L’M+ Museum di Hong Kong è ancora in fase di completamento ma la sua programmazione è già partita alla grande visto che – come se non bastasse la curiosità per questo nuovo museo dedicato all’arte del XX e XXI secolo – ha già presentato il suo premio, il Sigg Prize che, per questa prima edizione, è stato vinto da Samson Young. Quando si parla di arte asiatica, non ci sono dubbi su chi sia Sigg. Si tratta chiaramente di Uli Sigg, l’uomo che amava la Cina, parafrasando il titolo del famoso libro di Simon Winchester.
Uomo d’affari del gruppo Schindler negli anni ’70, ambasciatore svizzero per la Cina tra il 1995 e il 1998, membro del consiglio internazionale del MoMa di New York e della Tate di Londra, è Uli Sigg decise di avviare la sua collezione nel 1990, seguendo il processo di emancipazione dell’arte cinese dagli stili occidentali e lo sviluppo di un suo carattere peculiare. La sua collezione è stata esposta in tutto il mondo. Nel 1999, Harald Szeemann chiese aiuto a Sigg per selezionare un gruppo di artisti cinesi da proporre all’interno della Biennale di Venezia, mentre a febbraio 2020 ha inaugurato una mostra al Castello di Rivoli, a cura di Marcella Beccaria.
Il Sigg Prize è stato istituto nel 2018 dall’M+ di Hong Kong, come diretta prosecuzione del CCAA – Chinese Contemporary Art Award, fondato dallo stesso Uli Sigg nel 1998. Il premio, a cadenza biennale, intende fornire un riconoscimento alle più influenti ricerche artistiche della regione cinese ed è dedicato ad artisti che sono nati o che lavorano in Cina. La giuria del Sigg Prize ha votato all’unanimità per Samson Young, il cui approccio multidisciplinare, a partire dal suono e dalla performance, è espresso nell’istallazione Muted Situations #22: Muted Tchaikovsky’s 5th, in esposizione all’M+ Pavillion fino al 17 maggio 2020, insieme alle opere di altri cinque artisti selezionati per la shortlist dei finalisti. Young si aggiudica un premio in denaro di circa 65mila dollari, mentre per gli altri finalisti, circa 12mila dollari ciascuno.
«Samson Young usa il suono come materiale, un una pratica sperimentale riferita alla sua formazione come compositore. Silenziando la melodia in una esecuzione orchestrale, mette in evidenza i suoni periferici. Con ironia, Young spinge l’audience a concentrarsi su ciò che spesso è trascurato oppure ignorato, oltre che sull’essenza della musica e sulle aspettative della collettività», è la motivazione della giuria del Sigg Prize composta da Suhanya Raffel, Liu Li Anna, Maria Balshaw, Bernard Blistène, Gong Yan, Lai Hsiangling, Suhanya Raffel, Uli Sigg, Xu Bing.
«Sono emozionato di vedere la prima edizione del Sigg Prize e del Fellowship. Con il suo sguardo globale, il Sigg Prize esprime il carattere internazionale dell’arte contemporanea cinese e farà in modo che il pubblico di tutto il mondo possa avere l’opportunità di conoscere il lavoro degli artisti della regione cinese. Proseguendo il CCAA, il Sigg Prize sarà una voce importante nel discorso sulle pratiche artistiche attuali. Mentre il Sigg Fellowship è un programma sperimentale dedicato alla ricerca teorica e continua il lavoro del CCAA Art Critic Award», ha dichiarato Uli Sigg.
A vincere il primo Sigg Fellowship è stato il ricercatore di Pechino Yang Zi, che riceverà un premio in denaro di circa 24mila dollari. La sua ricerca, incentrata sul dialogo con l’arte tradizionale e con la cultura popolare, si svilupperà in un nuovo progetto che sarà presentato nei prossimi mesi, entro la fine del 2020. «Il progetto di Yang Zi mette in evidenza alcune espressioni trascurate dell’arte contemporanea in Cina. Crediamo che il suo lavoro potrà aprire nuove linee di ricerca da condividere con il museo M+ e con la Sigg Collection», spiegano dalla giuria.
L’M+ Museum, attualmente in fase di costruzione, aprirà nel 2021, su progetto di Herzog & de Meuron and Farrell, vincitori nel 2012 di un bando internazionale al quale partecipò anche Renzo Piano Building Workshop. Situato nella zona di West Kowloon Cultural District, una delle aree urbane più dinamiche e in rapido sviluppo di Hong Kong, progettata da Foster + Partners, l’M+ Museum diventerà uno dei centri d’arte contemporanea più importanti al mondo, con i suoi 17mila metri quadrati riservati agli spazi espositivi, su una superficie totale di 65mila metri quadrati che comprenderanno anche ristoranti e giardini. E non ci sarebbe nemmeno bisogno di dire che la maggior parte delle opere verranno dalla collezione di Uli Sigg.
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