Tomaso De Luca è il vincitore del MAXXI BVLGARI Prize 2020, il riconoscimento che, giunto alla seconda edizione, unisce il museo MAXXI di Roma e la celeberrima maison Bulgari, celebrando il dialogo non solo tra l’arte contemporanea e l’eccellenza italiana del saper fare, ma anche tra una istituzione pubblica e una società leader nel suo settore. A dare l’annuncio, Jean-Christophe Babin, CEO di Bulgari, Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI, Hou Hanru, Direttore artistico del MAXXI e membro della giuria internazionale, Bartolomeo Pietromarchi, Direttore del MAXXI Arte e membro della giuria internazionale, Tamu McPherson, fashion content creator e Ambassador Bulgari per la Corporate Social Responsibility, nel corso di una cerimonia trasmessa in streaming, che ha visto la partecipazione degli altri due finalisti del Premio, Giulia Cenci e Renato Leotta, annunciati a ottobre 2019. A far parte della giuria anche Manuel Borja-Villel, Direttore del Museo Reina Sofía di Madrid, Emma Lavigne, Presidente del Palais deTokyo di Parigi, e Victoria Noorthoorn, Direttrice del Museo di Arte Moderna di Buenos Aires.
Sviluppatosi come una prosecuzione del Premio per la Giovane Arte – che dalla sua fondazione, nel 2000, è stato un importante trampolino di lancio artisti come Mario Airò, Yuri Ancarani, Giorgio Andreotta Calò, Stefano Arienti, Micol Assaël, Rosa Barba, Massimo Bartolini, Vanessa Beecroft –, «Il MAXXI BVLGARI PRIZE è uno degli appuntamenti più importanti del museo», ha detto Melandri. «Sostenere i giovani talenti significa investire sulla creatività del nostro tempo e sul nostro futuro, missione condivisa da MAXXI e Bvlgari, nostro partner prezioso», «Quest’anno sono particolarmente lieta di acquisire tutti e tre i lavori dei finalisti, che riflettono sul nostro tempo, sulle inquietudini della società di oggi e sul futuro. Ora più che mai è importante essere vicini alla comunità artistica. Inoltre, in un momento in cui ci sentiamo tutti così svuotati, i giovani artisti riaccendono il nostro pensiero critico e ci parlano di libertà, di diversità come ricchezza, di rispetto della natura, di memoria e futuro».
Tra le opere dei finalisti, «Che fanno luce sul nostro tempo e riflettono sul futuro, avvicinando l’arte alla vita», come dice Hou Hanru, è stata scelta A Week’s Notice di Tomaso De Luca «Per la maturità e il coinvolgimento etico, sociale e politico espressi dall’opera; per la poetica sottile, calibrata e colta, e la dimensione aperta dell’opera, che lascia ampio spazio all’interpretazione dello spettatore; per la sintesi e la capacità di raccontare una porzione di Storia dimenticata ma centrale per compredere l’importanza dei valori contemporanei quali l’emancipazione e le questioni di genere; per la promozione di tutte le diversità concepite come una ricchezza per l’umanità», si legge nelle motivazioni della giuria.
In A Week’s Notice, installazione video e sonora su tre canali, De Luca ibrida miniature di abitazioni prese in prestito dal cinema, dalla storia dell’architettura e dalla sua vita privata, per farle animare, tra voli pindarici e crolli maestosi, enunciando la bellezza insita nell’instabilità e rielaborando l’esperienza di un trauma come possibilità di creazione. Ma l’opera è anche riferita all’incrocio indissolubile e non sempre palese di due fenomeni recenti della storia collettiva, quelli della gentrificazione e della crisi dell’AIDS.Mentre nei quartieri delle grandi città la comunità omosessuale, tra gli anni ’80 e i ’90 la più colpita dall’epidemia, scompariva, il mercato vedeva in quella strage un’opportunità: mobili e beni personali venivano gettati per strada e gli appartamenti rimessi sul mercato per affittuari più sani e abbienti. Nel tentativo di riconquistare questo spazio perduto, l’artista trasforma l’architettura domestica in uno spazio disorientante, dove il senso di perdita e di precarietà diventano elementi generativi di una ricostruzione.
«Mi congratulo vivamente con il vincitore Tomaso De Luca per la sua opera che innesca un dialogo emozionante tra la Storia e i nostri valori contemporanei», ha dichiarato Babin. «Il mio ringraziamento va comunque a tutti e tre gli artisti per averci offerto le loro potenti riflessioni sulla realtà che viviamo e sugli scenari futuri. Sono particolarmente lieto che quest’anno anche il pubblico abbia potuto esprimere le sue preferenze, confermando così la vocazione di un Premio incentrato sul valore della connessione e dell’esperienza. La felice sinergia tra BVLGARI e il MAXXI continua così a dare linfa vitale all’universo dei giovani artisti e a noi tutti il privilegio di ispirarci grazie al loro talento visionario e alle loro idee».
La scelta della giuria è coincisa anche con quella dei visitatori, invitati a esprimere il loro parere compilando una cartolina da ritirare e riconsegnare alla biglietteria del museo. Nonostante le due chiusure per le norme anti Covid-19 e la conseguente breve durata della mostra, curata da Giulia Ferracci, durante la quale sono stati espositi i lavori dei finalisti, numerose sono state le preferenze espresse, che hanno fatto registrare uno scarto di pochi voti. Ma il Covid ha dato l’occasione di lanciare anche buoni segnali: tutte e tre le opere dei finalisti sranno infatti acquisite nella collezione del MAXXI, «Per dare un concreto segnale di supporto ai giovani artisti in un periodo di estrema emergenza e fragilità e per riconoscere l’impegno, la costanza e la professionalità dimostrata dagli artisti», ha sottolineato Pietromarchi.
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