-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Alice Ronchi in residenza per Ultravioletto: un ponte tra arte ed eccellenza
Progetti e iniziative
Ultravioletto, arte + impresa è un progetto di residenze d’artista in azienda, trait d’union tra due realtà uniche, quella artistica e imprenditoriale. Creatività e Made in Italy sono le sinergie che il progetto, a opera di Sonia Belfiore, mette in dialogo, rivolgendosi a giovani creativi e aziende nazionali, che si scelgono reciprocamente, mettendo in dialogo la storia, la sensibilità e la visione di entrambi. Il progetto si svolge all’interno degli spazi aziendali permettendo di conoscere e sperimentare il know how, i processi produttivi, e i materiali prodotti, per realizzare, infine, un’opera inedita, capace di sintetizzare e valorizzare i tratti distintivi dei protagonisti della residenza.
Love Keepers è l’opera che nasce dall’incontro tra Alice Ronchi (Ponte all’Olio, 1989) e l’azienda Tecnodinamica di Farra di Soligo, in provincia di Treviso, specializzata nella costruzione di macchinari per il settore del polistirene espanso (EPS). La simbiosi tra il materiale EPS e la ricerca dell’artista restituisce la somma all’ennesima potenza di entrambi i linguaggi, una composizione di tre elementi dalle proporzioni fantastiche: una nuvola, una casa e un albero, che racconta di un universo poetico, paesaggio presente nei più comuni ricordi d’infanzia.
«Love Keepers è uno scrigno, un luogo composto da forme semplici e familiari che conservano l’affetto di chi le ha per la prima volta disegnate», racconta Alice Ronchi, riferendosi ai disegni fatti dai bambini, tra cui uno che anche l’artista, in tenera età, regalò al padre. Il polistirene, prodotto da Tecnodinamica e le proprietà del materiale, come la morbidezza e il candore, suggestionano Ronchi e le suggeriscono la possibilità di rendere forme reali e architetture tangibili, quelle che prima appartenevano solamente ad una dimensione figurativa ed onirica.
L’immaginario dell’opera è la dimensione archetipica, fiabesca di un luogo sicuro e familiare costituito da pochi semplici oggetti, «Che divengono costitutivi di un nucleo architettonico emotivo. Ho estrapolato – continua l’artista – alcuni di questi soggetti sviluppandoli a tutto tondo per espandere e rendere abitabile quell’iconica tenerezza».
Attraverso la materializzazione degli oggetti, volutamente sproporzionati e autonomi tra loro, lo spazio può essere composto in maniera dinamica poiché il legame tra questi è indissolubile e vivido nella memoria emotiva di chiunque, perfino la distanza tra i singoli elementi sono parte integrante del processo creativo, rivelando la natura della composizione come paesaggio ideale.