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Storia rivoluzionaria dell’Arte Tessile: la mostra al Museo di Busto Arsizio
Progetti e iniziative
di redazione
Un lungo filo, ricco di colori diversi, collega quindici Paesi in tutto il mondo: è quello del WTA World Textile Art, organizzazione fondata da Pilar Tobón nel 1997 e che, per il suo 25mo anniversario, presenta la decima edizione della Biennale Internazionale di Arte Tessile Contemporanea, che si terrà simultaneamente da una parte all’altra del globo, a partire da Miami, in Florida, con l’evento al Miami Miami International Fine Arts, e attraverso i suoi Saloni “25 Artists WTA”, nei Paesi aderenti all’iniziativa. Coinvolta anche l’Italia, dove il 9 ottobre aprirà “The Soft Revolution”, mostra al Museo del Tessile di Busto Arsizio.
Attraverso il lavoro di diverse generazioni di artisti provenienti da background differenti e attivi nel panorama dell’arte contemporanea italiana e internazionale, avremo modo di esplorare la cifra rivoluzionaria del linguaggio della fiber art. Portando così alla luce la creatività dinamica e la profonda sapienza riferibili all’arte dell’ago e del filo, classificata tra quelle minori o marginali a causa di una distorta prospettiva patriarcale. Il lento ma inesorabile utilizzo come linguaggio artistico, avviato a partire dall’inizio del Novecento, e le recenti rivendicazioni gender, che accordano le chiavi di lettura tanto politiche e sociali quanto culturali e artistiche, ne hanno reso sempre più evidenti le potenzialità poetiche. Riscoprendo al contempo il lavoro di generazioni di donne che affidavano a tale pratica la loro voce, sottraendola al silenzio forzato e alla censura e, in alcuni casi, aprendo la strada a un’evoluzione sperimentale e ribelle, nelle forme e nei contenuti.
Con un progetto espositivo curato da Barbara Pavan, con la collaborazione di Mimmo Totaro ed Erika Lacava, il percorso nelle Sale del Museo del Tessile si snoda a partire dalle opere recenti di artiste e artisti storicizzati, come Marion Baruch, Franca Sonnino, Mimmo Totaro, Kela Cremaschi e prosegue attraverso i lavori di Elizabeth Aro, Lisa Batacchi, Isobel Blank, Susanna Cati, Lea Contestabile, Serena Gamba, Marina Gasparini,Loredana Longo, Clara Luiselli, Ilaria Margutti, Cristina Mariani, Florencia Martinez, Laura Mega, Paola Paganelli, Federica Patera e Andrea Sbra Perego, Elena Redaelli, Maria Jole Serreli, Giulia Spernazza, fino a quelli di giovani artiste come Giulia Nelli, Elham M.Aghili, Camilla Cesarini alias Armadilly.
La mostra è realizzata in collaborazione con il Comune di Busto Arsizio e con il patrocinio di IILA, organizzazione italo-latinoamericana, che cura la presentazione del progetto di valorizzazione della tessitura del caraguatá o chaguar, una fibra naturale, tradizionalmente praticata dalle donne indigene della zona del Gran Chaco.