero, come nel migliore dei mondi possibili, una sorta di dialogo continuo tra le arti. Anche perché infondo questa penisola è un coacervo di sperimentazioni, aggregazioni, occupazioni che convivono felicemente, e paradossalmente, con gli edifici progettati per i funzionari di questure e polizia piuttosto che con “esiliati” di malavita, per esempio.

“Monditalia” è un linguaggio ibrido dove esiste il Gruppo 9999 che nel 1969 crea a Firenze la discoteca Space Electric come l’arena delle più creative sperimentazioni di musica, teatro e architettura, dove ci sono i Superstudio e tanta danza. “Per lavorare sulla relazione tra di voi”, come nella sala prove che vi attende a metà del percorso, dove troverete un istruttore attento al dialogo tra il corpo, musica e allievi. Tutto insieme. Olisticamente, in una grande pangea dove, seppure con le dovute differenze, gli elementi si uniscono alla ricerca dello spettro dell’identità. L’identità di un’Italia che si è fatta mondo senza che forse se ne siano accorti i suoi stessi abitanti.
Dove convivono l’estate di Milano Marittima e il miracolo industriale –  per certi versi mai pienamente decollato –  ed i suoi abbandoni, con i fantasmi di un sogno. È un’Italia che ricorda i racconti del week end postmoderno tondelliano. A volte Las Vegas, a volte Fiorenzuola, paese dove una comunità asiatica appare e scompare, invadendo la piazza altrimenti disertata durante la festa Vaisakhi, raccontata da Matilde Cassani. Non più solo panorama agricolo e pagano, ma politeista e multiculturale. Con tutte le difficoltà del caso. Non più il neorealismo ma la professionalità della scena, della musica, dello spettacolo.

A qualcuno piacerebbe di nuovo dire “Petrolio d’Italia” da rivalutare, e invece Koolhaas intelligentemente in questa sede riesce a dribblare anche un pietoso racconto sullo stato dei Beni Culturali e annessi e connessi: uno scivolone che, quando si parla di Italia in questi termini, sarebbe potuto essere forse anche lecito. C’è invece l’ombra di Pasolini, uno dei più maltrattati intellettuali di tutti i tempi, da tempo in attesa di una santificazione che forse non arriverà a breve negli “esercizi” per il Vangelo Secondo Matteo, nei canti per la Crocifissione e nelle pose per le Pietà. E c’è un secolo breve indagato senza nostalgia ma con l’appeal della conoscenza, e anche della poetica.
Resterete delusi se da queste parti cercherete l’architettura del progetto, i monumenti o le depressioni della disciplina, ma questo – dal momento della nomina di Koolhaas – già era evidente. Oggi l’Italia-mondo ci restituisce in pieno il suo spirito: una sterminata provincia, con l’attitude di un’immensa Babele, dove la creatività non si è fermata, nonostante tutto. E dove il futuro (che qui non si racconta) è già cominciato.

Articoli recenti

  • Arte contemporanea

A Reggio Emilia il flusso continuo di parole su schermo: è il nuovo progetto di Francesco Jodice

Mi hanno rubato l'automobile, modestamente è il nuovo progetto dell’artista napoletano visibile sulle vetrine di Neutro che mette insieme un…

28 Luglio 2024 15:00
  • Mercato

Maradona: all’asta la maglia della semifinale dei mondiali 1986

Prosegue la corsa dei cimeli sportivi all’incanto. Da Sotheby’s, la maglia indossata a Città del Messico da Diego Armando Maradona…

28 Luglio 2024 10:57
  • Beni culturali

La Via Appia diventa Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco: è il 60mo sito in Italia

La Via Appia, regina Viarum, uno dei monumenti più durevoli della civiltà romana, è stata inscritta nella Lista del Patrimonio…

28 Luglio 2024 10:30
  • Arte contemporanea

Roma attraverso Expodemic Festival: tra Villa Borghese e via del Corso

In occasione della seconda edizione di Expodemic, il Festival diffuso delle Accademie e degli Istituti di Cultura stranieri a Roma,…

28 Luglio 2024 10:15
  • Opening

herman de vries: è suo il secondo appuntamento di Dep Art Out a Ceglie Messapica

Appuntamento questa sera, 28 luglio, con “be here now”, l’esposizione dei tre lavori inediti che l’artista olandese herman de vries…

28 Luglio 2024 0:02
  • Mostre

The Morbid Palace: una collettiva riporta in vita una ex chiesa abbandonata nel cuore di Genova

La galleria Pinksummer porta l’arte fuori dalle sue mura espositive per fondersi con la città presentando una collettiva estiva dal…

27 Luglio 2024 17:01