L’artista con il cappello, l’uomo con lo sguardo deciso, lo sciamano che cammina, che mangia e che dorme con il coyote, che raccoglie pietre e pianta alberi e avvolge oggetti con teli di feltro. Joseph Beuys è stato uno dei più grandi maestri del contemporaneo, le sue opere, i suoi movimenti, il suo stile, la modalità con la quale riusciva a imprimere nella materia il suo flusso di pensiero, rappresentano una enciclopedia imprescindibile per capire la seconda metà del Novecento, speculare eppure così affine a quella dell’altro maestro del nostro contemporaneo, Andy Warhol.
Beuys nacque a Krefeld, il 12 maggio 1921, morì a Düsseldorf, il 23 gennaio 1986, attraversò la Seconda Guerra Mondiale volando su uno Stuka, come operatore radio della Luftwaffe, diede impulso al Fluxus, uno degli ultimi movimenti artistici realmente radicali e sperimentali. Visse per diversi anni in Italia dove, oggi, si ricorda il centenario della sua nascita con diversi eventi tra teatro, performance, proiezioni, senza soluzione di continuità e tra tanti linguaggi, quanti quelli espressi dallo stesso Beuys, così difficile da ritrarre ma, in un certo senso, così riconoscibile, individuale, iconico.
Per ricordare i 100 anni dalla nascita, in Renania Settentrionale – Vestfalia, la sua terra d’origine, si svolgeranno diverse manifestazioni ma anche in Italia Joseph Beuys ha lasciato il segno e gli effetti si vedono ancora oggi: ecco alcuni appuntamenti da non perdere dalle nostre parti, per ricordare l’artista sciamano.
Dall’11 maggio al 13 novembre, Casa Morra, in collaborazione con Goethe-Institut Neapel, omaggia i 100 anni dalla nascita dell’artista tedesco con un progetto espositivo, a cura di Giuseppe Morra, dedicato al rapporto tra Joseph Beuys, l’Italia e Napoli, città in cui transitò anche per lunghi periodi, tra il 1971 e il 1985.
Cinque film saranno proiettati in successione negli spazi degli Archivi di Mario Franco, che documentò la collaborazione tra il gallerista Lucio Amelio e Beuys, a partire dalla prima mostra “La rivoluzione siamo noi”, nel 1971, alla Modern Art Agency. In mostra anche una serie fotografica di Gerardo Di Fiore, a testimonianza dell’incursione di Beuys nel contesto dell’azione Hic Sunt Leones, realizzata dal collettivo Galleria Inesistente nel 1972, a piazza dei Martiri, di fronte alla stessa galleria di Amelio.
In mostra anche una selezione di multipli, funzionali alla strategia divulgativa del più ampio progetto beuysiano di “scultura sociale”: Il percorso si chiude con un’appendice della sala permanente dedicata all’artista tedesco, allestita nel 2017 con materiali donati da Lucrezia De Domizio Durini: un approfondimento su Difesa della natura a Bolognano, dove il 13 maggio 1984 Beuys aprì uno spazio di discussione pubblica sui temi della difesa della natura e della creatività individuale.
In occasione del centenario dalla nascita, Sky Arte (canali 120 e 400 di Sky) presenta Beuys – L’artista come provocatore, il film di Andres Veyel, in onda mercoledì, 12 maggio, alle 21.15, disponibile anche on demand e in streaming su NOW. Montando suggestivamente fonti audio e video mai utilizzate prima, il film ricostruisce un ritratto non convenzionale dell’artista, uno sguardo intimo su un essere umano, sulla sua arte, sul suo mondo.
300 ore di video, un materiale audio sconfinato di e sull’artista, le collezioni di più di 50 fotografi internazionali, per un totale di oltre 20mila scatti, più di 60 incontri con testimoni dell’epoca e circa 20 interviste, sono stati il punto di partenza di questo film, la cui lavorazione è durata circa tre anni. La storia procede attraverso alcuni punti capitali del suo percorso di vita e di arte, quasi sempre intrecciati, a partire dal trauma della guerra e del suo incidente aereo nel 1943, dal quale, come egli stesso raccontava, trasse l’ispirazione per l’utilizzo del feltro. A essere ricordate, anche alcune delle sue performance più famose, come Fettecke (1982), I Like America and America Likes Me (1974), 7000 Oak Trees.
«Nel film, Beuys pone, in modo persistente e sovversivo, temi che continuano a rimanere rilevanti trent’anni dopo la sua morte, come la necessità di una democratizzazione radicale che non tema i nuovi sistemi bancari e monetari, o il bisogno pari opportunità in un mondo di crescente disuguaglianza», ha spiegato il regista Andres Veyel. «Beuys insiste sulla possibilità che il mondo possa essere cambiato, in base alle capacità di ogni singola persona: niente deve rimanere com’è».
Il Teatro Out Off presenta un articolato programma di lecture, performance, video e testimonianze sulla vita e l’opera di Joseph Beuys, a cura di Manuela Gandini e Susanna Schoenberg, con interventi di artisti, intellettuali, economisti, monache tibetane, poeti, medici, architetti, attori, agitatori culturali e critici d’arte. Dall’11 al 15 maggio, gli incontri saranno trasmessi in streaming, dalle 21, sui canali Youtube Facebook del Teatro Out Off. Si parlerà di: “L’essere umano e la rivoluzione delle idee” (11.05), “L’intelligenza dei regni non-umani” (12.05), “Plastica sociale” (13.05), “Democrazia e partecipazione” (14.05), “Vita=Arte” (15.05).
Il 12 maggio, inoltre, alle ore 18, giorno della nascita di Beuys, letture da Beuys con l’attrice Giulia Amato e piantumazione di una quercia nel parchetto di via Mac Mahon, richiamando l’opera 7000 querce, presentata di Joseph Beuys a “documenta VII” di Kassel nel 1982. L’11 maggio, infine, aprirà “Der Fehler fängt schon an, wenn einer sich anschickt Keilrahmen und Leinwand zu kaufen”, una mostra cura di Patrizio Peterlini, con opere e documenti dalla Collezione Luigi Bonotto, che cita il famoso manifesto di Beuys del 1985: “Le cose iniziano ad andare male quando qualcuno va a comprare un telaio e una tela”.
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