Debora Garritani, Monica Mazzone e Alessandro Nanni sono i vincitori della decima edizione del Premio VAF, riconoscimento promosso dall’omonima fondazione tedesca e che, da oltre 20 anni, sostiene e promuove la giovane arte italiana. La cerimonia di premiazione si è svolta al Mart di Rovereto, che ospita la mostra dei finalisti.
Come per la scorsa edizione, la Fondazione VAF ha assegnato un primo premio del valore di 15mila euro, un secondo premio del valore di 7.500 euro, e un terzo premio del valore di 5mila euro. I vincitori, oltre al conferimento del premio in denaro, hanno diritto all’acquisizione dell’opera in concorso, che entra a far parte della Collezione della Fondazione VAF.
La Fondazione VAF, creata dal collezionista e mecenate tedesco Volker W. Feierabend, è uno dei principali promotori dell’arte italiana nel panorama internazionale. Il premio, istituito nel 2003 e a cadenza biennale, non solo offre un’opportunità per i giovani artisti di affacciarsi sulla scena europea ma rappresenta anche un omaggio all’eredità culturale italiana. I finalisti hanno l’opportunità di esporre le loro opere in due prestigiose sedi museali: la Stadtgalerie di Kiel in Germania e il Mart di Rovereto. Quest’ultimo ospita, dal 2005, una parte significativa della collezione VAF, consolidando un rapporto storico con Feierabend.
A selezionare le opere in concorso per l’edizione 2024 del Premio Vaf, un comitato scientifico composto da Elena Pontiggia, Gabriella Belli e Denis Viva. I criteri di valutazione si sono basati su un approccio che ha privilegiato la capacità degli artisti di esplorare nuovi territori espressivi, senza essere vincolati a canoni predefiniti. 13 i finalisti le cui opere sono esposte al Mart: Adriano Annino, Antonio Barbieri, Chiara Calore, Valentina Diena, Roberto Fanari, Debora Garritani, Teresa Giannico, Jacopo Ginanneschi, Monica Mazzone, Alessandro Nanni, Davide Quartucci, Michele Tajariol, Beatrice Taponecco. La mostra sarà visitabile fino al 9 febbraio 2025.
Debora Garritani, vincitrice del primo premio, ha conquistato la giuria con una serie di opere che esplorano il confine sottile tra realtà e finzione. Nata a Crotone nel 1983, Garritani si è formata all’Accademia di Belle Arti di Brera e ha sviluppato una poetica che riflette sull’esistenza contemporanea, utilizzando la fotografia come mezzo di introspezione. Le sue opere, caratterizzate da una raffinata tecnica di stampa su carta di cotone, evocano un senso di sospensione e ambiguità , in cui il quotidiano si trasforma in una “stanza delle meraviglie”, come sottolinea Nicoletta Colombo.
Il secondo premio è andato a Monica Mazzone, il cui linguaggio geometrico e astratto dialoga con l’ossessione per la perfezione. Nata a Milano nel 1984 e formatasi presso lo IED e l’Accademia di Brera, Mazzone ha saputo tradurre la sua ricerca estetica in opere che combinano bidimensionalità e tridimensionalità , creando una tensione tra controllo e imprevedibilità , come evidenziato da Denis Viva.
Alessandro Nanni, terzo classificato, esplora invece la fragilità della percezione umana attraverso un minimalismo lirico che si svela nelle sfumature di luce. Originario di Carpegna e laureato in Fotografia dei Beni Culturali, Nanni crea frammenti di realtà che sembrano appartenere a qualsiasi luogo e tempo, ma che, come nota Elena Pontiggia, rivelano un mondo intimo e profondo, dove «Nulla è minimo».
L’edizione 2024 del Premio VAF ha reso omaggio anche alla carriera di Marcello Morandini, uno dei più importanti rappresentanti dell’Arte Concreta in Europa. Nato a Mantova nel 1940, Morandini ha saputo intrecciare arte, architettura e design in una carriera che lo ha visto protagonista del dibattito artistico internazionale. Le sue opere, incluse nella collezione VAF, sono state descritte come «Scacchiere metafisiche» da Elena Pontiggia, che ha sottolineato la capacità dell’artista di costruire strutture luminose in cui l’oscurità si annida, creando un paradosso visivo e concettuale.
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