Le voci delle donne, oltre il tempo: a Napoli, la videoinstallazione di Anna Witt

di - 25 Giugno 2021

Seguire le mille derivazioni della memoria, individuarne i frammenti, tra brani di voci e scorci di sensazioni, per tessere la trama di un racconto collettivo. Questa inclinazione alla raccolta e alla rielaborazione di ciò che è sedimentato nella quotidianità ha orientato l’approccio dell’artista tedesca Anna Witt che, in queste ultime settimane, nell’ambito di “Cambiamento Oltre il Visibile” – progetto di residenza promosso dal Goethe-Institut e curato da Maria Teresa Annarumma, con il supporto del Forum Austriaco di Cultura a Roma e di vari soggetti attivi sul territorio, come l’Associazione Amici di Carlo Fulvio Velardi Onlus e l’Associazione Progetto Museo –, ha esplorato i quartieri del Centro Storico di Napoli per ascoltarne le storie. Questa esperienza di scambio di conoscenze, di sguardi e di gesti, ha assunto quindi la forma di una installazione video, presentata oggi negli spazi del Complesso Museale di S. Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco. Qui, nel corso delle settimane di residenza, Witt e Annarumma hanno incontrato le donne della Casa di Vetro, una ex fabbrica abbandonata e trasformata in struttura polifunzionale grazie al lavoro dell’Associazione Amici di Carlo Fulvio Velardi.

«Nella primavera di quest’anno, Anna Witt, l’artista tedesca con residenza a Vienna, è stata a Napoli per studiare il tessuto sociale della città e conoscere il lavoro degli enti culturali che promuovono progetti educativi e partecipativi a favore delle ragazze e dei ragazzi dei quartieri più vulnerabili», ha dichiarato Maria Carmen Morese, direttrice del Goethe-Institut di Napoli. «Witt ha incontrato, nel cuore di Forcella, le responsabili dell’Associazione Amici di Carlo Fulvio Velardi ONLUS che ha sede presso la “Casa di Vetro”, ha dialogato con numerose persone di diverse generazioni, interessandosi in modo particolare alla vita e alla quotidianità delle donne».

Riunendo i fili del passato e del presente, assecondando le suggestioni “architettoniche” del luogo, da secoli dedicato al culto dei defunti, le conversazioni sono state incentrate sul ruolo della donna oggi a Napoli, in senso diacronico e transgenerazionale: per cosa hanno combattuto le passate generazioni? Quali sono i raggiunti obiettivi di cui beneficiamo noi oggi? Un confronto tra un tempo terreno e uno ultraterreno, confluito in una serie di performance realizzate dall’artista insieme alle partecipanti e svoltesi, oltre che nell’Ipogeo di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, anche lungo le strade di Forcella e nell’imponente complesso cinquecentesco di Palazzo Marigliano, sede del RIOT Studio.

Dalle loro riprese è infine scaturita la video installazione Trecce in Fiamme / Braids on Fire, una doppia proiezione che, da un lato, narra le conversazioni intrattenute, dall’altro immagina le donne di Forcella quasi come creature divine, capaci attraverso la sorellanza e la solidarietà di divenire realtà visibile in una società che troppo spesso le relega ai margini. Pensata come una sorta di prosecuzione del dialogo con i luoghi ma anche con le persone che visiteranno lo spazio, l’installazione rimarrà in esposizione presso l’Ipogeo di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco fino al 25 luglio.

«Il nostro punto di partenza è stato quello di guardare attentamente a momenti della storia napoletana che hanno una profonda connessione con il presente e di scegliere luoghi come la chiesa di Santa Maria del Purgatorio ad Arco ed il quartiere di Forcella, uno dei più antichi della città», ha spiegato Annarumma. «Allo tesso tempo, iniziavamo quella che per noi è diventata un’incredibile ed affascinante conversazione con l’Associazione Amici di Carlo Fulvio Velardi ONLUS in Forcella, un gruppo che lavora con determinazione nel campo dell’educazione giovanile a Forcella. Io ed Anna, dalle chiacchierate che avevamo con le donne di questa associazione, ci siamo rese conto di quanto il loro contributo fosse tanto essenziale, quanto nascosto: come la cura delle anime del purgatorio era storicamente nelle mani delle donne, così il network tra i ragazzi, i genitori e l’associazione era per la maggior parte di loro competenza. Tramite queste conversazioni era diventato immediatamente evidente che le donne ancora oggi erano le uniche ad occuparsi della famiglia e che, erano ancora sotto un predominante potere patriarcale», ha continuato la curatrice.

«Quindi dalle conversazioni con un gruppo di donne di Forcella, si è scelto di guardare a donne del passato per capirle in relazione al presente ed alle esperienze che stavamo ascoltando. Era il mezzo con cui mostrare quanto l’importanza sociale delle donne era ed è tuttora nascosta e combattuta. Per questo motivo, abbiamo deciso di ricordare donne della Rivoluzione Napoletana (Eleonora Pimentel Fonseca e Luisa Sanfelice), femministe ante litteram e attiviste (Maria Montessori, Lina Merlin), così come protagoniste contemporanee napoletane che sosteneva l’importanza della solidarietà femminile (Lucia Mastrodomenico), nella speranza che questo ricordo potesse far rinnovare le loro conquiste nel presente e nel futuro».

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