Arte e natura: a Lodi aprirà l’Archivio permanente di Giuliano Mauri

di - 2 Marzo 2024

L’archivio dell’artista Giuliano Mauri trova una sede permanente: oltre mille oggetti, tra quadri, disegni, progetti, neon, vetri, tele di canapa grezza, fotografie, video, maquette e prototipi di opere realizzate nell’ambiente, saranno in esposizione nelle scuderie del seicentesco Palazzo Barni, in corso Vittorio Emanuele, a Lodi, città in cui Mauri nacque, l’11 gennaio 1938, e morì, il 29 maggio 2009. Istituito per volontà degli eredi, nel nuovo spazio si svolgeranno anche attività di studio e didattica, legate al tema della relazione tra uomo e natura, esplorato dall’arte di Mauri. A presentare la sede dell’Archivio Giuliano Mauri, Francesca Regorda, Vicepresidente Associazione Giuliano Mauri, con interventi di Andrea Furegato, Sindaco di Lodi, Cristina Baroni, Segretario Generale Fondazione Comunitaria di Lodi, ed Ezio Rana, Segretario Generale Fondazione BPL.

Spazio Giuliano Mauri, Palazzo Barni, Lodi

«Dalla scomparsa di Giuliano Mauri 15 anni fa, mi sono sempre impegnata nel gestire l’archivio dell’artista», ha dichiarato Regorda. «Un archivio importante, un luogo di ricordi, di idee, di pensieri e di progetti che hanno segnato l’arte del ‘900 italiana e non solo. Giuliano Mauri è stato precursore di un’arte più che mai attuale; mantenerne viva la memoria è per me l’obiettivo principale, raccontando la sua arte, sensibilizzando l’uomo al rispetto ambientale», ha continuato Regorda, ringraziando, in particolare, Mauro Parazzi, Presidente della Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi, «Il primo a credere e a sostenere il progetto».

Giuliano Mauri

Rami e tronchi di legno erano i materiali prediletti da Mauri, le cui architetture naturali esprimevano poeticamente il passaggio del tempo e la trasformazione della materia. Insieme a Nils-Udo e Herman Prigann, Giuliano Mauri è stato il primo artista italiano entrato a far parte del movimento europeo Art In Nature, nato nel 1981 dall’incontro tra i critici d’arte Vittorio Fagone e Dieter Ronte. Nella sua carriera artistica espose alla Biennale di Venezia nel 1976, su invito di Enrico Crispolti, e alla Triennale di Milano, nel 1992, ma nella sua vita fece vari lavori. Panettiere, boxeur di categoria Welter, iniziò a frequentare i circoli culturali e artistici di Milano negli anni ’60, con una forte inclinazione sociale.

Giuliano Mauri, Le erbe grame non muoiono mai, anni ’60 part.

Le sue prime esposizioni, di video, fotografie e performance, risalgono alla prima metà degli anni ‘70. Nel 1978 realizzò il Gioco dell’oca nella Galleria di Arte Moderna di Bologna, nell’ambito della mostra Metafisica del quotidiano. L’anno successivo inaugurò l’esposizione Le male erbe, nella Galleria Municipale di Arte Moderna di Modena e nella Galleria Municipale di Arte Moderna di Ancona, mentre al 1980 risalgono i Mulini a vento, tra le sue opere più conosciute, un inno alla bellezza della vacuità e della improduttività, pale che girano per l’azione di un vento inesistente. Dal 1984 iniziò la serie degli Altari Vegetali sui bordi del fiume Adda a Lodi, «Tessuti con rami vivi» e sottoposti all’azione dell’ambiente.

Giuliano Mauri, Mulini a vento, 1980 Ph Enrico Cattaneo

Durante l’edizione di Arte Sella 2001, nell’ambito dell’Incontro Internazionale Arte Natura, erige la Cattedrale Vegetale a Malga Costa, Borgo Valsugana, Val Sella. Il progetto fu realizzato in due mesi, arrivando alla dimensione di una Cattedrale Gotica di tre navate: i rami di potatura, usati abitualmente da Mauri, sono congiunti a formare dei veri e propri pilastri che si sollevano fino a 12 metri incurvandosi in alto poi, a ogiva, per altri tre metri. In un anno, l’opera fu visitata da più di 100mila persone.

Arte Sella – foto: Aldo Fedele

Nel 2010, come primo omaggio postumo alla produzione di Mauri, fu realizzata una nuova installazione della Cattedrale vegetale: l’opera si trovava nel comune di Oltre il Colle, ai piedi del pizzo Arera, nelle Prealpi Bergamasche Centrali, e in seguito al maltempo del 29 ottobre 2018, andò distrutta. Nel 2017 fu completata la terza Cattedrale vegetale, a Lodi nei pressi del ponte sull’Adda, sotto la direzione artistica dei figli Roberto e Mauro. Anche questa struttura è andata quasi completamente distrutta e nella primavera del 2019 si è deciso di rimuovere anche le poche colonne rimaste in piedi.

«L’obiettivo principale del progetto è rendere pubblico e fruibile l’archivio dell’artista, che fino a questo momento è rimasto privato e aperto solo su appuntamento, dando la possibilità di conoscere le opere e il pensiero di Giuliano Mauri, in modo diverso rispetto a quanto fatto sin d’ora: approfondendo la sua arte e la sua poetica naturale, attraverso la visione diretta delle sue opere, consentendo una collaborazione diretta e stretta con le scuole, studenti, critici e storici, che avranno la possibilità di studiare la filosofia dell’artista», spiegano dall’associazione Giuliano Mauri. «Un’occasione per comprendere meglio come l’arte di Mauri riesca ad avvicinare l’uomo alle proprie origini, promuovendo un dialogo tra uomo e natura attraverso la poesia dell’arte».

Archivio Giuliano Mauri

L’inaugurazione dell’Archivio è in programma per la primavera e il primo allestimento affronterà ogni fase della vita artistica di Mauri, approfondendo anche gli aspetti meno conosciuti, a partire dagli anni ’60 con le prime opere di stampo militante, fino alle Cattedrali Vegetali. Questa sistemazione rimarrà esposta fino a dicembre 2024, mentre dal 2025 lo spazio sarà diviso in due sezioni, una permanente, con le opere principali dell’artista, e una in movimento, dove, attraverso una programmazione curata, verranno presentati progetti espositivi tematici, che restituiranno il suo pensiero e la sua filosofia.

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