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Arte per l’inclusione: opere di Fulvio Morella, sulla strada delle Paralimpiadi 2026
Progetti e iniziative
di redazione
Arte, inclusione e sport, per un progetto diffuso, sullo sfondo di una manifestazione dal valore e dal significato universali. Con il patrocinio del Comitato Italiano Paralimpico e di INJA Louis Braille, prende vita I limiti non esistono, ciclo di mostre ed eventi culturali promosso da Cramum in collaborazione con il Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese, Regione Lombardia e Lagazuoi Expo Dolomiti, per celebrare i luoghi simbolo delle Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026: Milano, Val di Fiemme e Cortina. Al centro del progetto si collocano le opere multisensoriali di Fulvio Morella, che trasformano il Braille in un linguaggio estetico e narrativo.
L’arte come esperienza universale
Fulvio Morella, vincitore del Premio alla Carriera Alfredo d’Andrade 2023 e già presente con le sue opere in varie collezioni internazionali, come il Museo del Braille di Milano e di Parigi e il Kunsthistorisches Museum di Vienna, utilizza il sistema di lettura e scrittura tattile a rilievo per abbattere barriere percettive e concettuali. «Le sue opere sono enigmi percettivi che si rivelano solo attraverso la condivisione. L’arte, in questo modo, diventa un mezzo per celebrare l’inclusione e la bellezza come esperienza collettiva e accessibile», ha spiegato Sabino Maria Frassà, presidente di Cramum e direttore creativo del progetto
Anche Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico, ha sottolineato la rilevanza del progetto: «L’arte e lo sport sono linguaggi universali che abbattono le barriere, trasformando l’inclusione in un’opportunità per crescere come società». Stéphane Gaillard, direttore dell’INJA Louis Braille di Parigi, ha specificato che il lavoro di Morella non solo innova l’uso del Braille ma invita a ripensare il concetto stesso di limite, trasformandolo in motore di progresso.
Tre tappe simboliche verso Milano-Cortina 2026
Il ciclo di mostre si snoda attraverso tre luoghi chiave, ciascuno portatore di una visione specifica. Dal Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese, il progetto prende avvio con Le stelle che non ti ho detto, una mostra dedicata al “braille stellato” di Morella, un alfabeto ideato dallo stesso artista, che trasforma i cieli notturni in rebus visivi e tattili.
Curata da Elsa Barbieri, direttrice del museo, e Sabino Maria Frassà, l’esposizione riflette sull’eternità del tempo e sulla connessione tra arte e comunità attraverso una serie di suggestive opere tessili.
«Si intitola Sipario di Stelle la prima opera tessile che Fulvio Morella ha realizzato», ha raccontato Barbieri. «Ricordo che accoglieva il visitatore con un messaggio segreto: dal braille alle stelle, la disposizione dei corpi celesti su un tessuto nero, come un cielo notturno, non solo sagoma una clessidra ma anche, e soprattutto, nasconde la celebre riflessione di Friedrich Nietzsche: “L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello di polvere”. Nell’ottica di un museo esteso, che comporta l’assunzione di responsabilità nei confronti della comunità, desidero condividere questo episodio perché, qualcuno direbbe, “fa anima”, perché qualcuno sentenzierebbe “da tutte le cose l’uno, dall’uno tutte le cose”».
In autunno, Regione Lombardia ospiterà LUDI – L’arte è un abbraccio, una mostra che mette in dialogo le opere tattili di Morella, realizzate in legno, metallo e braille, con le iconiche sculture gonfiabili di Franco Mazzucchelli. L’evento celebra il valore inclusivo dello sport, metafora dei limiti umani e delle risorse nascoste. «Attraverso questo progetto vogliamo promuovere una Lombardia sempre più accogliente e attenta alla disabilità», ha spiegato l’assessore Elena Lucchini.
L’ultima tappa, nel cuore delle Dolomiti, coincide con l’inizio dei Giochi Olimpici e Paralimpici. La mostra Cortina di Stelle per la prima volta riunirà le sculture luminose del ciclo Braillight di Fulvio Morella, trasformando il Lagazuoi Expo Dolomiti in un palcoscenico d’arte a 2.732 metri di altitudine. «Superare i limiti è ciò che ispira sia l’arte che la montagna», ha dichiarato Stefano Illing, consigliere delegato di Lagazuoi SpA.