MDLSX 2015 Ph Renato Mangolin Courtesy Motus
Dal 15 marzo al 4 maggio 2025, Motus presenta FUTURE IN THE PAST, un’esposizione che ripercorre gli oltre 30 anni di attività della compagnia teatrale: la mostra-atlante si articolerà nelle dieci stanze dell’Ala Nuova del Museo della Città di Rimini, attraverso una collezione non ordinata di video, documenti sonori, testi, fotografie e materiali grafici accumulati nel corso degli anni e presentati volutamente in una forma non convenzionale, privando il percorso di una sua cronologia scandita e immergendo lo spettatore, in questo modo, in una dimensione totalmente fluida e atemporale.
«Abbiamo allestito le stanze dell’ex-ospedale di Rimini non pensando a uno stare immobile, ma secondo una nuova temporalità in cui passato, presente, e futuro si attraversano a vicenda, lacerandosi, facendosi, ognuno, strumento per questionare l’altro». I curatori sottolineano come tutto l’allestimento degli spazi porti a «Mantenere accesa la liveness stessa del teatro, procedendo per tracce, evocazioni, associazioni; gli elementi estrapolati rimandano alla nostra ricerca, ma allo stesso tempo creano un’ambientazione, si mettono in scena, cambiano il perimetro della stanza, delineando “un altro”, possibile spazio scenico».
Non si tratta dunque di un semplice archivio messo in mostra ma di un vero e proprio atlante multisensoriale. Come suggerisce il titolo stesso dell’esposizione, si vuole abbattere la distanza che tradizionalmente si interpone fra passato e futuro; ci si vuole insinuare negli interstizi, creare una commistione che non escluda vicendevolmente ma renda l’atto di scivolare nel passato un mezzo di reinterpretazione del presente e uno strumento immaginifico per il futuro. In quest’ottica, l’archivio stesso come custode di una storia diviene non più un elemento statico, da contemplare con nostalgia, ma una dimensione dinamica e attiva.
Fondato a Rimini nel 1991 da Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande, Motus si è affermato come uno dei gruppi più innovativi e influenti della scena teatrale contemporanea. La compagnia ha costruito la propria identità attraverso una costante ricerca interdisciplinare, esplorando la contaminazione tra generi diversi e fondendo teatro, performance, video e installazioni. Ed è proprio questa tensione alla multidisciplinarietà ad animare l’archivio in mostra.
Dal 1995 al 1999, Motus esplora spazi non convenzionali con opere come L’occhio belva, un omaggio itinerante a Samuel Beckett, e Catrame, ispirato ai romanzi di J.G. Ballard. Con O.F. ovvero Orlando Furioso (1998), la compagnia ottiene il Premio UBU Speciale. Negli anni 2000, Motus sviluppa ROOMS, un progetto itinerante che indaga il vuoto e l’alienazione postmoderna attraverso testi di Genet, Pasolini e DeLillo.
Seguono i cicli PASOLINI (2003-2004), incentrato sulla banalità del male e sul consumismo, e FASSBINDER (2005-2006), che affronta i temi dell’intolleranza e del melodramma, ispirandosi al regista tedesco. Il corpo e il passaggio all’età adulta sono al centro di Ics (X) – Racconti crudeli della giovinezza (2007-2008), mentre dal 2009, il progetto Syrma Antigónes rilegge il mito di Antigone in chiave contemporanea, proseguendo la ricerca sulla ribellione e il potere.
La compagnia è invitata a ricoprire la Direzione Artistica del Santarcangelo Festival 2020 in occasione del cinquantenario dell’importante manifestazione dedicata alle arti performative. A seguito della pandemia e del lockdown, Motus sceglie di articolare il programma in tre movimenti: il primo nell’estate del 2020, il secondo, in digitale, tra l’autunno e l’inverno dello stesso anno e il terzo nell’estate del 2021. Nello stesso anno, Motus vince il prestigioso Premio della Critica 2021 dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro.
«Vogliamo considerare questa esposizione più come Atlante che come Archivio – dichiara Daniela Nicolò insieme a Beatrice Ottaviani, collaboratrice del progetto – «Per amplificare essenzialmente la dimensione performativa di questo accumulo esploso di materiali che diventano collante, cerniera e nuova soglia». Un modo per cristallizzare artisticamente il momento che precede la catalogazione, in cui tutto è «Esplosione confusionaria, commovente e spaventosa, un caos bellissimo e impossibile da riordinare, una massa informe che non è nulla ma rivela una tensione».
La mostra diventa opera in sé, un oggetto artistico autonomo composto dai tanti frammenti di catalogazione, una nuova forma di «Drammaturgia fluttuante» che naviga tra i diversi linguaggi espressivi e permette al visitatore di creare una propria personale “collezione” di significati. Le sale del museo si articolano per associazioni tematiche, riunendo progetti diversi ma orizzonti comuni. Ogni stanza evoca il tema rappresentato con una citazione, una frase che funge da collante e consente al visitatore di orientarsi diventando mappa, un ponte fra passato, presente e futuro.
FUTURE IN THE PAST sarà accompagnata anche dal lancio di un portale digitale che permetterà di accedere all’intero archivio della compagnia, realizzato in collaborazione con 4Science e la Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini. A differenza dell’esposizione fisica, il portale seguirà la linearità cronologica della catalogazione, permettendo comunque di operare dei salti tematici e creare percorsi di lettura personalizzati e destrutturati.
Durante gli ultimi cinque giorni della mostra, inoltre, l’esposizione invaderà la città di Rimini e il suo Museo per la terza edizione di Supernova, un progetto per le arti performative curato da Motus. Spettacoli, installazioni, workshop, incontri, live music, arti visive e cinema: una via per valicare la permeabilità dei confini tra le diverse discipline artistiche, storiche ed emergenti.
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