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Sono stati annunciati sabato, 8 luglio, a Livorno, i vincitori del Premio Combat 2023, il concorso internazionale d’arte contemporanea arrivato alla 14ma edizione e ideato dall’Associazione culturale Blob Art ETS, in compartecipazione con il Comune di Livorno, con il sostegno della Fondazione di Livorno e della casa editrice Sillabe insieme al partner Opera Laboratori, oltre che dell’azienda Poliart. La mostra con le opere dei finalisti aveva aperto il 17 giugno al Museo Civico Giovanni Fattori – Granai di Villa Mimbelli.
A tema libero e senza vincoli d’età, il Combat Prize indaga la produzione visuale attuale, con un respiro internazionale. Il Premio ha raccolto, anche per questa edizione, un numero importante di adesioni: sono state infatti 1094 le opere degli artisti che hanno risposto al bando e le partecipazioni straniere provenivano da 36 Paesi diversi.
Il Premio Combat 2023 a Giovanni Chiamenti
La giuria, composta da Ilaria Gianni, Francesca Baboni, Lorenzo Balbi, Andrea Bruciati, Davide Ferri, Stefano Taddei, ha scelto come vincitore del Premio Combat, dal valore di 10mila euro, Giovanni Chiamenti, con l’opera Πλαστιλεῖμμα. «Il confronto sull’interspecismo e la necessità di una svolta ecologista e sostenibile animano il dibattito globale. Per aver saputo condensare in un’opera dal grande impatto estetico e dalla grande finitezza formale finanche nella scelta dell’elegante display espositivo, tematiche contemporanee e urgenti come la sostenibilità, lo smaltimento delle microplastiche, gli ecosistemi marini e la ricerca su queste importanti materie, realizzando una scultura tecnicamente complessa ed ardita», si legge nelle motivazioni.
I vincitori delle sezioni e le menzioni
Per la sezione Pittura, la giuria ha assegnato il premio a Giulia Mangoni con l’opera Garigliano sogna Ecuador, con la seguente motivazione: «Il dipinto di Giulia Mangoni è emblematico di una ricerca sul luogo che l’artista sviluppa da tempo, un luogo che l’artista reinventa facendo incontrare in un’unica immagine paesaggi distanti e lontani, e dando vita a una partitura di campiture e segni piatti, vagamente matissiani, che annulla profondità e distanze, di toni e colori che richiamano una dimensione di lussureggiante esotismo». Menzione speciale della giuria a Simone Rutigliano.
Per la sezione Fotografia, la giuria ha decretato vincitore Vaste Programme con l’opera Le nostre radici, con la seguente motivazione: «Le nostre radici è un progetto che ascolta e interpreta in maniera ironico-critico un’urgenza del XXI secolo, costruendo una narrazione sul tema del cambiamento climatico. Il lavoro è un esempio di come la fotografia, uscendo dai propri limiti formali, innestandosi con diversi sistemi visivi, segni e simboli, riesca a diventare un corpo d’esperienza che abbraccia relazioni, spazi e sensi, agendo sulla nostra consapevolezza civica e politica». Menzione speciale della giuria a Jacopo Valentini.
Per la sezione Grafica, la giuria ha premiato Marco Mandorlini con l’opera Bruciare la mosca con la seguente motivazione: «Costruire una diversa narrazione visiva in una iconosfera oramai immersa nel tecnologico è di per se stessa un’operazione degna di nota, ma aggiungere nel lavoro un qualcosa dal sapore antico, espresso attraverso una tecnica artigianale con materiali poveri ma dall’alta densità poetica è qualcosa che merita allora estrema attenzione». Menzione speciale della giuria a Michele Savino.
La giuria ha decretato vincitore per la sezione Scultura/Installazione, Alexsandar Petkov, con l’opera 200×35 cm, con la seguente motivazione: «Il lavoro di Aleksander Petkov spicca per la sua presenza apparentemente composta e dimessa, ma capace di rievocare in modo intenso la processualità che l’ha generato, in cui il cui il disegno della forma nasce dall’incontro di materiali che si attivano e rilanciano reciprocamente. Il lavoro sembra attraversato da una forza che lo spinge verso l’alto, verso un’altezza ideale che coincide con quella del suo studio – due metri e trentacinque centimetri». Menzione speciale della giuria a Francesca Bertazzoni.
Infine, per la sezione Video, la giuria ha assegnato il premio a Sabrina Zanolini con l’opera Job Interview (Waiting room / Wall sit session), con la seguente motivazione: «Per la capacità di catalizzare in pochi minuti e in modo virtuoso l’attenzione sul rapporto tra corpo, spazio e tempo. Riprendendo il pretesto di un esercizio fisico di rilassamento, per giocare sulla logica del condizionamento, l’artista riesce a fagocitare una tensione che aiuta a demistificare l’impatto emotivo dell’attesa». Menzione speciale della giuria a Luca Granato.
I premi speciali
Assegnato anche il Premio Galleria, premio speciale nato dalla nuova collaborazione con sei gallerie di primo piano nel contemporaneo e lo spazio indipendente SAC – spazio arte contemporanea di Livorno, che consiste nella realizzazione di un progetto espositivo nei propri spazi nella stagione 2023-2024, dando così continuità al confronto aperto durante la partecipazione al Premio.
La galleria A+B di Brescia ha selezionato come suoi vincitori Francesca Bertazzoni e Simone Rutigliano. La galleria romena IAGA Contemporary Art, con sede a Cluj, ha premiato Michele Savino. La galleria Studio G7 diBologna ha assegnato il premio a James Hillman. La galleria Lunetta 11 di Borgo Lunetta, a Cuneo, ha decretato vincitore Giulia Mangoni. Per la galleria Magazzeno di Ravenna il vincitore è Giovanni Chiamenti. La galleria veneziana Marina Bastianello Gallery ha assegnato il premio a Sabrina Zanolini. Lo spazio indipendente SAC spazio arte contemporanea di Livorno, infine, ha selezionato come vincitore Silvia Gelli.
Il premio Poliart viene assegnato a James Hillman. L’azienda Poliart, leader nel settore del polistirene espanso, sosterrà la produzione di una nuova opera dell’artista. In ultimo, il Premio della Giuria Popolare, conferito in base alle preferenze espresse dal pubblico partecipante, viene assegnato a Gemma Mazzotti, con l’opera Burning stars – have fun.