Arte contemporanea al Lerici Music Festival, con le opere di Carlos Garaicoa

di - 25 Luglio 2024

Suoni e visioni per riflettere sul concetto di memoria ed esplorarne le declinazioni: con una mostra dell’artista cubano Carlos Garaicoa, l’arte contemporanea entra in dialogo, per la prima volta, con Lerici Music Festival, la kermesse di musica internazionale che, ogni anno, si svolge nella suggestiva cornice del Golfo dei Poeti. Intitolata Memotopography, curata da Carlo Orsini e realizzata in collaborazione con Galleria Continua, la mostra si svolge negli spazi di Villa Marigola, risalente alla seconda metà del XVIII secolo e tra le sedi storiche del Festival. Nato come luogo di villeggiatura e impreziosito dalle suggestive vedute di Lerici e dei suoi dintorni, l’edificio diviene nella lettura di Carlos Garaicoa una proiezione simbolica del modo in cui l’architettura rappresenta e riproduce gli assetti della società.

Lerici Music Festival 2023

Memotopography: il percorso della mostra

Il percorso espositivo si dipana all’interno di Villa Marigola lungo tre sale e invita il visitatore a riflettere sul dialogo tra arte e spazio urbano. In S/T Bend Building (2021) Carlos Garaicoa utilizza la carta per costruire frammenti di città. Le immagini documentarie di rovine cittadine enfatizzano la precarietà del tessuto urbano nella serie fotografica che guida il visitatore nella sala successiva.

Carlos Garaicoa Las Raíces del Mundo, 2018 inox steel buildings, knives Courtesy Galleria Continua

The Roots of the World (2016), installazione composta da un tavolo trapassato di coltelli, pone l’accento sulla sottile tensione tra costruzione e distruzione, mentre con Photo-topography (2012) l’artista trasferisce fotografie urbane su polistirene per impostare un parallelismo tra la rovina urbana e il sistema artistico contemporaneo, puntando i riflettori sulle dinamiche di sfruttamento che spesso caratterizzano entrambi.

La mostra si conclude con la proiezione video dell’opera Partitura, dove il concetto di citta viene rievocato attraverso un’orchestra composta da 40 registrazioni individuali di musicisti di strada, ognuno con il proprio background culturale.

Carlos Garaicoa Foto-topografía/ Photo-topography (Esquina de Tejas, 20 de Mayo y Estévez, Cuatro Caminos, Calzada de Monte y Matadero, Havana, Ufo, Havana, Oficios y Santa Clara, Columnata Monte y San Joaquín, La Habana, Vieja Linda, La Habana, Avenida del Puerto y Luz), 2012 9 photographs transferred to polystyrene Courtesy Galleria Continua

Il programma dell’apertura

In occasione dell’apertura della mostra, il 26 luglio, è in programma anche un evento serale aperto al pubblico. Alle ore 18:30, la proiezione di Abismo, l’opera video di Carlos Garaicoa che parte dall’ossessione di Adolf Hitler per la musica classica per impostare una riflessione sulla forza resiliente del pensiero libero e creativo. La colonna sonora del video che riprende il terzo movimento del Quatuor Pour La Fin du Temps di Olivier Messiaen del 1941 intitolato Abisso Abismo in spagnolo – è interpretata dal vivo per l’occasione dalla clarinettista Mahé Marty, moglie dell’artista.

La serata prosegue alle 21:15 con l’interpretazione del Quatuor Pour La Fin du Temps di Olivier Messiaen nella sua interezza affidata al quartetto composto da Alexander Bedenko (clarinetto), Alberto Bologni (violino), Alexey Zhilin (violoncello), Massimo Spada (pianoforte).

«Il progetto di quest’anno vede nell’artista cubano Carlos Garaicoa l’incarnazione del fare artistico intermediale, attraverso diversi suoi lavori, uno dei quali, Abismo, è emblema del programma del Lerici Music Festival del 2024 intitolato Memoria e Speranza», spiega Orsini. «L’opera Abismo di Garaicoa, che tra poco vedremo, utilizza la musica, l’animazione, i movimenti coreografici, l’analisi di materiali d’archivio, studi antropologici e tecniche psicanalitiche per comporre un lavoro la cui potenza è straniante, nel suo doppio movimento di attrazione e repulsione», continua il curatore.

«Questo progetto prende come punto di partenza la rappresentazione teatrale dei discorsi di Hitler e la sua ossessione per la musica classica», racconta Garaicoa. «Su uno sfondo bianco latte due mani gesticolano; sono disegnati quasi come se fossero studi sanguigni rinascimentali, oppure le mani guantate del Topolino disneyano, a metà tra la direzione di un’orchestra e l’enfasi di un discorso pubblico. Carlos Garaicoa utilizza i gesti tipici della propaganda nazista e li rimuove dal loro contesto originale, creando così una nuova narrazione storica», conclude Orsini.

Carlos Garaicoa De la serie Puzzles: Monte y Matadero, 2022 Electrostatic photography printed on methacrylate and Dibond, Forex, wood and metal Courtesy Galleria Continua

Biografia di Carlos Garaicoa

Carlos Garaicoa, nato a La Habana (Cuba) nel 1967, ha studiato termodinamica e successivamente pittura presso l’Instituto Superior de Arte dell’Avana (1989 – 1994). Attualmente vive e lavora tra L’Avana e Madrid.

Garaicoa utilizza un approccio multidisciplinare per affrontare questioni di cultura e politica, in particolare cubana, attraverso lo studio dell’architettura, dell’urbanistica e della storia. Il suo soggetto principale è sempre stata la città` dell’Avana. Giocando con sculture, disegni, video e fotografie incentrati sull’ironia e la disperazione, Garaicoa ha trovato nelle sue installazioni, per le quali utilizza spesso una grande varietà` di materiali, un modo per criticare l’architettura utopica modernista e il crollo delle ideologie del XX secolo, approfondendo il concetto di città` come spazio simbolico.

Carlos Garaicoa Ritratto / Portrait Courtesy Galleria Continua

Tra le sue più importanti mostre personali si segnalano quelle più recenti alla Rocca Maggiore di Assisi (2024), alla Brownstone Foundation di Parigi (2022) e al PEM Peadoby Essex Museum di Salem (2021). Ha esposto anche alla Fondazione Merz di Torino (2017), al MAAT di Lisbona (2017), al Museum Villa Stuck di Monaco di Baviera (2016) e al Nasjonalmuseet di Oslo (2015).

Ha partecipato a prestigiosi eventi internazionali come: la Biennale di Cuenca (2023), le Biennali dell’Avana (1991, 1994, 1997, 2000, 2003, 2009, 2012, 2015), Shanghai (2010), San Paolo (1998, 2004), Venezia (2009, 2005), Johannesburg (1995), Liverpool (2006) e Mosca (2005), le Triennali di Auckland (2007), San Juan (2004), Yokohama (2001) e Echigo-Tsumari (2012); Documenta 11 (2003) e 14 (2017) e PhotoEspan˜a 12 (2012). Ha ricevuto il PEM Prize 2021 e nel 2005 il XXXIX Premio Internazionale d’Arte Contemporanea – Fondazione Principe Pierre di Monaco e il Katherine S. Marmor Award di Los Angeles.

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