Come e perché nasce la prima edizione del Premio Man_Gasworks?
Il premio MAN/Gasworks nasce per rispondere all’interesse da parte del MAN e degli artisti italiani di instaurare forme di collaborazione e dialogo con istituzioni e artisti in altre parti del mondo. L’idea di base parte dalla convinzione che questi scambi possano dare agli artisti interessati una maggiore opportunità di sviluppo professionale. Il premio, infatti, consente di collocare la loro pratica, e quindi non solo il loro prodotto ma sopratutto il loro processo, in un contesto più grande dove gli stimoli, le possibilità di ricerca e di rilettura del loro lavoro facilitino sia la sperimentazione sia una maggiore chiarezza del percorso artistico. Il progetto nasce quindi dal desiderio del MAN di creare nuovi contatti per gli artisti locali e dall’interesse di Gasworks di invitare artisti da varie parti del mondo a lavorare con noi a Londra. In questo senso, il match-making è stato abbastanza naturale ma non sarebbe stato possibile senza la collaborazione finanziaria di Rosas 1945.
Quali i motivi di un premio residenza-studio?
A parte i motivi già specificati precedentemente, credo sia importante notare come la commercializzazione dell’arte contemporanea, per quanto necessaria, spinga verso il prodotto e riduca il tempo che gli artisti – sopratutto quelli emergenti – hanno per sviluppare idee attraverso dialogo, ricerca e sperimentazione. Questo spazio, sia mentale che fisico, è fondamentale nel processo artistico ma è visto come un privilegio riservato a studenti universitari o ad artisti già affermati istituzionalmente o finanziariamente. Per questo la residenza/studio aperta ad artisti emergenti diventa così importante. Se a questa uniamo l’opportunità di venire a contatto con un’altra realtà che possa ispirare il processo artistico allora le potenzialità aumentano ancora.
Il premio confluisce in una residenza con tirocinio, che cosa prevede il programma?
Il programma offre la possibilità di trascorrere tre mesi a Gasworks, dove all’artista è offerto uno studio, il supporto di artisti locali ed internazionali e una coordinatrice che l’assiste durante il processo lavorativo. Le residenze solitamente non sono finalizzate al prodotto, infatti, invitiamo gli artisti ad usare il periodo per sviluppare contatti e sopratutto nuove idee, sfruttando le opportunità e risorse che la città ed il contesto artistico londinese offre. Per questo non chiediamo di proporre un lavoro da sviluppare a Londra ma di specificare come la residenza potrebbe avere un impatto in un progetto o nel loro percorso artistico. Abbiamo anche rimpiazzato la mostra finale con un open studio per condividere con il pubblico il risultato dell’esperienza. Molti artisti finiscono con mostrare work in progress, aprendo possibilità di dialogo con i visitatori. Quello che succede durante la residenza è fortemente soggettivo e dipende dal dialogo che si instaura tra Gasworks e l’artista invitato. Infatti, ogni residenza è unica e ci adoperiamo a facilitare lo sviluppo di idee e di progetti di ogni artista a seconda di quella che è la sua traiettoria artistica. Oltre all’open atudio organizziamo una presentazione pubblica dove l’artista introduce il suo lavoro al nostro pubblico. Per il resto organizziamo incontri con altri artisti, curatori, programmi educativi ecc., ma questi dipendono dall’interesse e dal lavoro dell’artista.
Cosa include il soggiorno?
Il soggiorno include vitto, alloggio, viaggio a Londra e in città, studio con accesso continuo, un budget minimo per il materiale artistico e per l’allestimento dello studio che include l’affitto di eventuale equipment audio/visuale ecc. Cerchiamo di essere flessibili ma non siamo il posto più ricco ed attrezzato della città. Abbiamo la volontà, i contatti e alcuni strumenti per aiutare gli artisti durante la loro permanenza, ed è per questo che chiediamo anche agli artisti di mantenere un livello di flessibilità nell’approccio alla residenza.
Con quali strutture e/o istituzioni collaborate?
Anche questo varia molto e dipende dagli artisti con cui lavoriamo. A Londra abbiamo collaborato con università, gallerie, musei, biblioteche, centri di film editing e fotografia ecc., dove gli artisti possono usufruire delle risorse o collaborare in vari progetti. Gasworks è parte della rete di Triangle Arts Trust, un network internazionale di artisti ed organizzazioni artistiche presenti in oltre trenta paesi in tutto il mondo: dal Sud America all’Asia. Questo ci da modo di lavorare con un gruppo enormemente vario di artisti e di organizzazioni. Significativamente Gasworks, che compie 15 anni quest’anno, ha invitato in residence oltre 160 artisti da più di sessanta stati, quindi le possibilità di dialogo e scambio tra i vari partecipanti sono enormi.
Sono innumerevoli i concorsi che prevedono la finalità di un soggiorno-studio. In quale modo Man_Gasworks si differenzia dagli altri?
La sua internazionalità è abbastanza unica. Gli artisti arrivano in un centro dove ci sono 12 studios, 9 dei quali sono occupati da giovani artisti che vivono qui a Londra e 3 sono riservati al programma di residenze. Questa situazione, legata al programma di mostre ed il programma educativo, crea un contesto dinamico e molto vivace, con un grande numero di attività e di eventi aperti al pubblico. E dove è possibile seguire l’evoluzione dell’opera dall’ideazione alla produzione fino all’interpretazione. Godiamo, infatti, del supporto di un personale coinvolto nel processo artistico e curatoriale su cui gli artisti invitati possono contare in ogni momento.
In quale progetto conclusivo converge il Premio?
Per il momento la residenza è il progetto finale, anche se siamo sempre tutti interessati a quello che dalle residenze scaturisce. È impossibile prevedere cosa ne verrà fuori: potrebbe essere che l’artista crei un nuovo lavoro o che sperimenti con tecniche diverse, o che incontri l’opportunita’ di far parte di altri progetti.
Avete già pensato a come evolverà il Premio nelle edizioni future?
Abbiamo deciso con il MAN che il prossimo anno il premio sarà aperto ad artisti residenti in tutta l’Italia, non solo in Sardegna. Credo che sia gli artisti sia noi organizzatori impareremo molto da questa prima residenza e spero proprio che questa preziosa collaborazione si possa rafforzare col tempo.
a cura di roberta vanali
[exibart]
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