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Accessibile, inclusiva, sostenibile, viva: l’arte respira a EDI Global Forum
Progetti e iniziative
Siamo esseri corporei. Dotati di voce, fiato, movimento, orientamento, spessore, pesantezza e leggerezza. Costretti a rintanarci a causa di un virus sconosciuto, abbiamo scoperto non solo quanto sia doloroso l’isolamento ma soprattutto quanto sia insoddisfacente e limitante la nostra comunicazione verbale, vocale e facciale. E così, con la pandemia non solo è esplosa la necessità di allargare il nostro potenziale espressivo, di comunicare su quanti più livelli è possibile. Ma, sempre più in connessione con il mondo, è divenuto pressante il bisogno di farlo nel modo giusto, considerando valori e prospettive anche di chi è lontano nel tempo, nello spazio e nella forma mentis. Ed è proprio quello che è avvenuto in questi giorni, tra soggetti, individui, persone e istituzioni, esperti di settore, player e dipartimenti educativi, musei e organizzazioni di arte contemporanea che hanno partecipato all’EDI Global Forum, svoltosi a Napoli dal 11 al 14 ottobre.
Dopo la prima edizione svoltasi online,finalmente è stato possibile incontrarsi vis a vis, dopo mesi online, in una girandola di workshop, keynote speeches e dibattiti, diffusi per tutta la città partenopea, splendida cornice di questa innovativo progetto culturale ed educativo. Un evento ideato e organizzato dalla Fondazione Morra Greco per l’Arte Contemporanea insieme alla Regione Campania e che ha coinvolto musei (tra gli altri, Castello di Rivoli, MAXXI, National Gallery di Singapore, Tate St. Ives, Queensland Art Gallery, Palazzo Grassi, Kiran Nadar Museum of Art), festival (Dhaka Art Summit e Kunstenfestivaldesarts) e altre iniziative legate al mondo della cultura e della cooperazione (Asia Art Archive, RAW Material Company, Officine Gomitoli/Dedalus, tra gli altri).
L’idea di fondo è quella di rafforzare «L’ecosistema digitale della cultura», metafora di Rosanna Romano, Direttrice Generale per le Politiche Culturali e il Turismo della Regione Campania durante uno degli incontri tenutisi al Real Bosco di Capodimonte, partner del Forum insieme al Palazzo Reale di Napoli, il MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il Museo MADRE e le Gallerie d’Italia.
Altro importante soggetto, il Gruppo Industriale Tecno, fornitore delle piattaforme tecnologiche per l’evento e che ha ospitato, nella propria sede di Palazzo Ischitella, il primo incontro con tutte le realtà del progetto EDI. A tener banco, l’eleganza degli ambienti (un antico palazzo nobiliare sede di set cinematografici e in passato di prestigiose mostre presepiali) e la divertente idea di far incrociare tutti i players attraverso uno speed dating (quattro file di sedie incrociate per scambiarsi informazioni ed esperienze in un intervallo di tempo prestabilito).
Di colpo, i mesi passati online si sono trasformati in un brain storming gioioso e coinvolgente, in cui i valori e le mission dell’accessibilità, del benessere, dell’inclusività e della sostenibilità sono diventati materia viva, pulsante, di dialogo, espressione e condivisione. E proprio sul tema della sostenibilità, l’apporto dell’azienda Tecno diventa immediatamente operativo grazie al monitoraggio della carbon footprint (l’impronta di emissioni CO2) di ogni partecipante attraverso sensori indossabili.
E così, i numerosi workshop, coordinati e fruiti dagli stessi partecipanti, in uno scambio di know-how e approcci didattici ed educativi dedicati alle challenge lanciate dal Forum. La psico-geografia (l’attivazione dei sensi) del gruppo di Manifesta come mezzo per creare connessioni attraverso relazioni intrecciate in esplorazioni urbane ed emozionali; i disegni del laboratorio Dedalus, dedicati ai ricordi di una natura lontana ma non dimenticata dei ragazzini provenienti da contesti migratori e che invitano i partecipanti a cooperare e integrare uno stesso immaginario naturale; lo sguardo femminista come nuovo approccio richiesto per i percorsi museali dei responsabili dello Stedelijk Museum; la promozione della green econony e di un’ immaginazione progettuale cooperata del Cellaio del Real sito di Capodimonte, edificio utilizzato in passato come magazzino per i prodotti agricoli di prossimo allestimento; gli stage di teatro danza e improvvisazione del MoMA e del Reina Sofia, che vertono su una nuova consapevolezza corporea e sul superamento delle alterità visive ed emozionali che mostre, collezioni ed esposizioni possono indurre verso i visitatori.
Così si torna al punto di partenza. Come immaginare e vivere l’arte e l’educazione come spazi non estranei, verticali e respingenti ma calorosi e immersivi, che ci accolgono e ci coccolano come gentili amici e vecchi maestri di vita?
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