Qual è l’importanza degli Istituti Italiani di Cultura nel mondo?

di - 15 Novembre 2023

Gli IIC – Istituti Italiani di Cultura all’estero rappresentano un importante riferimento in tutto il mondo per promuovere e diffondere la cultura e la storia italiana, le molte e diverse componenti dalla complessa identità culturale del Bel Paese: dalle recenti tendenze artistiche all’antichità classica, dal Rinascimento all’Arte povera. Gli Istituto sono organi periferici del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale – MAECI, una rete per assicurare una proiezione internazionale ai giovani talenti artistici, sostenendo tutta l’economia della cultura e, di riflesso, il Paese intero. Per approfondire l’argomento, anche all’insegna delle nuove progettualità in campo, abbiamo intervistato il Direttore Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale MAECI, Alessandro De Pedys.

Ministro Plenipotenziario Alessandro De Pedys, Direttore Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale

Quanto deve l’immagine internazionale dell’Italia alla cultura?

«“L’Italia non è una grande potenza militare; l’Italia non è una delle più grandi potenze nel mondo; certamente, però, l’Italia è una grande potenza culturale, forse la più grande potenza culturale nel mondo, e ne siamo fieri”. Voglio rispondervi con queste parole, pronunciate non da me, ma dal Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani in occasione degli Stati Generali della Diplomazia Culturale a Firenze.

È un assunto chiave, da cui discende un concetto importantissimo: la cultura è uno strumento di politica estera da mettere al servizio dell’interesse nazionale per proiettare nel mondo la nostra immagine e rafforzare la nostra capacità di influenza.

Senza la cultura, senza l’arte e il cinema, la musica e il teatro, la letteratura, l’Italia non è l’Italia. La cultura è la nostra forza, è ciò che ci rende unici al mondo!

È la cultura che ci permette di essere amati e ammirati ovunque andiamo, ed è grazie al nostro patrimonio, alle nostre tradizioni e alla nostra storia che milioni di persone guardano all’Italia come un luogo da scoprire, un territorio dove vivere e studiare».

Quali sono i numeri degli Istituti Italiani di Cultura?

«Gli Istituti Italiani di Cultura sono la punta di diamante della nostra diplomazia culturale. Abbiamo 86 sedi diffuse nei cinque continenti, nelle città più importanti del mondo. Alla promozione culturale lavorano quasi 200 funzionari di ruolo, che nel 2022 hanno contribuito a realizzare oltre 9.000 iniziative all’estero dedicate alla cultura italiana».

Courtesy Istituto Italiano di Cultura di Praga. Ph. J. Hrab

Come si è evoluta nel tempo la loro missione?

«La nostra rete culturale è tra le più antiche di tutte: il primo Istituto Italiano di Cultura, a Praga, è stato fondato nel 1922. L’anno scorso abbiamo marcato il primo secolo di diplomazia culturale italiana, festeggiando i 100 anni di attività con un ricco programma di iniziative culturali di grande impatto, tra cui un concerto del Teatro San Carlo di Napoli e una mostra dedicata alla tradizione del presepe napoletano.

Dal 1922 a oggi, è cambiato quasi tutto: se l’obiettivo iniziale era la formazione degli italiani emigrati all’estero, ora la missione si è evoluta per rispondere all’aumentata complessità di un contesto internazionale globalizzato, che pone nuove sfide e priorità.

Gli IIC sono oggi una vera vetrina per l’Italia, punto di incontro e dialogo per intellettuali, artisti, partner culturali e per tutti coloro che vogliano instaurare un rapporto con il nostro Paese. Al loro interno si svolgono le più varie attività culturali: rassegne cinematografiche, mostre, concerti, corsi di lingua, teatro, danza e molto altro ancora. Sono attività che si svolgono in collaborazione con i principali operatori locali, anche al di fuori delle nostre Sedi. Ma il nostro impegno è chiaro: continueremo ad espandere la rete e le attività, per diventare sempre più presenti, incisivi e riconosciuti in tutto il mondo».

Quali sono state le ultime aperture e ne sono previste di nuove?

«La forza della nostra diplomazia culturale sta nella sua capillarità. Per questo nel 2022 abbiamo aperto i nuovi istituti a Miami e Almaty, città strategiche e orientate al futuro, luoghi dove la domanda di Italia è sempre più forte. Ma non vogliamo fermarci qui: stiamo ora ragionando su nuove aperture. Molto dipenderà dalle risorse. Le nuove aperture sono un investimento per il Paese, che finalmente riconosce nella diplomazia culturale uno strumento fondamentale di politica estera, capace di generare un ritorno importante, anche sotto l’aspetto economico».

Courtesy Istituto Italiano di Cultura di Praga. Ph. J. Hrab

Come è cambiato il pubblico di riferimento dei nostri istituti di cultura?

«Oggi le attività della rete non sono più limitate alla sola comunità di italiani all’estero, ma mirano soprattutto a intercettare il pubblico locale, presentando le bellezze della nostra cultura, della nostra storia e dei nostri territori. È con gli stranieri, evidentemente, che dobbiamo promuovere la nostra cultura.

Vogliamo raccontare al pubblico internazionale un’Italia moderna e innovativa, attraverso una narrazione che la dipinga per quello che è: un Paese con una grande storia, ma anche centro propulsore di innovazione e creatività, in prima linea su tutti i fronti artistici contemporanei».

Qual è il programma di iniziative e manifestazioni culturali che saranno organizzate nel 2024 per tutta la rete degli Istituti Italiani di Cultura all’estero?

«Gli Istituti costruiscono in autonomia la programmazione culturale, supportati da obiettivi strategici e grandi progetti emanati dal centro. Qualche esempio di progetti su cui stiamo lavorando: una grande mostra immersiva sui mosaici più belli d’Italia, una collaborazione con il MiC per portare negli Istituti i tesori dei depositi museali italiani, una mostra monografica su Letizia Battaglia e un tour mondiale delle microdanze di ATER Balletto. Il 2024 sarà un anno estremamente ricco per la nostra rete, che potrà esprimere al meglio tutte le infinite sfaccettature del nostro patrimonio culturale».

Courtesy Istituto Italiano di Cultura di Santiago del Cile

Dal 9 all’11 ottobre scorso a Firenze si sono svolti gli Stati Generali della Diplomazia Culturale. Come si è svolto il programma?

«Gli Stati Generali della Diplomazia Culturale sono l’evento più importante dell’anno per la nostra rete: un momento di incontro e confronto tra tutti i Direttori e le Direttrici nel mondo, ma anche di condivisione di idee e prospettive, di iniziative e buone prassi.

Quest’anno, nell’iconica cornice di Palazzo Vecchio a Firenze, abbiamo discusso di identità e linee strategiche, di tendenze culturali e di sinergie con la società civile e le altre istituzioni: sono stati tre giorni di lavoro intensi, ricchi e dinamici, per fare il punto su cosa vogliamo essere e dove vogliamo andare.

Abbiamo anche voluto invitare alcuni professionisti provenienti dalle principali istituzioni culturale italiane, pubbliche e private, per ascoltare il loro punto di vista rispetto ad alcuni grandi temi come la comunicazione, la misurazione d’impatto, la gestione del personale e le nuove strategie digitali.

Questo è il modello che dobbiamo seguire: vogliamo contaminarci, sviluppare sinergie e collaborazioni, imparando da chi fa meglio di noi per rendere la nostra azione sempre più incisiva».

All’interno del Ministero degli Esteri è presente la Collezione Farnesina, una grande raccolta di arte contemporanea che rappresenta un unicum nell’Amministrazione pubblica italiana. Quali sono le prossime iniziative per valorizzare e promuovere la Collezione?

«La Collezione Farnesina è uno dei nostri fiori all’occhiello. Composta da oltre 650 opere e distribuita sui sette piani del Ministero, è una vetrina straordinaria per l’Italia nei confronti di tutti gli ospiti del Ministero: Capi di Stato e di Governo, Ministri, Ambasciatori, CEO di grandi imprese. Tutti loro, quando vengono in Farnesina, respirano arte e cultura, ritrovandosi circondati dal meglio della nostra produzione artistica contemporanea! È un vero valore aggiunto per il Paese, un modello da seguire e imitare e da continuare a promuovere, in Italia e nel mondo.

Sta uscendo in questi giorni il podcast “Visto Italia” realizzato proprio con exibart, con il quale vogliamo avvicinarci alle giovani generazioni di appassionati d’arte e a chi da questo mondo è incuriosito. Ma non solo: da un doppio appuntamento mensile di visita alla Collezione, gratuito e aperto a tutti, fino al nuovissimo progetto di digitalizzazione della Collezione tramite Google Arts & Culture, continueremo a investire con decisione sulla Collezione e la sua proiezione internazionale».

Chi è Alessandro De Pedys

Si laurea in Economia Internazionale con lode presso l’Università di Roma La Sapienza. Nel 1989 inizia il suo percorso professionale alla Farnesina presso la Direzione Generale Affari politici e poi come Capo della Segreteria del Servizio del Contenzioso Diplomatico, Trattati e Affari Legislativi. Nel 1992 si trasferisce all’Ambasciata d’Italia a Seoul, dove svolge la funzione di Segretario commerciale fino al 1996, anno in cui comincia a prestare servizio presso l’Ambasciata d’Italia a Londra, come Consigliere nel settore politico e stampa.

Nel 2000 torna alla Farnesina presso il Servizio Stampa e Informazione, dove svolge per due anni l’incarico di Capo dell’Ufficio Stampa Estera. Nel 2002 assume l’incarico di Vice Capo della Delegazione per l’Organizzazione della Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea. Dal 2004 al 2007 presta servizio presso l’Ufficio Affari Diplomatici della Presidenza della Repubblica. Nel 2007 è Console Generale ad Hong Kong e Macao, incarico che ricopre per tre anni. Nel 2010 torna alla Farnesina, in qualità di Capo della Segreteria Particolare del Sottosegretario di Stato e poi del Vice Ministro degli Esteri. Dal 2014 al 2018 è Ambasciatore d’Italia nella Repubblica di Polonia. Dal 2018 al 2020 è Consigliere Diplomatico del Ministro dell’Economia e Finanze.

Da febbraio 2020 a luglio 2021 è Direttore delle Relazioni Internazionali di Leonardo SpA. Da gennaio 2021 è Vice Direttore Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale al Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale. Dal primo giugno 2023 è Direttore Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale.

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  • non dobbiamo dimenticare che nel settore CULTURA e Cooperazione della FARNESINA, un posto importante vede al centro il DIALOGO INTERRELIGIOSO, attraverso eventi Internazionali con CINA-UNESCO ,Artist for Peace, Ambasciatori Unesco per la PACE, il Primo evento in Roma-al Teatro dell'OPERA 23 Maggio 2005, seguito dall'incontro ufficiale fra la Cina ed il PAPA Benedetto XVI, 25 Maggio 2005
    il primo della storia fra CINA e VATICANO ( da me organizzato in collaborazione con la FARNESINA-CULTURA) e l'ISTITUTO ITALIANO di CULTURA a Pechino
    oggi sul web delle NAZIONI UNITE per il DIALOGO INTERRELIGIOSO, sarà presente anche il Presidente Americano BIDEN, con il suo progetto ANTISEMITISMO
    mi auguro che siano riprese le buone pratiche sugli scambi culturali firmati a Pechino nel 2008 da tutti i Ministri Europei della Cultura con il Premier Wen Jinbao promotore degli scambi Culturali
    l'ORO dell'ITALIA è la CULTURA- in questo caso l'Intelligenza Artificiale può essere un'ottimo partner anche di capitali investiti-per realizzare la parità di diritti a partire dall'informazione su come contattare ed avere sostegno da organi statali predisposti in aiuto di giovani artisti
    in Cina alle elementari si studia il Rinascimento, tutti conoscono Leonardo- Michelangelo e Raffaello- nessuno conosce giovani artisti Italiani-
    Auguro BUON LAVORO
    Rosa Dalmiglio
    Cina-Unesco

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