X-FACTOR E LA FINE DEL CATTELANISMO NEVRUZIANO

di - 22 Dicembre 2010
Martedì 23 novembre, serata finale di X-Factor. Sono passate le 11 quando Dj Francesco (Facchinetti) annuncia
l’esclusione di Nevruz dall’ultimo
scontro, quello decisivo. Dopo averlo (sadicamente? morbosamente?) promosso a
ogni puntata, il televoto sovrano ha defenestrato uno dei personaggi più amati di questa edizione, oggetto di un’operazione
artistica, più che strettamente mediatica. Il modenese di origini casertane
milita infatti nella squadra del mefistofelico Elio, il quale l’ha “pescato” fra gli 80mila aspiranti al
palcoscenico di Rai2 con un fiuto più da curatore che da impresario.

Look vagamente messianico venato di ambiguità sessuale,
biografia da bamboccione maudit, il
ragazzo si produce in vocalizzi e gargarismi raramente impeccabili.
Perennemente, astutamente, sopra le righe. Intanto, dal tavolo dei giudici al
“pubblico a casa”, ferve il dibattito: ma questo ci è o ci fa? Magistrale colpo
messo a segno dal suo pigmalione, il quale, all’acme del narcisismo (e del
demenziale elevato a categoria dello spirito), plasma godurioso e protettivo la
sua docile “creatura”, progettando di farne una propria gemmazione (e non, si
badi, alter ego): difficile tentare
lo stesso con l’altra pupilla, Nathalie, vincitrice designata e musicalmente
meglio definita e dotata. Nevruz, invece, non sa fare nulla ma lo fa benissimo.
Al limite, si può sempre dire che è un genio incompreso.

In filigrana, dietro la “strana coppia” s’aggira lo
spettro di Maurizio Cattelan,
notoriamente legato al leader de “Le Storie Tese”. Nel marzo 2009, ad esempio,
fu Elio a ritirare in sua vece il premio della Quadriennale di Roma, tramite tenace appropriazione d’identità. E
quando Nevruz si esibisce alla tv di Stato assiso sulla tazza del water, non
ricorda l’”eversivo” dito medio troneggiante in piazza Affari? Dalla
provocazione al trash stricto sensu:
il concorrente si rotola nei rifiuti, e tutti s’interrogano sul valore
emblematico del gesto, senza porsi il problema del buon gusto (e del rispetto
di chi, negli stessi giorni, nella monnezza ci annega davvero, e non per
ispirazione “creativa”).


A ulteriore conferma, ecco Nevruz cimentarsi con un pezzo
dei Baustelle (Charlie fa surf) ispirato
all’opera cattelaniana Charlie don’t surf.
E, in fondo, che cos’è la condiscendente partecipazione di Elio a un programma
per adolescenti e casalinghe, se non una performance en travesti, sistematicamente tesa a desacralizzare icone di ogni
tempo (Morgan, Michael Jackson, Verdi, Enrico VIII)? Emblematico pure il
dissidio con Anna Tatangelo,
specchio della sufficienza (ricambiata) con cui sovente i protagonisti del
sistema dell’arte si relazionano col pubblico “medio”. Per la serie: “Non
capisci niente”. (E infine, che cos’è Elio stesso, al secolo Stefano Belisari,
se non un fake?)

E allora, assumendo come territorio d’osservazione proprio
il format-contenitore più nazionalpopolare a disposizione, l’eliminazione di
Nevruz all’ultimo turno ci dice qualcosa – forse poco, forse molto – sul vento
che sta cambiando nelle arti nazionali. Vediamo un po’. Il trasformismo,
l’ironia sfrenata, il citazionismo senza consapevolezza esatta di che cosa si
sta citando (o del perché lo si sta
citando), l’elogio del frammento, il cazzeggio che mima la crisi d’identità
sono tutte categorie dal chiaro sapore anni ‘90 – e qui si parla ovviamente dei
nostri anni ‘90, ché quelli del resto
d’Occidente sono stati anche ben altra cosa, tra malessere grunge ed esistenzialismi noise
di varia estrazione… – che, chissà come, sono sopravvissute ben dieci
anni oltre la loro durata naturale.

Queste categorie vengono riprese in un’ottica sia di
continuità sia di nostalgia: Elio come Cattelan, quindi; e Nevruz come… chi?
Metteteci un qualunque artista-italiano-trentenne o giù di lì che somministra
accrocchi, e vedete voi se il parallelo funziona. Il problema, però, e al tempo
stesso il nocciolo della questione, è che Nevruz Maljoku, dopo l’effetto-sorpresa
iniziale e gli entusiasmi più che giustificati, ha mostrato la corda. Non
perché quei medesimi gesti e quelle pose erano state prodotte e riprodotte
migliaia di volte sui palchi di ogni epoca e di ogni angolo del pianeta, ma
perché quella riproduzione estenuata, a un certo punto (in coincidenza forse
con la presentazione del suo singolo, non a caso scritto non solo da lui, ma da
autori iper-collaudati e âgé?) lo ha fatto sembrare esattamente ciò che non
avrebbe dovuto: un giovane-vecchio. E
il pubblico ha scelto Nathalie: cioè, una buona approssimazione di complessità
e creatività. Proprio quello che manca dappertutto oggi, e che la gente
comincia a ri-cercare.


Forse, il concetto-chiave si trova in quel “mi sei arrivato“, la filosofia di
riferimento della Tatangelo (mutuata a sua volta da Simona Ventura), e non a caso contestata duramente da Elio (prima
ancora, da Morgan). È l’ottica secondo la quale l’unico aspetto che conta è
quello vagamente “emozionale” (un’emozione rudimentale, senza essere
primitiva), che porta dritto al rifugio nell’idea totalmente artificiale di
cosa sia “pop”, “radiofonico”, “immediato”: vale a dire, facile-facile,
terra-terra, con costi bassissimi di attenzione (e di attivazione). È l’anti-gusto, che non riesce neanche a
diventare disgusto (molto più complicato, da raggiungere ed elaborare, rispetto
al gusto).

Come si vede, il “mi
sei arrivato
” può essere applicato facilmente alla grandissima parte dei
prodotti culturali di oggi (compresa l’arte contemporanea e gli artisti
stessi). Il corollario ineludibile è che, così come immediatamente
quell’oggetto è riconoscibile, altrettanto rapidamente la gente se ne dimentica
e lo butta via.

anita pepe e
christian caliandro


*articolo pubblicato su
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Visualizza commenti

  • Vorrei provare a spiegare, con parole semplici, perché ho votato per lui. Non ho mai seguito reality/talent per una scelta personale quindi non conosco la storia di xfactor. Poi mi è capitato una domenica mattina di settembre di accendere la tv e di vedere il primo provino di Nevruz. Il personaggio mi ha subito colpito, l'ho trovato simpatico e ho sperato che Elio lo scegliesse ("tu sei pazzo, sono pazzo anch'io"). Da quel momento non sono più riuscita a staccarmi dal programma, ho visto i provini successivi: quando ha cantato "se bruciasse la città" con il foglietto (grandissima grinta) e quando ha cantato "bella senz'anima" (grandissima voce). Sono stata rapita dal cantante (mi piacciono moltissimo le sue innumerevoli voci), dal personaggio (mi emoziona come i suoi occhi "interpretino" le canzoni), dal musicista (ha saputo rendere originale una canzone come "Gianna" che ormai eravamo stanchi di sentire) e dall'uomo (condivido le sue idee e lo ammiro per come riesce ad esprimerle usando parole semplici ma mai banali anche se sommerse da una valanga di "cioè"). Ho votato per lui perché mi piaceva vederlo/sentirlo cantare e per tre mesi ha tolto monotonia a questa televisione che nonostante i mille canali del digitale continua ad annoiarmi proponendo sempre gli stessi personaggi. Ho votato per lui perché speravo arrivasse in finale perché il programma senza di lui non avrebbe più avuto senso. Lo volevo finalista....ma non vincitore!!! Speravo arrivasse almeno secondo non perché non credo che meritasse la vittoria, ma perché lo volevo libero (magari prodotto da un'etichetta indipendente) e non schiavo della Sony che lo costringe a cantare di lenzuola sporche.
    Per come è andata la finale credo fosse già stata scritta; nessun dubbio che Nathalie meritasse la vittoria anche se nelle ultime due settimane era stata osannata proprio per questo modificandone il personaggio con trucco e abitini spinti (lei che aveva pianto quando aveva cantato Madonna perché aveva visto "un involucro vuoto"), permettendole di accompagnarsi al pianoforte nell'inedito (e la chitarra di Nevruz invece appoggiata per terra), acclamando la sua bravura di cantautrice, permettendole di duettare con Skin (e scusate se è poco). Complimenti a lei e a come l'hanno costruita in 15 giorni. Per quanto riguarda il secondo classificato (quello che fin dall'inizio era candidato alla vittoria!!!) mi domando dove fosse stato durante la finale:
    nelle canzoni di Elvis iniziali non l'ho sentito, la sua voce era completamente coperta da quelle degli altri due;
    idem nel duetto con renga;
    nell'inedito poi io ho sentito due stecche che sono evidentemente sfuggite alle orecchie attente dei giudici (oppure non si poteva dire).
    Vittoria meritata per Nathalie, ma il secondo posto di davide (o del papà di davide) proprio no!!!!

    Nell'ep di Nevruz è presente la canzone "nel tubo", quella completamente scritta da lui ma che non gli hanno permesso di portare ad xfactor perché troppo lunga (!), troppo forte (!), troppo elettrostonner (!). Non lo so, a me più l'ascolto e più piace! E spero che in futuro ce ne saranno molte altre perché ho ancora voglia di sentirlo e gli auguro tutta la fortuna che si merita.

  • Accetto il discorso delle relazioni, ma onestamente non trovo nulla di artistico in Nevruz, e non credo che legate a XFactor possano mai maturare delle esperienze artistiche, al massimo possono nascere dei sensazionalismi (ke nuociono all'arte, Cattellan ne è l'esempio). L'unica operazione che lega l'arte alla musica&TV Pop è stata quella con cui Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti utilizzò per lanciare un suo singolo (non ricordo quale). In pratica inondò con la sua presenza l'etere per lanciare il singolo in questione, poi montò un video con tutte le sue presenze TV. Un'operazione aprioristica, pensata e pianificata. Nei reality c'è solo work in progress e ZERO astrazione. Elio e Cattellan inclusi.

  • La precisazione "da autodidatta" sarà triste ma non è un elogio del dilettantismo o chissà cosa (io disegno e ho imparato da sola, ma non pretendo di finire agli Uffizi), quanto appunto una precisazione.

  • FANTASTICO ARTICOLO!!! COMPLIMENTI!! Non avrei saputo esprimere con un eloquio così accurato ciò che voi avete scritto! Sono tutti pensieri che condivido! GRAZIE!!!

    PS: Al diavolo la "mer** d'artista".

  • @ho votato per lui.
    Quali sarebbero gli abiti spinti di Nathalie? Una minigonna? I Nevruziani alla fine si rivelano paradossalmente bigotti, un po' come Nevruz che alla fine si rivela un tenerone...
    E' vero invece che Nathalie non ha mai puntato sull'immagine - a differenza di Nevruz, che aveva un attenzione maniacale per la sua immagine, così da ingenerare in molti (tra cui l'autore dell'articolo) il sospetto, infondato, che fosse solo quella, senza sostanza. Se alla fine hanno deciso di vestire Nathalie decentemente, e non più come una baraccata, vivaddio! Dovevano farlo prima.

    La musica di Nevruz è difficile da proporre in TV, quasi impossibile (non discuto se sia bella o meno). Per riuscire nell'intento, Elio e chi per esso l'hanno trasformato in una sorta di clown, ingenerando la convinzione che più che un artista fosse un disoccupato fantasioso che si era inventato un mestiere.
    Questo gli ha dato visibilità e l'ha fatto andare avanti nella trasmissione. Buon per lui! Certo, ora la cosa gli si ritorce un po' contro e sembra avere perso credibilità, ma è il destino di chi va in TV ed anche Nathalie non fa eccezione. Lei erano 12 anni che faceva gavetta dura e pura, ricevendo solo complimenti e pacche sulla spalle. Ora almeno ha un contratto discografico e pazienza che a vita le ricorderanno di essere andata a X-Factor.
    Anche Nevruz ora ha una chance in più (del resto lui stesso ha detto che si può fare l'alternativo solo con i soldi) e pazienza se alcuni (forse i più) l'hanno frainteso. Che dimostri quello che vale.

  • avanti a tutta forza con questa marea di talenti
    vascellari=nevruz
    xfactor dell'arte
    andate a lvorare

  • ..puaff..pseudointellettuali che digitano articolucci farciti di paroloni presi in prestito dal dizionario del buon "radical chic".....solo il televoto vi salverà

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