È Stefano Cescon il vincitore dell’ottava edizione del Premio Cramum per l’Arte in Italia. La proclamazione si è tenuta il 7 settembre, a Villa Mirabello di Milano, in occasione dell’apertura della mostra internazionale “(LA) NATURA (E’) MORTA?”. Elisa Alberti e Miriam Montani sono state nominate, rispettivamente, seconda e terza classificata. Gli altri finalisti del premio erano Maurizio Cariati, Matteo Di Ciommo, Jingge Dong, Clarissa Falco, Stefano Ferrari, Maxim Frank, Andrea Sbra Perego & Federica Patera, Federica Zianni.
La commissione che ha decretato il vincitore era composta da artisti di fama internazionale in mostra e fuori concorso: Bloom&me, duo composto da Carolina Trabattoni e Valeria Vaselli, Ludovico Bomben, Letizia Cariello, Gianluca Capozzi, Michele De Lucchi, David LaChapelle, Alberto Emiliano Durante, Ingar Krauss, Fulvio Morella, Paola Pezzi, Elena Salmistraro, Carla Tolomeo. La mostra sarà aperta fino al 12 settembre e questa edizione è stata suggellata dalla pubblicazione del libro “(LA) NATURA (E’) MORTA? – Quale egoismo per un futuro possibile”, un racconto visivo dedicato al complesso rapporto tra noi, gli altri e la natura, a cura di Sabino Maria Frassà, con interventi di Eugenio Borgna, Raffaella Ferrari e Nicla Vassallo e le immagini delle opere dei 34 artisti in esposizione.
Oltre agli artisti ha votato il prestigioso comitato scientifico composto da noti galleristi, giornalisti, collezionisti e intellettuali: Valentina Ardia, Loredana Barillaro, Giulia Biafore, Paolo Bonacina, Ettore Buganza, Cristiana Campanini, Valeria Cerabolini, Jacqueline Ceresoli, Carolina Conforti, Stefano Contini, Camilla Delpero, Riccardo Fausone, Chiara Ferella Falda, Raffaella Ferrari, Antonio Frassà, Maria Fratelli, Giovanni Gazzaneo, Rosella Ghezzi, Federico Giannini, Pier Luigi Gibelli, Giulia Guzzini, Giuseppe Iannaccone, Alice Ioffrida, Gian Luigi Lenti, Angela Madesani, Achille Mauri, Fiorella Minervino, Fabio Muggia, Annapaola Negri-Clementi, Antonella Palladino, Rischa Paterlini, Francesca Pini, Giovanni Pelloso, Ilenia e Bruno Paneghini, Alessandra Quattordio, Fulvia Ramogida, Iolanda Ratti, Alessandro Remia, Elisabetta Roncati, Livia Savorelli, Massimiliano Tonelli, Patrizia Varone, Nicla Vassallo, Giorgio Zanchetti, Emanuela Zanon.
Cramum, cioè, in latino, la parte migliore del latte: parte dall’etimologia e arriva al contemporaneo il progetto che, dal 2012, sostiene la giovane arte e non solo. Oltre all’omonimo premio, presentato nel 2013 e dal 2014 diretto da Sabino Maria Frassà, Cramum promuove anche mostre e progetti volti a valorizzare i Maestri dell’arte contemporanea non ancora noti al grande pubblico, sebbene affermati nel proprio settore. Nel 2015, Cramum è stato insignito della Medaglia del Presidente della Repubblica Italiana.
«Stefano Cescon ha vinto per la sua capacità riconosciuta di unire un acuto approccio al colore con una tecnica innovativa che nutre una profonda riflessione sull’ambivalenza natura e modernità che permea il nostro vivere contemporaneo», ha dichiarato Sabino Maria Frassà, direttore del Premio Cramum. Al vincitore, l’organizzazione garantisce un percorso di mostre e pubblicazioni che si concluderà dopo due anni con una personale al Museo Francesco Messina di Milano. Tra i premi, anche il cubo, simbolo di Cramum, quest’anno realizzato dalla Marini Marmi in Nuvolato di Gré, e il pregiato vino moscato della Cantina Giacinto Gallina. Daniele Salvalai, Paolo Peroni, Francesca Piovesan, Matteo Fato, Giulia Manfredi, Andreas Senoner, Ludovico Bomben, sono i vincitori delle precedenti edizioni del premio.
Nato a Pordenone nel 1989, Stefano Cescon ha conseguito il diploma con lode in Decorazione presso l’Accademia di Venezia. La sua ricerca è incentrata sulla scoperta delle potenzialità della cera d’api non solo come medium artistico ma anche come efficace veicolo di un messaggio urgente per la contemporaneità. Honey Box Panel #1420 è il titolo dell’opera che è valsa il premio Cramum. «La serie Honey Boxes nasce dall’esigenza di proporre un modo per far dialogare la pratica quotidiana della pittura e l’esperienza estetica virtuale che ogni giorno ognuno di noi sperimenta all’interno delle vetrine social», ha spiegato Cescon. «Nella mia ricerca utilizzo paraffina (miscela artificiale derivata dal petrolio) cera d’api e pigmenti. L’equilibrio tra aspetti antitetici, naturale e artificiale, umano e meta-umano, diventa quindi la mia personale strada per un dialogo virtuoso tra le parti, non solo nell’arte».
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