Accade domani: Frieze New York

di - 2 Maggio 2012

Circa un anno fa Amanda Sharp e Matthew Slotover, co-direttori di Frieze, hanno annunciato la nuovissima edizione americana della fino ad allora esclusiva fiera britannica. Nel primo comunicato stampa Amanda Sharp, che vive e lavora nella Grande Mela, descrive la metropoli «come una delle città che, con la sua straordinaria rete di musei, gallerie, collezionisti e artisti, è la più adatta al mondo per ospitare una fiera d’arte internazionale».

Mancano un paio di giorni all’inaugurazione, e da un po’ a New York non si fa che parlare d’altro. Frieze: la fiera d’importazione inglese, la sua scelta inevitabile di distinguersi e di porsi autorevolmente sul mercato newyorkese, la sua singolare location, Randall Island, a nord di Manhattan, e i vari modi per raggiungerla sono diventati oramai luoghi di conversazione comune nella Grande Mela, non solo tra gli addetti ai lavori.

Le aspettative sono alte certo, ma Frieze, in dieci anni dalla sua nascita, non le hai mai deluse, rimanendo una delle più influenti fiere d’arte contemporanea.

La struttura temporanea, progettata dallo studio Solid Objectives – Idenburg Liu (SO IL), vincitore nel 2010 dell’Architects Program PS1, sarà occupata da 182 gallerie. La scelta è eccezionale per tutte le sezioni della fiera: Main, Focus e Frame. Tra le gallerie newyorkesi che hanno disertato l’Armory Show compaiono: 303 Gallery, Gagosian, Hauser&Wirth, Lehman Maupin.

Curata da Cecilia Alemani, e prodotta dalla non-profit Frieze Art Inc., non manca la sezione Frieze Projects: progetti speciali che, come ha dichiarato la curatrice, «trasformeranno Randall Island in un fantasy world. Gli artisti invitati hanno risposto alla location proponendo una serie di lavori che giocano in un modo unico con il paesaggio dell’isola». Tra gli artisti figurano John Ahearn, Uri Aran, Latifa Echakhch, Joel Kyack, Rick Moody, Virginia Overton, (che conclude una delle mostre più interessanti a New York in questo periodo a The Kitchen, proprio durante la fiera), Tim Rollins and K.O.S. and Ulla von Brandenburg.

Lo Sculpture Park, localizzato lungo l’East River Waterfront, è curato da Tom Eccles, direttore esecutivo del Bard College. Visitabile senza pagare l’ingresso di 40 dollari, vi saranno esposti lavori di alcuni tra i più quotati artisti del momento: James Angus, Rathin Barman, Christoph Büchel, Ernesto Neto, Tomás Saraceno, Katja Strunz, Cerith Wyn Evans che per la serata inaugurale di domani propone un lavoro con fuochi d’artificio e, ancora, Joshua Callaghan, Subodh Gupta, Ryan Gander, Jeppe Hein, Gabriel Kuri, Susan Philipsz e Jaume Pensa, oltre a Louise Bourgeois.

L’approccio della fiera rimane lo stesso della versione d’Oltreoceano: l’immancabile tenda, che a New York prende una forma serpeggiante, una posizione peculiare e la scelta straordinaria delle gallerie. Il concetto predominante è quello di sottolineare l’evento fiera in toto, che va al di là del puro acquisto di opere d’arte.

Per i VIP che usufruiranno delle macchine offerte dallo sponsor ufficiale BMW, la possibilità di ascoltare Frieze Sound, il nuovo programma di sound work al quale parteciperanno Martin Creed, Rick Moody e Frances Stark. Per gli altri, il programma si troverà on line dopo l’inaugurazione. L’isola ospiterà food truck dei migliori ristoranti di New York come Fat Radish, Roberta, Sant’Ambroeus e Frankie.

Curata sempre da Alemani, la sezione Frieze Talk si propone come «un’interessante piattaforma, dove artisti, curatori, critici, e scrittori, scambieranno idee e creeranno un dialogo produttivo», spiega Alemani. «Sono entusiasta di dare il benvenuto a diversi gruppi di relatori che porteranno le loro visioni uniche e le loro idee sul tema di quest’anno, l’atlante». Tema che ben si accosta alla scelta dell’isola, sconosciuta ai più prima dell’arrivo della Fiera.

Frieze Talks vedrà un susseguirsi di nomi come Okwui Enwezor (Direttore di Haus der Kunst di Monaco), Glenn D. Lowry (Direttore del MoMa), Saskia Sassen (che ricopre la cattedra di Sociologia Robert S. Lynd alla Columbia University di New York) e Sheena Wagstaff (Presidente del dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea del Metropolitan Museum). Gli argomenti spazieranno da “Expanding Museum”, “New Geographies” e “On Land Occupation”.

E, mentre Frieze si preannuncia gia vincente, è di pochi giorni fa la notizia che l’Armory Show per il 2013, conferma le sue date di marzo, smentendo voci che parlavano di uno spostamento congiunto al mese di Maggio. Subito dopo la notizia, hanno seguito conferme della maggior parte delle fiere satelittari come Independent, Volta, Scope che rimarranno fedeli alla settimana dell’Armory. A proposito di fiere Satelittari a seguire Frieze quest’anno sono solamente PULSE, NADA e Red Dot che ancora non rilasciano informazioni su cosa faranno nel 2013.

Immancabili le proteste di Occupy Wall Street. Dopo la disputa tra Frieze e il Council of Carpenters del mese scorso, “The Art Newspaper” riporta la notizia che il movimento ha come bersaglio la nuova fiera. La dimostrazione dovrebbe essere una critica all’economia e al mercato dell’arte, fiere comprese. «Vogliamo una non-Frieze Art e un free exchange», afferma uno degli esponenti del movimento.

Proteste a parte, l’atmosfera a New York è frizzante. Il tempo primaverile aiuta sicuramente, il tocco brit anche. La differenza maggiore che si percepisce dalla settimana dell’Armory è la capacità di Frieze di coinvolgere l’intera città. Tra i programmi a Manhattan, si distinguono la “Chelsea Night”, sabato sera, e la “Downtown night” domenica dove le gallerie coinvolte organizzeranno block parties con musica, cibo e intrattenimento. Siamo pronti!

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