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Mat Collishaw – Nebulaphobia
Basata sulle possibili diverse accezioni del termine “Nebulaphobia”, da quella letterale di paura della nebbia al suo significato estensivo di paura del vuoto e del nulla, la mostra percorre il rapporto dell’uomo con l’immaterialità dell’immagine sacra e della sua rappresentazione.
Comunicato stampa
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La galleria 1/9 unosunove arte contemporanea è lieta di annunciare la prima mostra personale a Roma dell’artista inglese Mat Collishaw (1966, Nottingham, UK), apprezzato e riconosciuto come una delle figure più significative del gruppo noto con il nome di Young British Artists. Protagonista di importanti eventi espositivi come Freeze (1988) e Sensation (1997) e parte di prestigiose collezioni pubbliche tra le quali la Tate di Londra ed il Centre Pompidou di Parigi, Mat Collishaw è stato sempre affascinato dal modo in cui il linguaggio figurativo è in grado di colpire subliminalmente l’osservatore e da come una personale visione confuti la presupposta oggettività dell’immagine.
Basata sulle possibili diverse accezioni del termine “Nebulaphobia”, da quella letterale di paura della nebbia al suo significato estensivo di paura del vuoto e del nulla, la mostra percorre il rapporto dell’uomo con l’immaterialità dell’immagine sacra e della sua rappresentazione attraverso fotografie, lightbox ed installazioni che giocano con la nostra percezione visiva.
Un’imponente pulpito vittoriano ospita una piccola statua di Maria Vergine che sostiene tra le mani un velo sul quale il visitatore può vedere riflesso il proprio volto nel momento in cui lo osserva da vicino, diventando momentaneamente parte dell’opera stessa ed in questo modo completandola. Le immagini riprodotte su stampe lenticolari e lightbox diventano perfettamente visibili e distinte solo a breve distanza, allusione a quella prossimità fisica al luogo o immagine sacra in grado di permettere al fedele un contatto più profondo ed intenso con la divinità.
Attraverso materiali trasparenti come il vetro e il fumo, Mat Collishaw consente alle immagini sacre e mitologiche di manifestarsi affiorando su superfici che assecondano la loro natura evanescente. I soggetti vengono colti in una dimensione eterea e irreale, accessibile soltanto attraverso un artificio: è il contatto diretto con il visitatore che innesca il meccanismo della visione e così le immagini sacre e mitologiche insieme alle nature morte si animano vivendo dell’interazione con il pubblico.
Mat Collishaw vive e lavora a Londra. Si è diplomato nel 1989 al Goldsmiths’ College, Londra. Tra le recenti mostre personali ricordiamo: Shooting Stars, Haunch of Venison, Londra, UK (2008); Deliverance, Tanya Bonakdar, New York, USA (2008); Buenas Noches, Galerie Analix Forever, Ginevra, Svizzera (2006). Tra le recenti mostre collettive: Les Fleurs du Mal, Arcos Museo d’Arte Contemporanea del Sannio, Benevento (2007); Mat Collishaw, Anthony Goicolea, Haunch of Venison, Zurigo, Svizzera (2007). The Tempest – Mat Collishaw and Paul Fryer, Biennale di Venezia, Fondazione Gervasuti, Venezia; Into me, Out of me, Kunstwerke, Berlino, Germania e PS1 MOMA, Long Island, New York, USA (2007); Naturalia, 1/9 Unosunove, Roma (2006).
Galleria 1/9 Unosunove arte contemporanea is delighted to announce the first solo exhibition in Rome of British artist Mat Collishaw (1966, Nottingham, UK), highly regarded and acclaimed as one of the key figures in the generation of the Young British Artists. Mat Collishaw, who participated in internationally-renowned exhibitions such as Freeze (1988) and Sensation (1997) and whose work is part of important public collections including the Tate in London and the Centre Pompidou in Paris, has always been fascinated by the way imagery subliminally strikes the viewer and how a personal vision disproves the presumed objectivity of the image.
Inspired by the possible different meanings of the term ‘nebulaphobia’, from its literal significance of ‘fear of the fog’ to a more general one of ‘fear of nothing or nothingness’, the exhibition explores the relationship between man and the immaterial nature of the sacred image and its representation through photographs, lightboxes and sculptural installations which play with our visual perception.
A large wooden victorian pulpit houses a small statue of the Virgin Mary holding a shroud on which the viewer can see his/her own face while looking closely through a hole, thus temporarily becoming part of the work itself and completing it. The images represented on lenticular prints and lightboxes are perfectly focused and clear only at a close distance, echoing that physical proximity to a sacred site or image which allows the believer, as if on a pilgrimage, a more intense and profound contact with the divinity.
Using transparent materials such as glass and smoke, Mat Collishaw allows mythological and sacred images to show and manifest themselves on surfaces alluding to their evanescent nature. Subjects are represented in an ethereal and almost unreal dimension, approachable only through an artifice; it is the direct contact with the observer to trigger the vision, thus allowing the sacred images and the still lifes to animate through interaction with the public.
Mat Collishaw currently lives and works in London. He studied at the Goldsmiths’ College, University of London (1986-1989). Recent solo exhibitions include: Shooting Stars, Haunch of Venison, London, UK (2008); Deliverance, Tanya Bonakdar, New York, USA (2008); Buenas Noches, Galerie Analix Forever, Geneva, Switzerland (2006). Recent group exhibitions have included: Les Fleurs du Mal, Arcos Museo d’Arte Contemporanea del Sannio, Benevento, Italy (2007); Mat Collishaw, Anthony Goicolea, Haunch of Venison, Zurich, Switzerland (2007). The Tempest – Mat Collishaw and Paul Fryer, Venice Biennale, The Gervasuti Foundation, Venice, Italy; Into me, Out of me, Kunstwerke, Berlin, Germany and PS1 MOMA, Long Island, New York, USA (2007); Naturalia, 1/9 Unosunove, Rome, Italy (2006).
Basata sulle possibili diverse accezioni del termine “Nebulaphobia”, da quella letterale di paura della nebbia al suo significato estensivo di paura del vuoto e del nulla, la mostra percorre il rapporto dell’uomo con l’immaterialità dell’immagine sacra e della sua rappresentazione attraverso fotografie, lightbox ed installazioni che giocano con la nostra percezione visiva.
Un’imponente pulpito vittoriano ospita una piccola statua di Maria Vergine che sostiene tra le mani un velo sul quale il visitatore può vedere riflesso il proprio volto nel momento in cui lo osserva da vicino, diventando momentaneamente parte dell’opera stessa ed in questo modo completandola. Le immagini riprodotte su stampe lenticolari e lightbox diventano perfettamente visibili e distinte solo a breve distanza, allusione a quella prossimità fisica al luogo o immagine sacra in grado di permettere al fedele un contatto più profondo ed intenso con la divinità.
Attraverso materiali trasparenti come il vetro e il fumo, Mat Collishaw consente alle immagini sacre e mitologiche di manifestarsi affiorando su superfici che assecondano la loro natura evanescente. I soggetti vengono colti in una dimensione eterea e irreale, accessibile soltanto attraverso un artificio: è il contatto diretto con il visitatore che innesca il meccanismo della visione e così le immagini sacre e mitologiche insieme alle nature morte si animano vivendo dell’interazione con il pubblico.
Mat Collishaw vive e lavora a Londra. Si è diplomato nel 1989 al Goldsmiths’ College, Londra. Tra le recenti mostre personali ricordiamo: Shooting Stars, Haunch of Venison, Londra, UK (2008); Deliverance, Tanya Bonakdar, New York, USA (2008); Buenas Noches, Galerie Analix Forever, Ginevra, Svizzera (2006). Tra le recenti mostre collettive: Les Fleurs du Mal, Arcos Museo d’Arte Contemporanea del Sannio, Benevento (2007); Mat Collishaw, Anthony Goicolea, Haunch of Venison, Zurigo, Svizzera (2007). The Tempest – Mat Collishaw and Paul Fryer, Biennale di Venezia, Fondazione Gervasuti, Venezia; Into me, Out of me, Kunstwerke, Berlino, Germania e PS1 MOMA, Long Island, New York, USA (2007); Naturalia, 1/9 Unosunove, Roma (2006).
Galleria 1/9 Unosunove arte contemporanea is delighted to announce the first solo exhibition in Rome of British artist Mat Collishaw (1966, Nottingham, UK), highly regarded and acclaimed as one of the key figures in the generation of the Young British Artists. Mat Collishaw, who participated in internationally-renowned exhibitions such as Freeze (1988) and Sensation (1997) and whose work is part of important public collections including the Tate in London and the Centre Pompidou in Paris, has always been fascinated by the way imagery subliminally strikes the viewer and how a personal vision disproves the presumed objectivity of the image.
Inspired by the possible different meanings of the term ‘nebulaphobia’, from its literal significance of ‘fear of the fog’ to a more general one of ‘fear of nothing or nothingness’, the exhibition explores the relationship between man and the immaterial nature of the sacred image and its representation through photographs, lightboxes and sculptural installations which play with our visual perception.
A large wooden victorian pulpit houses a small statue of the Virgin Mary holding a shroud on which the viewer can see his/her own face while looking closely through a hole, thus temporarily becoming part of the work itself and completing it. The images represented on lenticular prints and lightboxes are perfectly focused and clear only at a close distance, echoing that physical proximity to a sacred site or image which allows the believer, as if on a pilgrimage, a more intense and profound contact with the divinity.
Using transparent materials such as glass and smoke, Mat Collishaw allows mythological and sacred images to show and manifest themselves on surfaces alluding to their evanescent nature. Subjects are represented in an ethereal and almost unreal dimension, approachable only through an artifice; it is the direct contact with the observer to trigger the vision, thus allowing the sacred images and the still lifes to animate through interaction with the public.
Mat Collishaw currently lives and works in London. He studied at the Goldsmiths’ College, University of London (1986-1989). Recent solo exhibitions include: Shooting Stars, Haunch of Venison, London, UK (2008); Deliverance, Tanya Bonakdar, New York, USA (2008); Buenas Noches, Galerie Analix Forever, Geneva, Switzerland (2006). Recent group exhibitions have included: Les Fleurs du Mal, Arcos Museo d’Arte Contemporanea del Sannio, Benevento, Italy (2007); Mat Collishaw, Anthony Goicolea, Haunch of Venison, Zurich, Switzerland (2007). The Tempest – Mat Collishaw and Paul Fryer, Venice Biennale, The Gervasuti Foundation, Venice, Italy; Into me, Out of me, Kunstwerke, Berlin, Germany and PS1 MOMA, Long Island, New York, USA (2007); Naturalia, 1/9 Unosunove, Rome, Italy (2006).
04
febbraio 2009
Mat Collishaw – Nebulaphobia
Dal 04 febbraio al 21 marzo 2009
arte contemporanea
Location
1/9 – UNOSUNOVE ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Via Degli Specchi, 20, (Roma)
Roma, Via Degli Specchi, 20, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 11-19
sabato ore 15-19 (o su appuntamento)
Vernissage
4 Febbraio 2009, ore 19.00
Autore