Per la prima volta nella sua storia, Fondazione Giorgio Cini si dota di un programma di residenze di artisti e lo fa proponendo un progetto ambizioso e innovativo, per un percorso che mescola arte, nuove tecnologie e lavoro d’archivio. Si tratta di Digital Artist in Residence (D.A.I.R.), sviluppato da un’idea di Chiara Casarin con Ennio Bianco, sulla scia dei lavori bienniali di culture digitali presentati negli spazi della Fondazione: La Maschera del Tempo nel 2022 e Chameleon nel 2024.
L’invito si rivolge ad artisti e creativi che sperimentano con le nuove tecnologie e che avranno la possibilità, nella splendida cornice costituita dall’Isola di San Giorgio Maggiore, di esplorare gli archivi del Centro Digitale – ARCHiVe, per elaborare e proporre nuovi modi di fruirne.
Come spiega Renata Codello, Segretario Generale della Fondazione: «Il Centro Digitale – ARCHiVe è un laboratorio strategico per la Fondazione, perché porta nella contemporaneità il patrimonio artistico, storico, architettonico e documentale del passato. Far interagire artisti e creativi digitali con quel patrimonio, sul terreno delle nuove tecnologie, ci permette di osservare la Fondazione e l’Isola di San Giorgio Maggiore con occhi nuovi, ci fa intravedere nuove possibilità e ascoltare nuove narrazioni».
Si tratta di un progetto, dunque, che mira a dar vita a nuovi modi di interpretare e di raccontare il passato, creando un dialogo tra tradizione e nuove tecnologie e, al tempo stesso, tra il mondo artistico e quello digitale.
Si è, nel frattempo, conclusa l’edizione pilota del 2024, che ha visto protagonisti Hiroaki Yamane, Mersid Ramičević e Matteo Rattini, i quali hanno portato avanti tre progetti tra loro molto diversi.
Yamane, designer architettonico e tecnologico, si è in particolare concentrato sul concetto di “delta” che caratterizza l’archiviazione digitale dei manufatti culturali, che mette in dubbio la possibilità di una replica perfetta. Il risultato di queste ricerche? Nuove modalità per la verifica dell’autenticità e per la ricerca trans-disciplinare.
Il compositore e ricercatore serbo Ramičević si è invece concentrato su materiale d’archivio riguardante opere liriche, dando particolare risalto alla necessità di rielaborare in maniera creativa queste preziosi fonti.
Rattini, infine, ha sviluppato il suo progetto a partire dall’Atlante della statuaria veneta da giardino per andare poi a realizzare un medio-metraggio I cui protagonisti sono apponto la statue che popolano l’Atlante.
I percorsi differenti intrapresi in quest’edizione dimostrano la versatilità dell’archivio della Fondazione, che si apre dunque a molteplici ricerche e interpretazioni, che continueranno a moltiplicarsi con il nuovo progetto di residenze.
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