Dall’alto la Lituania si presenta come una regione di foreste, distese pianeggianti e bacini d’acqua dolce. Quando si tocca terra, nella stagione estiva e fino a tardi la sera, si è accolti da una festa di luce: la luce baltica, preziosa e sfaccettata come l’ambra.
Vilnius è una piccola città medievale-barocca. Estremamente accogliente e caratterizzata da un certo fervore e vivacità culturale, mostra una sorprendente mescolanza di nuove architetture, erette in seguito alla ricostruzione degli Anni Cinquanta, tra edifici storici immacolati e chiese barocche. Arricchiscono l’atmosfera, alberghi di charme, come l’Artagonist Art Hotel, bar alla moda, e ristoranti. Imperdibile la cucina mediterranea rivisitata di The Kitchen.
Il CAC, Centro d’Arte Contemporanea, ospita la Triennale Baltica (capitolo primo). “Give Up the Ghosts”, è stato il titolo della tredicesima edizione di una triennale per la prima volta itinerante tra Lituania, Estonia e Lettonia. I fantasmi sono le identità personali e nazionali fratturate a cui è necessario arrendersi. 70 artisti internazionali, poeti e musicisti, invitati dal curatore Vincent Honoré, lavorano sull’idea di fraintendimento, complessità, infiltrazione e rimozione rispetto al territorio, alla storia, al corpo.
Rimantas Milkintas, Now 2018, 2018, iron, cm 70 x 85 x 7, courtesy (AV17) Gallery, Vilnius (LT)
Attraversando il cosiddetto “ponte verde”, si raggiunge il Museo della rivoluzione. Dal 1993 Galleria Nazionale, sulla sponda destra del fiume Neris, è un emblema del tardo modernismo ed espressione dell’identità nazionale. La mostra “Silent Collection. Privately Owned Lithuanian and Estonian Art from the Second Half of the 20th Century” è una perspicace ricognizione sul significato delle collezioni d’arte durante il periodo sovietico in Estonia e Lituania, come spiega la Chief Curator Lolita Jablonskienė. L’indagine sul binomio collezione/collezionismo prosegue nei primi piani della Galleria Nazionale con un’altra mostra, “Collecting Hits – Artworks and Soundtrack From the Collection of the Lewben Art Foundation”.
Sotto la torre della televisione (1981), sorge il centro mostre e congressi Litexpo. Progettato secondo gli stilemi del tardo modernismo, nel 2006 il complesso è stato ampliato con un nuovo padiglione dalla forma triangolare. Un guscio di bianco cemento immacolato che abbraccia volumi trasparenti. La fiera ArtVilnius nacque invece nel 2009, quando la città venne proclamata Capitale Europea della Cultura, e si conferma unica fiera di Arte Contemporanea in Lituania e la più grande nell’area dell’Est Europa. Dal 7 al 10 giugno scorso il programma di ArtVilnius si è concentrato sulla vibrante scena artistica dei paesi Baltici e sul Centenario dell’indipendenza lituana. 55 gallerie, 250 artisti provenienti da 20 Paesi (Lituania, Lettonia, Bielorussia, Polonia, Estonia, Francia, Danimarca, Italia, Russia, USA, Ucraina).
Eglė Ridikaitė, Flow of the River, 2018, spray-paint on canvas, cm 240 x 200 x 3 (cadauna), courtesy Contour Art Gallery, Vilnius (LT)
Per il quinto anno consecutivo la Lewben Art Foundation, che custodisce una collezione di arte lituana e internazionale dalla fine del XVIII secolo ai giorni nostri, è il partner esclusivo della fiera. All’interno della “Project Zone”, ha proposto la mostra “Fairytales? Sounds Good” curata da Francesca Ferrarini con i lavori di tre artisti contemporanei: Vadim Fishkin (Russia), Andrea Crespo (USA) e Reza Aramesh (Iran). Nella sezione principale meritava una visita lo stand di “Nida Art Colony”, un prestigioso programma AIR che rappresenterà la Lituania nella Biennale di Venezia 2019. Il padiglione più interessante, a livello di gallerie, ospitava Alma di Riga, lo stand di Cobalt, Piktogram da Varsavia, Meno Parkas di Kaunas, Avangard di Pernu (Estonia) e The Rooster Gallery di Vilnius. Per le “collezioni” c’erano le opere Fluxus dal centro di arti visuali Jonas Mekas e, di notevole impatto, la collezione “The New History in Art” del Mocak, il museo di arte contemporanea di Cracovia.
Tra i “Solo Projects” della fiera spiccava lo stand dedicato al brillante artista estone Marko Mäetamm. All’interno di “The Path” (performance, oggetti e installazioni), la scultura celebrativa minimalista “Compound 2” di Vladas Urbanavičius ha vinto il premio come miglior installazione di ArtVilnius18.
Con alcune delle gallerie premiate, una selezione di 5 emergenti tra le più interessanti e attive della scena artistica lituana, ArtVerona ha avviato un progetto di ospitalità “Focus on Lituania” durante la 14esima edizione della fiera, che si svolge questo week end, ospitando Meno Parkas (Kaunas), The Rooster Gallery (Vilnius), Meno Nisa Gallery (Vilnius), AV17 Gallery (Vilnius), Contour Art Gallery (Vilnius). Meno Parkas vanta partecipazioni a fiere sia locali (ArtVilnius, Positions Berlin) che internazionali (Volta NY e Scope Basel). Notevoli, ad ArtVilnius18, le stampe ai sali d’argento e i dipinti astratti dell’artista lituana Agné Jonkuté.
Audra Vau, Jonas Mekas ͞Poets never sleep͟, 2017, video installation, courtesy Meno Nisa Gallery, Vilnius (LT)
The Rooster Gallery rappresenta la generazione più giovane dei pittori lituani ed è una “pop-up gallery” senza una sede fissa. Ha partecipato ad Artissima 2017 presentando il lavoro di due incredibili pittori, Adomas Danusevičius e Kristina Ališauskaitė. Per ArtVilnius18 la galleria ha sviluppato il progetto “The Big Moving Picture”.
La galleria più istituzionale e rivolta verso l’esterno è Meno Nisa che propone mostre di artisti contemporanei blue chip, organizza progetti internazionali in collaborazione con gallerie straniere, istituzioni culturali o singoli artisti e partecipa a fiere europee come YIA Paris e Vienna Contemporary.
Contour Art Gallery ha una natura simile a The Rooster, è “on tour”, cambia costantemente spazio espositivo. Per la prima personale di Rūta Vadlugaitė (1994) “Interlude”, in collaborazione con Sotheby’s International Realty, è stato scelto un prestigioso complesso residenziale nel centro città, molto distante dagli standard del realismo socialista.
AV17 è una delle rare gallerie in Lituania ad occuparsi esclusivamente di oggetti contemporanei, sculture, installazioni e gioielleria concettuale, il cui primato nell’innovazione va ai paesi baltici. Percorrere a piedi le strette vie, i cortili senza tempo e le strade acciottolate del centro storico di Vilnius, in una calda giornata di giugno, è un’esperienza da non perdere. Dietro al complesso cinquecentesco dell’università, si trova la galleria Vartai. Una delle prime (l’anno di fondazione è il 1991) gallerie private in Lituania a rivestire un ruolo cruciale nella vita culturale del paese, organizzando non solo mostre, ma anche concerti, incontri e workshop. Dal 5 giugno al 27 luglio scorso, infatti, la galleria ha presentato una mostra gioiello “Moi, Non-Moi!” o “Parable Academy” con disegni di Louise Bourgeois, dalla collezione Antonio Gomes de Pinho, Maria Lassnig e Maria Helena Vieria da Silva, artiste mai presentate prima in area baltica.
Nella relazione con l’altro (L’Europa, i Russi, le sorelle Baltiche), con il “non-moi” del filosofo francese lituano Emmanuel Levinas, sembra risiedere tutta la sfida lituana, verso un futuro autonomo e interconnesso.
Petra Chiodi