Direttrice, chi è Gennaro Miccio?
È l’anima storica, è il conservatore della Certosa e, fondamentale, ha reperito i finanziamenti. È il braccio operativo del progetto.
Ingegner Miccio, come avete gestito i budget degli ultimi anni, che a qualcuno sono sembrati tanto esagerati?
Siamo passati dai circa 900mila euro delle prime edizioni ai 390mila dell’ultima, prevalentemente impegnati nelle voci di spesa canoniche per ogni evento espositivo di grande respiro, nell’ospitalità offerta agli artisti rimasti in permanenza più giorni, ai giornalisti, nella promozione e nella produzione delle opere, con rimborsi per ogni artista fino a 5mila euro. Achille Bonito Oliva ha solo sposato la causa… Specie per queste ultime edizioni.
La Darc, oggi Parc, fornisce intorno a 50mila euro annuali, che tra ritenute varie arrivano a circa 300 euro a opera. Ma il patrimonio raccolto nella Certosa è del valore di circa 3 milioni di euro…
Perché allora, Giovanna Sessa, tante polemiche?
È un’azione che nasce da un profondo dissenso registrato fin dal 2002, generato dalla non partecipazione degli strati più popolari, autoctoni, dipeso anche da una certa incolpevole “ignoranza”; alimentato e usato in modo strumentale da alcuni. Tuttavia, è dipeso anche da una non sensibilizzazione da parte nostra: è colpa nostra e di Achille esserci rivolti soltanto ai massimi vertici, agli addetti ai lavori, senza tener conto che uno dei principali obiettivi di questa operazione finanziata dalla regione era la valorizzazione del territorio. E forse proprio a quel territorio non abbiamo saputo porgere il prodotto. Frescobosco è stato un divertissement: il primo anno personalmente avrei preferito finanziare tre installazioni di dimensioni imponenti di artisti storici, ma Achille ha optato per invitare personaggi come FranKo B, nomi forti come Hermann Nitsch – al quale peraltro ora Morra ha dedicato addirittura una fondazione – si sono visti molti nudi che hanno procurato quel gran casino… Purtroppo bisogna anche rapportarsi all’impreparazione del territorio.
Ma l’impegno a rendere questi eventi popular c’è stato: le mostre sono a ingresso gratuito, l’apparato didattico è esaustivo…
Sì, però non abbiamo saputo “porgere” questo nuovo prodotto. Padula è un contenitore dove si è sempre svolta anche la vita culturale dei paesi vicini, ancora oggi cerchiamo di metterlo a disposizione gratuitamente per le presentazioni dei libri prodotti nella zona. Il collegamento con la cultura locale è sembrato spezzarsi quando è comparsa la figura di Achille Bonito Oliva, che ha ”imposto” una realtà differente: c’è stato chi ha fatto rete, come i ristoratori, gli albergatori, il vecchio personaggio della corte che portava libri agli artisti… Immaginate cos’ha significato questo avvento in un contenitore dove la gente viene a farsi il gelato, la passeggiata con le carrozzine, insomma è il loro riferimento fisico e culturale.
Quindi l’incatenamento e la protesta pubblica!
L’incatenato lascia il tempo che trova… È un assessore di Atena Lucana che sostiene che la Regione, invece di “dare i soldi a Bonito Oliva” (notizia infondata), li avrebbe dovuti dare direttamente a ristoratori e albergatori. E i milioni di visitatori non hanno fatto vivere comunque l’economia a della zona? Addirittura ho dovuto rispondere pubblicamente a un giornale locale per un’accusa infamante: si deprecava la presenza di “discariche abusive nel parco della Certosa”, solo un basso pretesto per ribadire che “Bassolino ha mandato qui oltre alla spazzatura anche i rifiuti dell’arte contemporanea”. Insomma, è questa l’atmosfera che si respira.
Non solo polemiche provinciali: fresca fresca è la mozione del ministro Bondi, dei cinque giornalisti e di Mogol…
C’è stata una strumentalizzazione di Mogol, certamente. E poi trama anche la vecchia direttrice, legata alle fasce di eruditi locali, figure paesanotte attente più al sapere antico, alla storia della certosa. Così è iniziata la crociata contro l’Anticristo, alimentata anche da amicizie importanti, tra le quali Vittorio Sgarbi, presente spesso ai convegni in Certosa. Polemiche condivise anche dal vescovo, che considera la certosa come abitata dai monaci e non un monumento demaniale, laico, dove c’è il ricordo di una spiritualità intensa, di misticismo, che dall’arte andrebbe solo esaltato, rispettato. E quindi è stata messa in atto la crociata.
E Achille Bonito Oliva, il deus ex machina di questo fortunato progetto pluriennale, di quel dialogo tra antico e moderno?
Achille considera la sua presenza ormai dannosa. Ha perciò deciso di concludere un ciclo; è contento per com’è andata finora e per come sia riuscita a calmare le acque. Lo vedo rivestito dal ruolo che gli proposi all’inizio, di tutor della Certosa. Un tutor affettivo, se non sarà più presente. Certo, se dovessimo ottenere, in futuro, finanziamenti tali da poter organizzare una grande mostra, io chiamerò lui e sono certa che verrà.
Ora c’è la fase 2…
Sì, ma purtroppo siamo soli e la disillusione e l’amarezza è questa: che alla fine va via Achille e dopo che cos’è… È il diluvio! Sicuramente c’è da puntare soprattutto sulla rivalutazione paesistica – la Certosa è anche sede dell’Osservatorio Europeo sul Paesaggio – fin dalla progettazione di giardini “open air”: c’è in zona un progetto di riqualificazione innovativa delle cinquanta cave del Vallo di Diano, il cui coordinatore è l’architetto Luigi Centola, un paesaggio devastato da interruzioni artificiali che verrebbero compensate dalla creatività, ricollegandosi al concetto di tutela. A questo proposito, si sta impegnando anche il sociologo Domenico De Masi [in questi giorni, al Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, è stato consegnato il plico contenente settemila firme a favore della sua riconferma alla guida del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, N.d.R.].
Stiamo studiando come far fruire questo enorme patrimonio, che ha anche arricchito quello demaniale. Le opere che custodiamo – 120/125, le stiamo inventariando – aggiungono un plusvalore al monumento e quindi al tesaurum dello Stato. Se non fossimo stati al sud, la comunità montana, il comune e tutti gli altri enti territoriali avrebbero già erogato dei fondi concreti per far vivere la Certosa. Invece dobbiamo pure lottare per aver organizzato eventi d’avanguardia, per aver sfogliato una pagina di cultura che era ignota a tutti. In altri posti questi progetti si reggono con le fondazioni, con l’intervento dei privati… Quindi si apre un discorso del dopo molto difficile, per cui sono già in campo delle forze e un grande entusiasmo da parte mia e di Gennaro Miccio. Purtroppo, non ci rapportiamo con i nostri dirigenti, quello attuale non è mai venuto a Padula… Ma noi abbiamo bisogno anche di loro.
Quindi, adesso?
Ora si apre un nuovo capitolo che può essere grande e ricco, come quelli precedenti, o può farci cadere nel più completo abbandono. Primo passo è mettere a punto tutti i comodati: una parte di artisti ha donato le opere prodotte, altri non hanno ancora firmato per problemi logistici o perché sono all’estero. La durata ha valore di dieci anni, viene a costituire un patrimonio dello Stato che, rinnovato più volte, può trasformarsi in donazione o acquisizione a un prezzo simbolico. Ho avviato una cartellinatura esaustiva, didatticamente comprensibile, per avvicinare tutti i neofiti secondo percorsi tematici, arte povera, transavanguardia, percorsi trasversali, percorsi per bambini. Bisogna tuttavia individuare guide esperte, costituire una cooperativa, purtroppo gli interni non sono preparati. Speranza è che si faccia un concorso per un grande concessionario – come Electa Napoli, ad esempio – e si cominci a lavorare con un interlocutore privato che possa capire il ritorno innescato da un’operazione del genere, dalla summa di Certosa contenitore – Certosa Museo Archeologico della Provincia – Certosa Arte Contemporanea; un monumento che ha tre identità fortemente connotate e che possa costituire un’attrattiva notevole per tutti i tipi di palato: chi è amante dell’archeologia scopre il monumento, chi ama l’arte contemporanea e il paesaggio guarda i giardini. Chiaramente ci vuole una “sistematizzazione”, un’attività di convegni.
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a cura di giusy caroppo
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...non è "ignoranza"...non è detto che tutti debbano apprezzare e stimare sempre le cose che si fanno...De gustibus non est disputandum!
se vogliamo nascondere dietro un fantomatico gusto il fatto di rubare i soldi ai poveri per darli ai ricchi, allora va bene, continuiamo così...
per cortesia contestualizziamo gli eventi e cerchiamo di coinvolgere il posto in cui vengono fatti.. oliva o sgarbi l'importante è fare rete sul territorio!
dici: oliva o sgarbi, basta che se magna?