Arti visive, architettura, fotografia, rigorosamente in formato grande schermo: Artecinema, il festival curato da Laura Trisorio e arrivato alla 29ma edizione, apre il sipario al Teatro San Carlo di Napoli il 16 ottobre, per proseguiredal 17 al 20 ottobre al Teatro Augusteo, con un’ampia ed eterogenea selezione di documentari provenienti da tutto il mondo, molti dei quali in anteprima assoluta e con l’intervento in diretta dei registi, per un’immersione profonda nei processi creativi di alcuni dei più importanti artisti e autori contemporanei.
Per la serata inaugurale, in programma la proiezione di Tehachapi, l’atteso film di JR, celebre artista francese noto per i suoi imponenti progetti di arte pubblica e per la sua capacità di portare l’arte dove meno ci si aspetta. Il documentario, della durata di 92 minuti, è incentrato su un progetto realizzato all’interno del carcere di massima sicurezza di Tehachapi, in California. JR racconta le storie di detenuti ed ex detenuti, insieme al personale carcerario, in un’opera fotografica collettiva che ha trasformato il cortile della prigione in un potente simbolo visivo di redenzione e resilienza.
Dopo aver realizzato progetti di grande risonanza come Inside Out, il corto Ellis, il balletto e cortometraggio The Groves e dopo aver fatto “sparire” la Piramide del Louvre, il 41enne artista francese ha avviato il suo progetto nel carcere di Tehachapi. Inizialmente, JR si è recato lì per incontrare 28 residenti e presentare un’idea per un progetto artistico collaborativo nel cortile centrale. A Tehachapi, la maggior parte dei detenuti è stata imprigionata per quasi un decennio e molti sono i condannati all’ergastolo senza possibilità di libertà vigilata.
JR e il suo team hanno fotografato gli uomini, uno alla volta, dall’alto, dando la possibilità di raccontare liberamente la loro storia davanti a una telecamera, senza dover rispondere a domande specifiche. JR ha anche fotografato ex detenuti e personale carcerario, raccogliendo un totale di 48 ritratti e creando un’installazione composta di 338 strisce di carta. L’esperienza si è trasformata in opera filmica grazie alla collaborazione con Tasha Van Zandt, direttrice della fotografia
Attraverso questa opera, JR invita a riflettere su temi come la dignità umana, la condizione dei detenuti e il potere dell’arte come strumento di trasformazione sociale. La gigantografia creata nel carcere diventa il cuore di una narrazione visiva che cattura l’emotività di chi è spesso relegato ai margini della società. «Questo film è un modo per condividere la loro resilienza e il viaggio verso la redenzione. È un manifesto del potere dell’arte come forza unificante di speranza», ha affermato lo stesso artista.
Dopo l’apertura al San Carlo, il festival si sposterà al Teatro Augusteo dove, dal 17 al 20 ottobre, dalle 16 alle 23:30, si alterneranno le proiezioni gratuite di documentari che esplorano i protagonisti e i movimenti più influenti della scena artistica contemporanea. Tra i film più attesi, spicca l’anteprima europea di Mark Rothko, la peinture vous regarde di Pascale Bouhénic, che indaga il percorso di uno degli artisti più enigmatici del XX secolo, e The Warhol Effect di Lloyd Stanton e Paul Toogood, che esplora l’eredità culturale di Andy Warhol attraverso gli occhi di artisti e figure iconiche dell’arte come KAWS, Jeff Koons, Marilyn Minter, Tom Sachs, Julian Schnabel, Larry Gagosian, Debbie Harry, Tama Janowitz, Kim Kardashian e Chris Stein.
La giornata del 17 ottobre si aprirà con la proiezione di Arte povera. Appunti per la storia, di Andrea Bettinetti, che narra la nascita e l’evoluzione dell’Arte Povera attraverso studi d’artista, fondazioni, gallerie e musei, raccontando i protagonisti di un movimento radicale e innovativo, dal 1967 a oggi. Tra le testimonianze di artisti, galleristi, fotografi, familiari c’è anche una conversazione con Germano Celant realizzata nel 2019.
Si proseguirà con Emilio Isgrò. Autocurriculum sotto il sole, di Davide Bassanesi. Il film racconta l’universo creativo dell’artista della cancellatura, poeta visivo, scrittore e drammaturgo. Confrontandosi con i testi “sacri” della letteratura italiana e le dichiarazioni dei diritti umani e ridisegnando mappe geografiche, sagome di volti, ritratti, l’artista cancella per ricostruire nuovi sensi.
Nel dicembre 2021 l’artista islandese Ragnar Kjartansson inaugura una mostra monumentale in un nuovo centro artistico chiamato GES-2 nel cuore di Mosca. È il tema di Soviet Barbara, the Story of Ragnar Kjartansson in Moscow di Gaukur Úlfarsson. L’elemento principale della mostra è una “scultura vivente” chiamata Santa Barbara, una citazione della omonima soap diventata popolarissima in Russia dopo la caduta dell’Unione Sovietica.
Per il programma completo, giorno per giorno, potete dare un’occhiata qui.
Oltre alla programmazione cinematografica, Artecinema conferma il suo impegno sociale con iniziative che vanno oltre i teatri. Come per le altre edizioni, il festival organizzerà proiezioni nelle scuole, nelle università e negli istituti penitenziari, con l’obiettivo di portare il dibattito culturale e artistico a una platea più ampia, coinvolgendo studenti e detenuti in incontri e seminari con registi e critici d’arte.
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