Spazio Futuro al MAUTO di Torino
Si aggiunge un nuovo tassello al percorso espositivo del MAUTO, Museo Nazionale dell’Automobile di Torino. Spazio Futuro, questo il nome – che è tutto un programma – della sezione espositiva, è realizzato nell’ambito dell’iniziativa MAUTO FUTURE MOBILITY. Il progetto è stato creato dal Museo Nazionale dell’Automobile in collaborazione con Fondazione LINKS e Herbert Simon Society, per la curatela di Maurizio Arnone.
Il MAUTO è un museo che pensa sé stesso in continua evoluzione, confrontandosi in modo virtuoso e non banale con varie discipline anche artistiche e culturali. Nel caso di Spazio Futuro il tema è lo sviluppo sostenibile, in altre parole il futuro che ci aspetta nell’ambito della mobilità e, in particolare ma non in maniera esclusiva, dell’automobile. La sezione del museo non è quindi storica né tantomeno artistica (peccato!), ma interattiva e funzionale.
Spazio Futuro è, insomma, la sezione che da oggi chiude il percorso espositivo dell’intero museo, che si snoda attraverso le diverse declinazioni dell’automobile e dello spostamento a quattro ruote fin dai tempi della sua prima invenzione e introduzione nella cultura diffusa e popolare.
Ma che ne sarà dell’automobile e della mobilità domani? Spazio Futuro si propone, appunto, di indagare proprio questo aspetto, gettando lo sguardo, con il ricorso all’intelligenza artificiale e ad alcuni strumenti tecnologici avanzati, al di là del nostro presente attuale, verso quello che possiamo immaginare come il futuro dell’auto e della mobilità pubblica e privata nelle nostre città.
Per questo progetto il Museo Nazionale dell’Automobile ha sottoscritto un Protocollo di Intesa con MOST – Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile. Come funziona questa joint venture? All’inizio del percorso futuribile i visitatori sono dotati di una card attraverso la quale possono avviare una serie di meccanismi, dotati di schermi, attraverso i quali sviluppare un’interazione. Sugli schermi compaiono delle domande, con cui il sistema identifica il visitatore e le sue abitudini in generale, ma soprattutto in merito a spostamenti e mobilità. Alla fine, l’AI propone l’immagine della città del futuro, più o meno accogliente e sostenibile frutto delle scelte che oggi il visitatore dichiara di compiere nel suo quotidiano. C’è da immaginare che, quasi inevitabilmente, l’afflusso di visitatori in questa sezione del museo produrrà una buona raccolta di dati, che potranno essere elaborati e “sfruttati” per pensare in modo più efficiente il futuro della mobilità nei contesti urbani.
Perciò, alla fine, che cosa ci aspetta, nel futuro, per quanto riguarda mobilità e innovazione? L’immaginazione prodotta dall’AI non permette, per forza di cose, voli pindarici particolarmente creativi, ma si muove in un percorso già tracciato e nell’ottica di una raccolta dati funzionale alla ricerca, persino con un intento educativo.
La nuova sezione del museo susciterà certamente l’interesse del pubblico, soprattutto per l’aspetto interattivo, seppure all’interno di un percorso necessariamente segnato e prevedibile, e probabilmente avrà il merito di fornire alla ricerca un bel po’ di materiale per farsi un’idea di come la maggior parte della gente oggi vive la mobilità nel contesto urbano e, di conseguenza, che cosa si aspetta dal prossimo futuro.
Risultato? Auto elettriche, veicoli teleguidati nella mobilità pubblica e privata, città alienate e alienanti, oppure più o meno a misura d’essere umano e di natura… Pressappoco, il percorso immaginato si muove all’interno di questi parametri, cioè in sostanza quello che la maggior parte delle persone oggi – tra un kit di sopravvivenza e un dazio e l’altro, e sempre al netto delle scottanti tematiche geopolitiche che affliggono il nostro presente – riesce a figurarsi con il pensiero, o meglio con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, per il futuro che ci aspetta.
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