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È Luca Arboccò il vincitore della seconda tappa di JaguArt, il progetto artistico nato dal dialogo tra Artissima e Jaguar. Un vero Talent Road, visto che – come vi raccontavamo in occasione di un tour by night – si tratta di un premio itinerante che, in dieci soste attraverso altrettante città italiane – con il coinvolgimento delle rispettive accademie e anche delle concessionarie Jaguar – individuerà dieci giovanissimi talenti dell’arte contemporanea. Dopo Milano, è stata la volta di Torino, la cui tappa è stata vinta appunto da Arboccò, quindi JaguArt si sposterà a Bologna, Venezia, Genova, Napoli, Firenze, Brescia, Catania e Roma, per concludersi con l’edizione 2020 di Artissima. In questa occasione, i dieci vincitori potranno partecipare a un progetto espositivo collettivo.
La giuria, composta da Ilaria Bonacossa, Gaspare Luigi Marcone, Davide Mazzoleni, ha selezionato Luca Arboccò con il lavoro Three Channels (Trompe l’Oeil). Gli altri artisti erano Silvia Cioni, Qipeng Deng, Fe Mitikafe e Alice Visentin. Alla presenza di Andrea Merlo, Dealer Operator della concessionaria BiAuto Club, e di Alessia Maiuri, Gallery Manager di Mazzoleni, la giuria ha premiato Arboccò «Per il carattere pittorico della sua opera, che attraverso la scomposizione cromatica della luce e la sospensione tra bidimensionalità e tridimensionalità apre a orizzonti digitali e onirici. Presentando un lavoro che armonizza pittura e stampa, l’artista apre a una riflessione sui limiti e le possibilità del linguaggio pittorico nella creazione di immagini contemporanee». Luca Arboccò è nato a Chiavari, nel 1992. Ha studiato Pittura presso l’Accademia Albertina di Belle Arti a Torino e attualmente vive e lavora a Lipsia.
Dopo un primo appuntamento presso la concessionaria Jaguar BiAuto Club di Torino, l’11 febbraio 2020, dalle ore 18, si terrà una seconda presentazione, presso la galleria madrina Mazzoleni, in piazza Solferino 2 a Torino. Abbiamo raggiunto Ilaria Bonacossa, direttrice di Artissima, e Fabio Romano, Direttore Generale Marketing e PR di Jaguar Land Rover Italia, per farci dire di più.
Ilaria Bonacossa e Fabio Romano ci parlando di Jaguart
Perché legare il nome di un’azienda automobilistica all’arte contemporanea? Lasciando da parte il discorso dell’auto come opera d’arte, quale è il ritorno di immagine che si delinea in questa strategia?
Fabio Romano «L’arte contemporanea implica una costante ricerca di nuove tendenze, di rinnovate forme espressive e stilistiche, per creare un’opera che resti impressa nell’immaginario collettivo. In un certo senso, questo è lo stesso modus operandi che caratterizza la strategia di Jaguar: un brand in continua evoluzione che parla il linguaggio del design e che, da sempre, investe in ricerca, innovazione e sviluppo.
Ecco il motivo per cui abbiamo deciso, da qualche anno, di affiancarci a progetti che parlano di un concetto ampliato di arte e design e che premiano le giovani promesse in questo campo. L’obiettivo, proprio con il Progetto JaguArt, è quello di sostenere i nuovi talenti e mettere a disposizione la nostra expertise per supportarli, contribuendo anche a farli emergere fuori da un contesto più istituzionale come le gallerie d’arte».
Perché si è scelto di promuovere-produrre la giovane arte italiana anziché pensare a qualche mid-career o addirittura a qualche vecchio maestro, per iniziare una collaborazione?
FR «Il motivo principale è che vogliamo cavalcare la continua idea di innovazione che il brand ha sposato in ambiti vari, apparentemente diversi, ma tra loro sempre più connessi e crediamo che i giovani siano la categoria più rappresentativa di questa tendenza. É una linea che ha ispirato le nostre scelte anche in altre occasioni, come le scorse edizioni della Milano Design Week, in cui ci siamo affiancati alle promesse emergenti dello IED di Torino o a nomi di nuovi studi di design con cui abbiamo instaurato collaborazioni interessanti. L’incontro con Artissima è stato per noi una preziosa occasione per esprimere i valori rappresentati dal brand Jaguar creando un progetto mirato a supportare la ricerca e l’affermazione di nuovi talenti».
Che differenza c’è tra curare un progetto aziendale, rispetto a una fiera a una mostra dentro le sale di un museo? Quali limiti e quali opportunità offre una dimensione come quella di JaguArt per gli artisti?
Ilaria Bonacossa «Il mondo dell’arte contemporanea è in continua trasformazione e i limiti tra istituzioni e mercato sembrano sempre più labili e interconnessi.
Lavorare a un progetto come JaguArt permette di sperimentare nuove modalità, sovvertendo le regole e i meccanismi abituali. In particolare, la struttura di questo progetto mi sta portando a indagare, in maniera trasversale e immediata, cosa i giovani artisti stiano producendo e con quali mezzi espressivi, per poter immaginare le urgenze del presente e gli sviluppi futuri.
Il road show nasce inoltre dalla volontà di portare l’arte contemporanea fuori dai confini delle gallerie e dei musei per intercettare i pubblici di Jaguar e Artissima che non sempre si incontrano, ma sono connotati entrambi dall’interesse verso il bello e l’innovazione.
Il progetto rappresenta un’opportunità: Jaguar si è appassionata e ha messo a nostra disposizione tutto il suo know-how e le sue potenzialità con curiosità e apertura nei confronti dei nuovi talenti».
[…] Press: JaguArt on Exibart […]