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È stato appena annunciato il vincitore del Turner Prize 2020, anzi, per meglio dire, i vincitori, visto che, per questa edizione senza precedenti, come del resto lo sono i tempi che stiamo vivendo, è stato deciso di assegnare ben dieci borse di studio per altrettanti artisti. Si tratta del collettivo Arika, di base a Edimburgo, della fotografa Liz Johnson Artur, dell’artista londinese Oreet Ashery, della ceramista e artista performativa Shawanda Corbett, di Jamie Crewe, specializzato in progetti riguardanti il tema dell’identità, dello scultore Sean Edwards, di Alberta Whittle, il cui lavoro esplora argomenti razziali e coloniali, e poi di Sidsel Meineche Hansen, Ima-Abasi Okon e Imran Perretta. A ognuno spetta un premio di 10mila sterline ma la Tate Britain ha confermato che non organizzerà la tradizionale mostra collettiva che, in tempi normali, viene dedicata ai finalisti. Specifichiamo che gli assegnatari di questa edizione speciale 2020 potranno essere eletti per le future edizioni del Turner Prize che, dal 2021, tornerà nel suo formato tradizionale.
«A seguito di un vivace dibattito virtuale, la giuria ha optato per un elenco di dieci artisti che riflettono l’eccezionale talento riscontrabile nell’arte britannica contemporanea. Dalla ceramica al cinema, dalla performance alla fotografia, rappresentano i molti modi entusiasmanti e interdisciplinari nei quali gli artisti lavorano oggi. Queste borse di studio rappresentano un voto di fiducia in quel lavoro e offrono un supporto particolarmente meritato in questi tempi», ha dichiarato Alex Farquharson, direttore della Tate Britain.
Tra i membri della giuria del 2020 c’erano Richard Birkett, curatore presso l’Institute of Contemporary Arts, Sarah Munro, direttore del Centro di arte contemporanea BALTIC, Duro Olowu, designer e curatore, e Fatoş Üstek, direttore della Biennale di Liverpool.
In effetti, il 2020 non è il primo anno in cui il Turner Prize – tra i cui vincitori si possono annoverare artisti del calibro di Antony Gormley (1994), Damien Hirst (1995), Steve McQueen (1999) e Grayson Perry (2003) – non viene assegnato. Istituito nel 1984 e considerato il riconoscimento più ambito nel settore dell’arte contemporanea, già nel 1990 non fu possibile decretare un vincitore, a causa della mancanza di sponsorizzazioni. L’anno scorso, poi, il Turner Prize fu vinto da Lawrence Abu Hamdan, Helen Cammock, Oscar Murillo e Tai Shani, cioè tutti i finalisti che, in comune accordo e con grande clamore, decisero di dividersi il Premio.