L’artista tedesca di origini iraniane Nairy Baghramian è la vincitrice del Nasher Prize 2022, il prestigioso premio da 100mila dollari, assegnato annualmente dal Nasher Sculpture Center di Dallas, in Texas. «Profondamente impegnata nella tradizione creativa della scultura, Baghramian considera attentamente i materiali e la forma per creare opere che sono esplorazioni evocative ed enigmatiche del corpo e che sondano la nostra propensione verso l’interiorità e l’esteriorità», ha dichiarato Jeremy Strick, direttore del Nasher: «È un privilegio celebrare il suo lavoro in occasione di questo premio».
Nata nel 1971 in Iran, a Isfahan, Baghramian si trasferì da giovanissima a Berlino, dove attualmente vive e lavora. Nota per le sue sculture che fondono diversi riferimenti storici, dalla scultura classica all’architettura moderna, la sua carriera ha visto un’ascesa fulminea negli ultimi dieci anni. Le sue opere sono conservate nelle principali collezioni museali, tra cui il MoMA – Museum of Modern Art di New York e la Tate Modern di Londra. Recenti mostre personali sono state esposte al MUDAM Luxembourg (2019), al Palacio de Cristal, Madrid (2018), al Walker Art Center di Minneapolis (2017). Baghramian ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 2019 e nel 2011, e allo Skulptur Projekt di Munster, nel 2017 e nel 2007. Nel 2020 è stata nominata tra i finalisti dell’Hugo Boss Prize.
Il Nasher Prize è considerato uno dei riconoscimenti più significativi nell’ambito della scultura contemporanea e viene attribuito a un artista vivente, il cui corpus di opere ha avuto un impatto straordinario sulla comprensione di questo medium, estendendone le possibilità espressive e spesso espandendo la definizione di ciò che la scultura può essere. Istituito nel 2016, il premio è stato vinto da artisti come Michael Rakowitz, Isa Genzken, Theaster Gates, Pierre Huyghe e Doris Salcedo. Nel corso dell’anno, il Nasher Center ospita poi una serie di mostre, workshop e talk dedicati all’artista vincitore e alla sua ricerca.
La giuria del Premio Nasher 2022 era composta, tra gli altri, da Sir Nicholas Serota, ex direttore della Tate e attualmente presidente dell’Arts Council England, dall’artista Phyllida Barlow, dall’architetto David Adjaye, da Pablo Leon de la Barra, curatore al Guggenheim, da Carolyn Christov-Bakargiev, Direttore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, e da Hou Hanru, Direttore Artistico del MAXXI di Roma.
La giuria ha scelto il vincitore dell’edizione 2022 nel giugno 2021, sotto la morsa di una pandemia globale e dopo un anno di distanziamento sociale. «Quest’anno, dopo un lungo periodo di separazione dalle persone e dai luoghi durante la pandemia, l’opera di Nairy Baghramian si è distinta come esemplare per la considerazione del corpo, delle relazioni umane e dell’ambiente costruito attraverso una scultura che difende le persone e le esperienze trascurate nella vita quotidiana», ha dichiarato Strick. Le sculture di Baghramian fanno spesso affidamento su supporti esterni e sulla stessa architettura, per la loro stabilità e, in tal modo, suggeriscono spesso parallelismi con la struttura interna del corpo. Dwindler è una serie di installazioni costituite da sezioni curve di vetro fuso tenute in posizione da supporti di metallo zincato grezzi e imbullonati alle pareti della galleria, incapsulando lo spazio in percorsi segmentati. Le opere sembrano suggerire l’impressione di condotti deteriorati ma anche di tratti intestinali, conferendo ai materiali industriali una vulnerabilità normalmente non attribuita.
La sua recente serie Misfits, presentata alla Galleria d’Arte Moderna di Milano, per una mostra promossa dalla Fondazione Furla, e alla sede parigina della Marian Goodman Gallery, descrive i bambini come un’altra categoria di outsider sociali, in una serie di sculture e fotografie che considerano il parco giochi come spazio politico. Simile a giocattoli intrecciati, le sculture dai colori vivaci suggeriscono la capacità di adattamento ma, a un esame più attento, si rivela che ogni possibilità è ostacolata e la giocosità che le opere sembrano promettere non è soddisfatta. Ognuna delle opere in mostra è costituita di due metà, realizzate con materiali differenti – fusioni in alluminio dipinto e legno per gli elementi che si trovano all’interno, marmo per quelli in esterno – e installate come fossero parti disgiunte di un possibile intero. Il percorso espositivo si articola in cinque ambienti, ciascuno dei quali ospita un elemento scultoreo, e prosegue sulla terrazza adiacente alle sale.
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