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pre[ss]view_editori MAMbo in stampa
pre[ss]view
Molte cose sono cambiate da quando Maraniello ha assunto la direzione del MAMbo. Nuovi spazi, un bar/ristorante degno di questo nome, una programmazione vivace. Mancava solo il comparto editoriale. Ce lo racconta Francesca Rebecchi...
direzione di Maraniello e la nuova sede del museo, i primi cataloghi sono stati
stampati da Skira, che tuttora gestisce il bookshop. Com’è nata l’esigenza di
fondare un proprio marchio? Delusi dalla distribuzione, dai prezzi di
copertina? O è stata la difficoltà di gestire “a distanza” i progetti?
L’opportunità
di realizzare in modo autonomo i cataloghi delle mostre è emersa in effetti
molto presto. Del resto, per un museo che vede i propri spazi trasformarsi ogni
volta in relazione all’intenzionalità artistica e al progetto curatoriale, è
naturale che nasca il desiderio di intraprendere una propria attività
editoriale, con la cura di un volume dall’inizio alla fine, dalla progettazione
grafica e dell’impaginato alle delicate fasi del controllo cromatico delle
immagini e della stampa.
Finora
avete stampato libri molto diversi fra loro, senza alcuna “continuità” grafica.
Non credi che possa essere un problema dal punto di vista della visibilità?
La
“fedeltà” a un artista si è tradotta inevitabilmente, e felicemente, in una
molteplicità di vesti editoriali, che non crediamo abbiano leso la nostra
visibilità ma, al contrario, dichiarano i nostri intenti: dialogo aperto con
gli artisti, progetto scientifico di respiro internazionale e, che non guasta,
accattivante rapporto qualità-prezzo. Le Edizioni MAMbo sono appena nate, per
questo siamo in una fase di sperimentazione dalla quale non è detto che non
possano nascere collane o filoni tematici e monografici con una precisa
caratterizzazione grafica e di contenuti.
Ricapitoliamo
i “filoni” che sinora avete sperimentato. Innanzitutto la serie degli instant
book,
prima con Penone e in questi giorni con Zorio. Mi è parsa un’idea assai
democratica, come d’altronde capita in molti altri paesi: un catalogo ridotto e
alla portata d’ogni tasca…
È parsa
anche a noi una buona idea quella di fornire al visitatore uno strumento agile
per accostarsi a un artista attraverso le sue stesse parole. La risposta del
pubblico alla prima edizione, uscita in occasione della mostra di Penone, ci ha
incoraggiato a continuare su questa strada anche con Gilberto Zorio. L’instant
book fonde la
funzione esplicativa della brochure con un accurato apparato iconografico, il
tutto racchiuso in un “oggetto” unico e allo stesso tempo popolare.
Ci
sono poi i cataloghi propriamente detti, come quello di Seth Price. Ma anche
progetti che assomigliano molto più a libri d’artista, come il cofanetto che
contiene tre volumi di Luigi Ontani. Anche in questo caso il prezzo è rimasto
quasi incredibilmente basso, pur trattandosi di un’opera tipograficamente
complessa. È il primo di una serie di esperimenti di questo genere oppure è un
omaggio ad hoc
a Ontani?
Partendo
da Seth Price, la prima cosa da dire è che si tratta di un libro d’artista,
ideato e concepito in ogni sua parte da Price con Joseph Logan. Non è una mera
documentazione della mostra al MAMbo, ma piuttosto un viaggio attraverso i Calendar
Paintings
accompagnato da un testo di Tim Griffin. Per quanto riguarda il cofanetto di
tre volumi dedicato a Ontani, la miglior spiegazione risiede nella variegata
poetica dell’artista bolognese. Con lui sono stati scelti i colori guida
(magenta, oro e ciano), con lui sono stati decisi il formato, la carta e le
preziose immagini lenticolari che contraddistinguono la versione deluxe. Ontani
ha lavorato a stretto contatto con i grafici e i tipografi, mantenendo quel
filo diretto necessario per affrontare le fisiologiche difficoltà tecniche che
stanno alla base della traduzione della sua opera in forma di catalogo, senza
per questo aggravarne i costi.
Veniamo
alla terza tipologia di libro. Insieme alla Ikon Gallery avete editato un’ampia
raccolta di scritti di Penone. Si potrebbe dire che in questo modo si apre il
ramo “saggistico”. Anche in questo caso la domanda è: si tratta d’un volume che
darà inizio a operazioni analoghe? E non mi riferisco solo agli scritti
d’artista, ma magari a vera e propria collana di saggistica d’arte…
L’operazione
portata avanti per il libro Giuseppe Penone. Scritti 1968-2008 è inevitabilmente debitrice di
una caratteristica fondamentale dell’artista stesso: il costante corredo
testuale che ha accompagnato l’intera sua ricerca. Come si diceva in
precedenza, questi primi volumi di Edizioni MAMbo sono degli apripista e come
tali intraprendono strade che si chiariranno in seguito. La prossima
pubblicazione sarà edita in occasione della mostra su Fellini – prevista per la
primavera del 2010 – e si baserà sulla collaborazione tra due “giovani” realtà editoriali
bolognesi, nello specifico MAMbo e Cineteca.
Uno
sguardo alla situazione italiana: sono pochi i musei che hanno fatto una scelta
come la vostra. E spesso si tratta di realtà più ampie, come la Fondazione
Torino Musei. Cosa ne pensi di questo scenario, dominato da 3-4 grandi editori?
Credo che
il nostro pensiero riguardo lo scenario che hai descritto possa essere
riassunto dalla scelta di percorrere la strada della produzione autonoma.
Chiudiamo
con una presentazione: chi è Edizioni MAMbo?
Edizioni
MAMbo è uno staff giovane, nato all’interno del museo con i ruoli di corporate
identity supervisor,
ricerca scientifica e ufficio comunicazione, che ha assunto la gestione del
design, dell’editing e della produzione della nuova linea editoriale. Per MAMbo
diventare editore rappresenta un’ulteriore sfida alla funzione canonica di
museo come “contenitore”, un ulteriore passo verso l’idea di museo
diffuso, produttore, non solo divulgatore, di cultura.
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*articolo pubblicato su Exibart.onpaper n. 61. Te l’eri perso? Abbonati!
Info: info@mambo-bologna.org; www.mambo-bologna.org
[exibart]