In un tempo segnato da tensionie divisioni ideologiche, Papa Francesco ha spesso ribadito il ruolo fondamentale della cultura come ponte tra i popoli. Tra le iniziative intraprese durante il suo pontificato, un gesto in particolare sembra destinato a lasciare un’impronta nel dialogo tra Oriente e Occidente: l’apertura verso l’arte russa contemporanea, sancita da un incontro personale con Nikas Safronov, uno degli artisti più noti della Russia.
Poche settimane prima della sua scomparsa, il Pontefice, già affaticato nel fisico, ha voluto mantenere un appuntamento che, inizialmente previsto presso il Palazzo Apostolico, è stato spostato nella più raccolta Casa Santa Marta. L’incontro è stato occasione di discutere di letteratura e pittura e, in particolare, del valore della cultura russa nel contesto europeo.
«Ho cercato di ricambiare la sua cortesia con altrettanto calore, portandogli in dono alcune delle mie opere», ha raccontato l’artista. «Una di queste, che rappresenta il primo luogo di servizio del Papa, è stata spedita sulla ISS e ha viaggiato nello spazio. Il Papa è rimasto profondamente colpito da questo gesto».

Durante l’udienza, il Papa ha benedetto il progetto di una mostra personale dell’artista nel Palazzo Estivo del Vaticano, fissandola per il 2025. Poco dopo, Safronov ha avuto un incontro con Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani, confermando l’interesse istituzionale verso questa iniziativa. È un segnale che precede i recenti tentativi di riavvicinamento tra Russia e Stati Uniti e che riafferma la posizione della Santa Sede come spazio terzo, in cui l’arte può ancora parlare un linguaggio universale.
Ma il futuro della mostra rimane incerto. La morte di Papa Francesco pone interrogativi su quale sarà l’orientamento culturale del prossimo pontificato e se i progetti avviati troveranno continuità. «Concepisco la sua benedizione a tenere mostre in Europa come una parola di commiato, una delle sue ultime espressioni di volontà», ha dichiarato Safronov, profondamente scosso dalla notizia della scomparsa del Pontefice. «Amava la cultura russa e desiderava che fosse conosciuta meglio in Europa».
La mostra di Nikas Safronov in Vaticano era inizialmente prevista per giugno, con l’artista che aveva già concordato con il Papa l’esposizione di alcune delle sue opere. Dopo l’evento in Vaticano, Nikas aveva in programma di inaugurare una mostra a Ginevra, dedicata alla sua cara amica, l’attrice Sophia Loren.
Resta dunque una domanda sospesa: l’apertura culturale verso l’arte russa proseguirà? O sarà interrotta da un nuovo corso istituzionale? La risposta, come spesso accade anche in ambito culturale, dipenderà anche dalla volontà politica e dalla capacità delle istituzioni di cogliere l’occasione offerta da un’arte che ancora cerca il dialogo, nonostante tutto.
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il RAPPORTO VATICANO-RUSSIA
continuerà
ho iniziato nel 2004 con PAPA GIOVANNI PAOLO II
il PAPA che ha voluto in VATICANO una pittrice RUSSA per i suoi ritratti
seguito da PAPA BENEDETTO XVI e da PAPA FRANCESCO
la risposta verrà dall'UNESCO-noi siamo al terzo PAPA....il prossimo andrà in CINA
se ci ascoltano
Rosa Dalmiglio