Eugenio Tibaldi si aggiudica il premio Ermanno Casoli 2022, il riconoscimento dedicato all’arte contemporanea promosso dalla omonima Fondazione, istituita nel 2007 in memoria del fondatore di Elica, azienda leader mondiale nella produzione di cappe a uso domestico. Sviluppato a partire dal concetto di dialogo tra arte e impresa e curato da Marcello Smarrelli, il Premio Ermanno Casoli prevede la commissione di opere site specifc per una delle sedi delle aziende del gruppo Elica, che ha una piattaforma produttiva articolata in sette siti tra Italia, Polonia, Messico e Cina, e che annovera oltre 3.200 lavoratori. Nelle scorse edizioni, il Premio è stato assegnato a Jorge Sagatorre, Matteo Fato, Patrick Tuttofuoco, Elena Mazzi, Andrea Mastrovito, Yang ZhenZhong, Danilo Correale, Anna Franceschini, Francesco Barocco, Francesco Arena, ognuno dei quali ha presentato un progetto per una delle sedi di Elica, prevedendo anche una serie di attività laboratoriali e di workshop.
«Arte e impresa hanno in comune molto più di quanto pensiamo: entrambi inventano ogni giorno il futuro», ha dichiarato Francesco Casoli, Presidente di Elica. «Da sempre Elica, attraverso la Fondazione Ermanno Casoli, intitolata a mio padre, introduce l’arte in azienda, in stretta sinergia con i dipendenti, perché crediamo fortemente che l’espressione artistica offra uno stimolo unico a sviluppare il pensiero laterale, la curiosità , la passione per il bello: tutti valori fondativi per noi e per EMC FIME, controllata dal Gruppo Elica. «Siamo entusiasti del progetto di Eugenio Tibaldi, vincitore del Premio Ermanno Casoli, con il quale siamo davvero onorati di collaborare».
Per questa edizione del Premio Casoli, Eugenio Tibaldi realizzerà MARSHY, un progetto site specific per EMC FIME di Castelfidardo (An), che coinvolgerà non solo i dipendenti della divisione motori ma anche tutto il mondo Elica. L’opera sarà inaugurata nell’autunno 2022.
«Da sempre attratto dalle dinamiche e dalle estetiche marginali, dal complesso rapporto fra economia e paesaggio contemporaneo – Eugenio Tibaldi, per il progetto MARSHY, porta avanti una ricerca che verte sul concetto e sul ruolo dello scarto nell’economia e nella realtà quotidiana», spiega Marcello Smarrelli. «Il difetto e il conseguente tentativo di miglioramento sono visti dall’artista come parte dell’evoluzione, in una tensione volta al controllo, all’efficienza e alla precisione. Nei progetti che realizza in diverse parti del mondo, teorizza un senso del margine inteso più come condizione mentale che geografica. Attraverso questa pratica l’artista attiva una dinamica processuale che, applicata alla ricerca artistica, fa emergere forme di estetica alternativa alle pratiche tradizionali».
Eugenio Tibaldi, nato ad Alba 1977, vive e lavora a Torino. Attraverso lo studio del margine attiva una dinamica processuale che applicata alla ricerca artistica, permette l’emersione di estetiche alternative. Ha lavorato su Istanbul, Napoli, il Cairo, Roma, Salonicco, Berlino, Verona, l’Avana, Bucarest, Torino, Caracas, Bruxelles, Tirana, Addis Abeba. Fra le esposizioni si ricordano: Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, (2007), Manifesta 7, Bolzano (2008), Museo Madre, Napoli (2010), XII Biennale de L’Avana (2015), Palazzo del Quirinale (2017), IIC new York (2017), Museo MAXXI, Roma (2018), Biennale di Venezia, Padiglione Cuba (2019), Museo del 900 Milano (2019), Galleria Nazionale di Roma (2020). Sue opere sono esposte in istituzioni pubbliche e private in Italia e all’estero.
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