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A Firenze, una giornata di studio per rileggere l’attualità di Pier Luigi Tazzi
Progetti e iniziative
di redazione
Critico, docente, curatore, lecturer presso istituzioni prestigiose, autore di saggi e articoli lettissimi, Pier Luigi Tazzi ha avuto la capacità di presentire i cambiamenti più significativi che hanno attraversato il mondo dell’arte nelle ultime decadi: al suo spirito di osservazione, a un anno dalla scomparsa, avvenuta il 12 novembre 2021, a 80 anni, è dedicata “Dal grado zero della critica alla crisi della curatela”, giornata di studio promossa dalla Regione Toscana, a cura di Lorenzo Bruni, che si terrà sabato, 17 dicembre, dalle 10 alle 19, nell’Altana di Palazzo Strozzi.
Sei il titolo della giornata richiama quel “Critica 0”, primo di una serie di convegni che il giovane Tazzi organizzava tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta a Montecatini, pure non solo al passato si guarderà. Partendo dalle occasioni e dai passaggi più importanti della ricerca di Tazzi, verranno affrontati alcuni degli argomenti chiave del contemporaneo: il passaggio dalla figura del critico a quella del curatore, la diffusione dell’interdisciplinarità, la decentralizzazione, la messa in discussione del modello occidentale, fino all’attuale dissolvimento della figura del curatore. Tutti argomenti centrali dell’attualità e che informano, a diversi gradi, il percorso di Tazzi.
Per l’occasione, sono state coinvolte alcune delle personalità internazionali con cui Pier Luigi Tazzi ha collaborato strettamente nel corso della sua vita, come Remo Salvadori, Marco Bagnoli, Marina Abramovic, Denys Zacharopoulos, David Elliott, Cai Guo-Qiang, Rirkrit Tiravanija, Mami Kataoka, Fabio Cavallucci e altre, legate in vario modo ai temi trattati all’interno della giornata, da Angela Vettese a Marco Senaldi, da Giorgio Verzotti a Luca Cerizza, da Ute Meta Bauer a Viktor Misiano, fino ad Hans Ulrich Obrist. Tra un panel e l’altro, spazio anche ad altre testimonianze da parte di artisti, critici e amici di Tazzi.
Il comitato scientifico è composto da Fabio Cavallucci, Bart De Baere, David Elliot, Hou Hanru, Mami Kataoka, Rikrtit Tiravanija. A comporre il comitato promotore, Marco Bagnoli (Atelier Marco Bagnoli, Montelupo Fiorentino), Huiming Hu (Institution Lab A.P.S., Milano-Carrara), Stefano Collicelli Cagol (Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato), Vittoria Ciolini (Dryphoto, Prato), Arturo Galansino (Palazzo Strozzi, Firenze), Elena Pianea (Regione Toscana), Carlo Sisi (Accademia di Belle Arti di Firenze), Paolo Parisi (Base / Progetti per l’arte, Firenze), Gianni Zhang (Zhong Art International), Luciano Massari (Accademia di Belle Arti di Carrara).
Vita e mostre di Pier Luigi Tazzi
Nato a Colonnata, nel 1941, Pier Luigi Tazzi viveva tra Capalle, in provincia di Firenze, e NongPrue, Thailandia. Il suo lungo percorso nell’arte si è sempre articolato tra l’Italia e una dimensione internazionale. Vastissima la sua attività di curatore: alla Biennale d’Arte di Venezia del 1988 curò una sezione, mentre a quella del 2003 presentò il progetto “Refreshing”, insieme a Fabio Cavallucci. Partecipò anche alla Documenta di Kassel del 1992 e alla Triennale di Aichi, in Giappone, del 2010. Nel 2001 curò la sesta edizione di “Arte all’Arte”, con il progetto “Voices over”. Nel 2016 è stato tra i soci fondatori di “Cantiere Toscana”, progetto sperimentale per istituire una rete per l’arte contemporanea in Toscana, al fine di definire nuovi modelli formativi e produttivi.
Le sue mostre sono state ospitate in musei come il Moderna Musset, Stoccolma, per “Wounds / Democracy and Redemption in Contemporary Art”, incentrata sugli sviluppi dell’arte dal 1960 agli ultimi anni, e il Mori Art Museum di Tokyo, per “Happiness / A Survival Guide for Art and Life”, ampia collettiva dedicata al tema della felicità, interpretato dall’arte occidentale e orientale, con opere di artisti come Ito Jakuchu, Claude Monet, Paul Céanne, Henri Matisse, Pablo Picasso, Andy Warhol, Louise Bourgeois, Kusama Yayoi, Yoko Ono, Araki Nobuyoshi, Murakami Takashi e Jeff Koons.
Tra le ultime mostre dal forte taglio curatoriale, “Trittico Famigliare”, al FAR di Rimini, nel 2015, un progetto che riuniva nello stesso ambito espositivo tre generazioni di una stessa famiglia di artisti – Primo Conti, Maria Novella Del Signore, figlia del primo, e Tommaso Del Signore, figlio della seconda – attraverso un arco cronologico compreso tra il 1911 e il 2015.
Dal 1976 al 1986 è stato professore alla Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze e fervida anche la sua attività di divulgatore, con la pubblicazione di diversi saggi – dedicati ad artisti come Adel Abdessemed, Piero Nincheri e Luciano Bartolini, tra gli altri – e nel corso di tantissime conferenze e talk, tenute anche online, nel corso degli ultimi due anni di lockdown.
Il programma della giornata di studio per Pier Luigi Tazzi
La giornata di studio si sviluppa in quattro tavoli di lavoro: “Da Critica 0 al futuro della critica”, “Le trasformazioni della curatela (1992-2022)”, “Decentramento, oltre la globalizzazione”, “L’interdisciplinarità: la Toscana e il mondo”. Sono temi che prendono spunto dai testi e dai progetti di Pier Luigi Tazzi in tanti decenni di intenso lavoro di ricerca. In questo modo il convegno, oltre a proporre un dibattito che necessariamente si proietta verso il futuro, è anche l’occasione per individuare l’eredità morale e concettuale lasciata da Tazzi.
«Si è infatti scelto di affrontare tale importante eredità a partire dal suo stesso metodo di lavoro: aperto, dialogico e che mette al centro l’artista e le reali pratiche artistiche», spiegano gli organizzatori. «Metodo che lui stesso non ha mai voluto definire per non limitarne il campo di azione e che lo ha portato a ricoprire diversi ruoli: curatore di mostre museali, ma anche di format sperimentali, attento testimone di nuove pratiche artistiche e ponte per connessioni culturali inaspettate con cui rivalutare il ruolo della cultura».
Il punto di partenza sembra essere paradossalmente lo stesso che portò il giovane Tazzi a curare, assieme a Egidio Mucci, nel 1978, a Montecatini, il convengo dal titolo “Critica 0” e sintetizzabile con le sue parole presenti nell’introduzione del libro edito un anno dopo da Feltrinelli: «La critica e la storia dell’arte si sono dimostrate sempre più insufficienti a mediare il rapporto fra l’arte e il suo pubblico». Le domande da affrontare al tempo della globalizzazione, delle post-ideologie e del metaverso, ancora oggi sembrano simili: mediare cosa, come, a chi e perché?
Il convegno si svolgerà in modalità mista, sia in presenza che in diretta streaming, per garantire in maniera sostenibile l’intervento dei relatori, sparsi tra Asia, America e diversi Paesi europei, ma anche per permettere a un ampio pubblico di accedere ai contenuti del progetto. È possibile seguire i talk sulla pagina Facebook institutionunderconstruction, sul canale YouTube di Palazzo Strozzi e sulle piattaforme digitali dei vari partner. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.