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Marion Baruch e Marco Eusepi sono i vincitori del Premio Lissone 2023, rispettivamente per le categorie Gran Premio e Nuove Visioni. La Giuria del Premio Lissone 2023 è composta da Lóránd Hegyi, storico e critico d’arte ungherese che, tra i vari incarichi ricoperti, ha diretto il Ludwig Museum di Vienna e il Pan di Napoli, da Giovanna Forlanelli Rovati, presidente della Fondazione Luigi Rovati di Milano e Francesca Guerisoli, direttrice artistica del MAC – Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, istituzione che conserva l’intera collezione delle opere vincitrici del concorso storico.
Le novità del Premio Lissone 2023
Tra i riconoscimenti dedicati all’arte contemporanea più antichi in Italia, promosso già negli anni ’40 e, allora, dedicato alla pittura, il Premio Lissone è ripartito, per questa edizione, da un nuovo format ideato da Guerisoli. La struttura del premio ha previsto la produzione di un progetto espositivo composto da quattro mostre, curate da Lucrezia Longobardi, Gabi Scardi, Noah Stolz e Saverio Verini. Sulla base di un concept, ogni curatore ha selezionato cinque proposte, per un totale di 20 artisti invitati al Premio Lissone 2023: Ludovica Anversa, Sonia Arienta, Marion Baruch, Andrea Barzaghi, Simone Berti, Martina Biolo, Linda Carrara, Simona Da Pozzo, Marco Eusepi, Alice Faloretti, Pietro Librizzi, Eva Marisaldi, Lucas Memmola, Isabella Pers, Tiziana Pers, Nazzarena Poli Maramotti, Giulio Saverio Rossi, Andrea Sala, Alessandra Spranzi, Andreas Zampella.
La mostra è suddivisa in due capitoli: la Sezione Gran Premio, con le mostre “Pittura come pratica progettuale” e “Cose che accadono”, la prima curata da Gabi Scardi e la seconda da Noah Stolz, e la Sezione Nuove Visioni, con le mostre “Vedute, visioni, voragini” e “Sonata #023”, curate da Saverio Verini e Lucrezia Longobardi. Due i premi in denaro, attribuiti alle opere ritenute più significative: uno per la categoria Gran Premio, del valore di 10mila euro, e uno per la categoria Nuove Visioni, del valore di 5mila. Le opere vincitrici sono state acquisite dal MAC ed entreranno a far parte della collezione permanente del museo, composta da oltre 450 opere d’arte moderna e contemporanea.
Le opere dei vincitori
«Alla base del Premio Lissone 2023 vi è il desiderio di far emergere le linee di ricerca legate al mezzo pittorico attraverso lo sguardo di curatori e artisti di generazioni diverse», spiegano gli organizzatori. «Le ricerche attuali che possono essere ricondotte alla pittura contemporanea sono declinate in molteplici linguaggi, che espongono il concetto di pittura a innumerevoli letture.
Per la categoria Gran Premio, l’artista rumena Marion Baruch (Timisoara, 1929) vince con Bridging the gap, del 2019, esposta nella mostra curata da Noah Stolz, “Cose che accadono”. Si tratta di «Un’opera apparentemente fragile che, dando nuova vita a un tessuto di scarto, nelle sue forme ci obbliga ad immaginare ciò che non è più presente, ma che la nostra sensibilità riattiva attraverso la memoria», si legge nelle motivazioni della Giuria.
Nella sua pratica, Baruch riscopre il gusto per l’arte formale e realizza sculture in materiale tessile, utilizzando i resti di produzione del prêt-à-porter. La duttilità del tessuto e la sua non fissità fanno delle “sculptures” oggetti ombra, che dialogano con lo spazio e con le forme suggerite dalla memoria. Bridging the gap fa riferimento a un modo di dire inglese che indica un’azione che ha lo scopo di riempire una mancanza. La mancanza rappresenta per Baruch un concetto seminale, ovvero la possibilità di intendere il vuoto come una potenzialità che può quindi essere abitata, letteralmente e anche fisicamente.
Marco Eusepi (Anzio, 1991) ha vinto nella categoria Nuove Visioni con Untitled (Flowering), opera del 2023, presentata nella mostra “Sonata #023”, curata da Lucrezia Longobardi. «Un lavoro meditativo e poetico che in maniera astratta esprime il pensiero dell’artista sulla natura. Utilizzando una tecnica antica, olio su tavola, ed esprimendo una grande sensibilità cromatica e freschezza del tratto, l’artista mostra una conoscenza profonda della pittura europea, che interpreta in modo autentico e non banale», continuano nelle motivazioni.
Seguendo una gamma cromatica ora più fedele al vero, ora più di fantasia, corpi floreali affiorano dal fondo chiaro del legno lasciato grezzo. Affidandosi alla rapidità di un gesto pittorico per restituire l’immediatezza di una sensazione, Eusepi condivide l’esperienza percettiva dello sguardo. In tal senso, questi fiori assumono un carattere quasi autobiografico – visto il carattere intimo che li ha determinati – e restano, nella freschezza del loro fatale gesto, armoniche testimonianze della ricerca di un’interiorità che si rispecchia nel circostante.