05 novembre 2024

Ashfika Rahman vince il Future Generation Art Prize 2024 da 100mila dollari

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Nata in Bangladesh, classe 1988, Ashfika Rahman è la vincitrice della settima edizione del ricco Future Generation Art Prize 2024, istituito dalla Victor Pinchuk Foundation

Ashfika Rahman, Behula and a Thousand Tales, 2024. Green cotton fabric, gold silk thread with metal frame. Courtesy the artist. Courtesy PinchukArtCentre © 2024. Photo: Oleksandr Piliugin

Ashfika Rahman è la vincitrice del Future Generation Art Prize 2024, il premio internazionale d’arte contemporanea dedicato agli artisti under 35, istituito dalla Victor Pinchuk Foundation nel 2009 e arrivato alla settima edizione. La giuria internazionale ha annunciato il vincitore durante la cerimonia di premiazione tenutasi a Kiev, in Ucraina. Nata in Bangladesh, classe 1988, Rahman ha ricevuto un premio di 100mila dollari, di cui 60mila come grant e 40mila per finanziare la propria ricerca artistica.

Altri 20mila dollari sono stati assegnati ai vincitori delle menzioni speciali: Tara Abdullah Mohammed Sharif (27, Iraq), Dina Mimi (29, Palestina), Hira Nabi (36, Pakistan), Ipeh Nur (30, Indonesia), Zhang Xu Zhan (35, Taiwan). Tra gli artisti vincitori delle menzioni speciali, anche Bekhbaatar Enkhtur (29, Mongolia), già vincitore del Premio illy Present Future 2023, iniziativa promossa da illycaffè e Artissima. Le sue opere sono attualmente esposte alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino. La mostra dei 21 artisti finalisti del Future Generation Art Prize 2024 – tra cui anche l’italiana Giulia Cenci – è in esposizione al Pinchuk Art Centre di Kiev fino al 19 gennaio 2025.

I vincitori, selezionati tra oltre 12mila candidature provenienti da quasi 200 Paesi, sono stati scelti da una giuria composta da Cecilia Alemani , curatrice di The Milk of Dreams alla 59ma Biennale d’Arte di Venezia (2022), Björn Geldhof , direttore artistico del PinchukArtCentre, Diane Lima, curatrice indipendente, scrittrice e voce chiave del femminismo nero nell’arte contemporanea brasiliana, Bonaventure Soh Bejeng Ndikung, direttore e curatore capo della Haus der Kulturen der Welt, Alicia Knock, curatrice, responsabile del dipartimento di creazione contemporanea del Centre Pompidou, Simon Njami, curatore indipendente, docente, critico d’arte e romanziere, Hou Hanru, critico d’arte e curatore, ex direttore artistico del MAXXI di Roma.

Usando un’ampia varietà di linguaggi, tra fotografia, stampa, testo e scultura, Ashfika Rahman esamina il ruolo delle donne nella società. Lavorando spesso con le comunità, Rahman dà rappresentanza a voci storicamente messe a tacere, non solo in Bangladesh, dove Rahman vive, ma anche a livello globale. Traendo ispirazione da territori che sono stati divisi da poteri geopolitici, il lavoro di Rahman dimostra un impegno e un’attenzione per gli ideali di costruzione e riparazione dei gruppo sociali di fronte al trauma collettivo.

«Facendo eco alla storia della divisione del subcontinente indiano e alle conseguenti implicazioni sociopolitiche, religiose e di genere nel contemporaneo, il suo lavoro è la testimonianza di un trauma collettivo, che viene condiviso con lo spettatore ma anche trasceso attraverso l’estetica sublime ma umile e fragile dell’opera. Tratto da territori incessantemente divisi e rinegoziati da vari poteri geopolitici, Rahman tesse un’entità collettiva che si dispiega lungo un fiume che collega terre e corpi frammentati. Un ricamo galleggiante tra terra e cielo collega la condizione umana e l’aspirazione alla giustizia di genere con mitologia e spiritualità. Rahman rappresenta una futura generazione di artisti che sono impegnati negli ideali di costruzione e riparazione della comunità».

«Questo premio sembra particolarmente significativo, soprattutto considerando il clima politico globale che stiamo attraversando», ha dichiarato Ashfika Rahman. «Il Future Generation Art Prize offre una piattaforma unica in cui le voci possono essere ascoltate apertamente, consentendoci di essere sia espressivi che politicamente impegnati. Questo è uno spazio in cui persone da tutto il mondo possono parlare liberamente», ha continuato l’artista. «Sono molto grata per l’opportunità e voglio ringraziare tutti coloro che mi sono stati accanto durante il mio percorso artistico. Questo premio non è solo un riconoscimento all’oggi, ha un significato duraturo. Lodo il coraggio degli organizzatori che, nonostante le numerose sfide, hanno creato con successo una piattaforma aperta per l’espressione. Questa edizione del premio servirà da esempio notevole per il futuro dell’arte contemporanea. Vorrei anche sottolineare che la mia mostra è uno sforzo collettivo, reso possibile dalla comunità con cui lavoro, dai curatori e dall’intero team».

I finalisti del Future Generation Art Prize 2024, in mostra a Kiev, sono Sinzo Aanza (33, Congo), Tara Abdullah Mohammed Sharif (27, Iraq), Julian Abraham ‘Togar (36, Indonesia), Andrius Arutiunian (32, Lituania), Salim Bayri (31, Marocco), Castiel Vitorino (27, Brasile), Giulia Cenci (35, Italia), Nolan Oswald Dennis (35, Sud Africa), Yasmine El Meleegy (32, Egitto), Bekhbaatar Enkhtur (29, Mongolia), Veronica Hapchenko (28, Ucraina), Dana Kavelina (28, Ucraina), Marie-Claire Messouma Manlanbien (33, Francia), Dina Mimi (29, Palestina), Sandra Mujinga (34, Norvegia), Hira Nabi (36, Pakistan), Ipeh Nur (30, Indonesia), Ashfika Rahman (35, Bangladesh), Buhlebezwe Siwani (36, Sudafrica), Zhang Xu Zhan (35, Taiwan), Ziyang Wu (33, Cina).

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