Il progetto di arte pubblica “A cielo aperto”, promosso dall’Associazione Culturale Vincenzo De Luca e curato dal duo artistico composto da Giovanna Bianco e Pino Valente insieme a Pasquale Campanella, è stato invitato quest’anno a “Comunità Resilienti“, il Padiglione Italia alla 17ma Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, curato da Alessandro Melis. Per l’occasione è nato il programma “Per fare un tavolo. Arte e territorio”, grazie al quale sono state coinvolte diverse personalità, provenienti da ambiti disciplinari eterogenei e che, invitate dai curatori del progetto di Latronico, hanno preso in esame tematiche come quelle dell’arte e del territorio, della mediazione politica, della ruralità, del localismo consapevole, del bene comune, del dialogo tra le pratiche artistiche e lo sviluppo economico.
I contributi di urbanisti, architetti, artisti, storici dell’arte, sociologi, antropologi, economisti e geografi saranno restituiti in un intervento di arte pubblica con l’affissione di 34 manifesti nel centro storico di Latronico, inaugurato oggi, 4 agosto, e con la pubblicazione di un libro, edito da Postmedia Books, che sarà presentato il 19 agosto, sempre a Latronico, oltre che in diretta tramite Facebook Live dall’account del Padiglione Italia alla Biennale di Architettura 2021: Resilient Communities_Venezia.
“Per Fare un Tavolo. Arte e territorio” considera un’ulteriore possibilità dello spazio pubblico, sottolineando alcuni fattori di cambiamento della public art che spingono alla ridefinizione del ruolo “pubblico” dell’arte, degli artisti e delle comunità. I manifesti prodotti sono da considerarsi come un dialogo fra diversi punti di vista, con l’intento di non armonizzare le differenze ma, al contrario sottolinearle, facendo emergere un’altra Italia: quella delle aree interne.
Questo intervento è sì artistico, ma vuole anche aprire una discussione sui modi in cui si possono rivivere e riattivare i territori, sperimentando metodi di comunicazione che non esulano da un confronto “stretto” con la storia locale, non nella direzione di un ripristino del folklore o di un passato che non c’è più, ma spostando l’attenzione dall’oggetto al processo, dal materiale alla narrazione, dallo spazio alla comunità, in termini di nuove possibilità culturali. Differenza e complessità si registrano e si evidenziano nel progetto “Per Fare un Tavolo. Arte e territorio”, con il quale si vuole indagare sulle specificità dei territori per recuperare un legame profondo con lo “spirito dei luoghi”.
Espansione dell’intervento artistico è rappresentata dalla pubblicazione, che sarà presentata con i contributi in loco di Costanza Meli, Alessandra Pioselli, Carmela Rinaldi, Pietro Gaglianò, Gianni Romano.
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