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pre[ss]view_editori Promo-Art
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In un panorama editoriale non sempre verde, ha appena visto la luce una nuova casa editrice di libri d’artista. Se la sede è a Bruxelles, il cuore dei direttori di Promo-Art batte per i giovani artisti italiani. Che sono invitati a inviare i loro progetti…
Va salutata con entusiasmo l’apertura della Promo-Art, una nuova casa editrice francese, con sede a Bruxelles, diretta da Jérôme Lestang e Antonio Furone. Quest’ultimo, tra l’altro, è stato il fondatore della galleria Trans/Form, che nel 1981 ha contribuito alla diffusione del movimento della Figuration Libre. Con l’intenzione di offrire un “panorama originale della creazione contemporanea”, le pubblicazioni della Promo-Art sono concepite con l’idea di tener insieme “la chiarezza pertinente del testo e l’eccellenza del dossier iconografico”. L’attenzione verrà portata a diverse discipline, tra cui quelle che la lingua francese designa come “arts plastiques” e che corrispondono, in sostanza, ai classici insegnamenti impartiti nelle nostre Accademie. Ma vi sarà anche spazio per coloro che si occupano di architettura, design, musica, decorazione e architettura d’interni. Al proposito, va ricordato che la Promo-Art resta disponibile a vagliare progetti e proposte di pubblicazione da parte di giovani artisti –italiani e non–, invitati a mettersi direttamente in contatto con la redazione (all’indirizzo riportato in fondo, chi ha orecchie per intendere…).
Nel frattempo, la collana è stata inaugurata dalla pubblicazione di un volume consacrato a Gerardo Dicrola, scritto dallo storico dell’arte Giovanni Lista che –come l’artista– ha svolto la sua carriera scientifica in lingua e in terra francese. L’autore circoscrive bene la specificità dell’opera di Dicrola, raccolta sotto il nome di Processus Art (1973). Già dalla fine degli anni Sessanta, questi riprende e sviluppa in una nuova direzione la Process Art di matrice americana, come era stata elaborata ad esempio nelle sculture di Robert Morris. Un’indagine svolta servendosi di tecniche quali la refrigerazione delle immagini, la decomposizione e il degrado inarrestabile delle materie, l’uso della ruggine e del ghiaccio, l’intervento del caso e la presa in conto dei processi di decomposizione. Elementi che rendono l’opera effimera, sospesa in un equilibrio precario e aperta all’intervento manuale dello spettatore.
In dialogo con l’Arte Povera e con il Nouveau Réalisme, il nome tutelare che si nasconde dietro la Processus Art resta tuttavia Giorgio de Chirico, con cui Dicrola entra in contatto quando, in gioventù, gli invia una copia di un suo Autoritratto in costume. Non a caso, prima del ritorno di massa alla pittura verso la fine degli anni settanta, de Chirico gli consigliò di consacrarsi esclusivamente allo studio dei maestri antichi. Sensibile soprattutto al de Chirico citazionista, neo-barocco e dunque postmoderno, nonché al suo “riciclaggio manierista”, dal pictor optimus Dicrola ricavò tuttavia soprattutto l’interesse per il pensiero di Nietzsche. La pittura di Dicrola cerca infatti di mettere direttamente in scena il divenire, inteso come “creazione continua”, che “rende percepibile o visibile la decomposizione della materia, l’instabilità persistente della forma” ma anche il legame tra “la superficie materiale del quadro e il gesto concreto del pittore”, nonché “il divenire di ogni cosa e il processo di rigenerazione che regna su ogni manifestazione dell’essere”. Una matrice concettuale bilanciata dal richiamo della materia che si aggruma sulla tela, una “pittura obesa” che ha la stessa “esuberanza pittorica, cromatica e visuale” delle opere di Rubens e Renoir. Riferimenti non casuali, se consideriamo che quest’ultimo era amato, non a caso, proprio da de Chirico.
riccardo venturi
Promo-Art
Avenue Brugmann, 32 – B 1060 Bruxelles
Info: tel. +32 023433110; fax +32 023433115; contact@promo-art.be www.promo-art.be
Giovanni Lista – Dicrola. Processus Art
Pagg. 147, ill. col., € 25
pre[ss]view è diretta da marco enrico giacomelli
[exibart]