26 maggio 2003

Artisti da favola

 
I raccontastorie è una nuova iniziativa editoriale per i più piccoli. Di grandissima qualità formale e con un'eccellente idea: fare illustrare le fiabe ad artisti contemporanei. Ed ecco Gabriele Picco, Luca Pancrazzi (che è direttore artistico di tutta l’iniziativa), Eva Marisaldi, Stefano Arienti e tantissimi altri. Abbiamo scambiato qualche battuta con Elena Quarestani, la direttrice editoriale della collana. Da non perdere in edicola…

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E’ nata da qualche mese una nuova iniziativa editoriale. Di che si tratta?
E’ una collezione di fiabe, leggende popolari e storie tratte dalla mitologi , distribuita in edicola e in abbonamento. Ogni uscita comprende un libretto illustrato e un CD.
E’ un’iniziativa destinata ai bambini, ma non è escluso che anche gli adulti si lascino sedurre, com’ è già successo al califfo delle Mille e una notte. Come nella tradizione dei raccontastorie (da qui il titolo della collana) le fiabe sono narrate con grande calore e sapienza e con molta attenzione al ritmo dettato dal lessico e dalla struttura narrativa che sono propri della trasmissione orale. Come un massaggio al cervello, che riorganizza i pensieri e le emozioni. Abbandonarsi è molto facile: tra le voci narranti, molte sono quelle di attori che hanno fatto grande il cinema e il teatro italiani: Giulietta Masina, Giorgio Gaber, Franco Parenti, Ottavia Piccolo, Giulia Lazzarini, Paolo e Lucia Poli, Piera degli Esposti…

Ma le illustrazioni di queste fiabe sono particolari, vero?
Si, anche gli artisti si sono lasciati sedurre dalle fiabe. Così i disegni che accompagnano i testi sono tutti stati realizzati da artisti contemporanei. Cosa che fa una grande differenza: un illustratore professionista, anche il più fantasioso, il più creativo, il più trasgressivo si confronta con un compito preciso, quello appunto di illustrare il testo, di corredarlo di immagini, di renderlo più chiaro sottolineandone i contenuti,Raccontastorie di commentarlo. Gli artisti invece fanno i conti con un obbiettivo diverso, sono più fedeli a se stessi che al testo e si esprimono con un’altra libertà. Viaggiano paralleli, e con molte divagazioni.
In più hanno un rapporto speciale con il tempo e con la produzione – forse vicino a quello dei bambini, per i quali non esiste o non dovrebbe esistere un’economia del tempo- che rende anche il mio lavoro con loro molto diverso rispetto ad altre mie esperienze editoriali

Quali sono gli artisti che collaborano all’iniziativa?
Per ora gli artisti sono circa una ventina, rappresentativi di buona parte della scena italiana contemporanea. Oltre a Luca Pancrazzi, autore del progetto grafico e art director, ci sono (li cito in ordine alfabetico): Mario Airò, Stefano Arienti, Carlo Benvenuto, Vincenzo Cabiati, Pierluigi Calignano, Guido Canziani, Chiara Camoni, Pietro Capogrosso, Letizia Cariello, Marco Cingolani, Cuoghi e Corsello, Marta Dell’Angelo, Mario Della Vedova, Armin Linke, Claudia Losi, Coralla Maiuri, Andrea Marescalchi, Eva Marisaldi, Amedeo Martegani, Liliana Moro, Adrian Paci, Alessandro Pessoli, Federico Pietrella, Leonardo Pivi, Gabriele Picco. Ma ne arriveranno altri, non solo italiani e non solo di questa generazione.

Come è avvenuta la scelta? Te ne sei occupata in prima persona?
Non direi che si è trattato propriamente di una scelta. Piuttosto di una catena, di un passaparola. Ho cominciato a parlarne con Luca Pancrazzi, di cui conoscevo laRaccontastorie passione per la tipografia, i libri, ma non la competenza sulla grafica e il desk top publishing. Dopo che lui ha indossato il ruolo di art director, le cose sono venute un po’ da sole, alcuni artisti a cui sono vicina, altri che sono vicini a Luca e poi via via…Staremo a vedere quali e quanti altri sentiranno il richiamo della fiaba. Siccome stampiamo a due colori (ogni numero è caratterizzato da due colori speciali usati sia per il testo che per le immagini) i lavori che consegnano gli artisti dopo le scansioni, vengono trattati da Luca a video prima della stampa: si è creata così una sorta di laboratorio molto interessante, perché nessuno viene a patti col proprio modo di operare- c’è chi usa i pennarelli, chi la matita, la macchina fotografica,il filo da ricamo, la fotocopiatrice, il computer, – ma poi quasi tutti sono fiduciosamente curiosi di vedere che cosa succede al loro lavoro dopo che è passato sotto lo scanner

Che riscontro ha avuto l’iniziativa?
Si tratta di un prodotto di nicchia nel panorama dei periodici per i bambini, e in edicola ha bisogno di un po’ di tempo per trovare il suo spazio tra tante pubblicazioni vistose e aggressive. Bisogna conoscerlo e andarlo a cercare. Sono sicura che nel tempoRaccontastorie ci darà molte soddisfazioni. Nel frattempo ha ricevuto una particolare attenzione da parte delle scuole, degli insegnanti, della stampa, e di diverse istituzioni e associazioni che lavorano intorno alle tematiche anche sociali dell’arte, facendo della specificità e della trasmissione del suo linguaggio il loro motivo di esistere. Abbiamo avviato una collaborazione, con Art for the World, Il Museo dei Bambini di Siena, la neonata Isola dell’Arte di Milano: insieme a loro ci piacerebbe elaborare nuovi progetti, non solo editoriali.
Sul fronte di una comunicazione più allargata abbiamo anche concluso in questi giorni un accordo con virgilio.it : tra poco su virgilio junior sarà attivo uno spazio dedicato a
i Raccontastorie, così i bambini potranno anche leggere, guardare i disegni e ascoltare in diretta alcune delle fiabe che pubblichiamo.

massimiliano tonelli


I RACCONTASTORIE,
OLIRIALE & C s.r.l.
Redazione: viale Bianca Maria 19 – 20122 Milano
Tel. 02 76000916- Fax 02 76004677 – info@raccontastorie.com
www.raccontastorie.com


[exibart]

1 commento

  1. Finalmente anche gli artisti contemporanei decidono di dare una mano ai bambini,calandosi, non tanto nelle vesti di “illustratori” di favole…ma di “interpreti”, attraverso una loro visione e sensibilità che dovrebbe spaziare a 360°, grazie al coraggio di una direttrice editoriale illuminata, che ha la forza di raggiungere tutte le edicole d’Italia.
    Anche il sottoscritto, nel 1995/96,insieme ad altri artisti,ponendosi il problema dell’arte contemporanea non fruibile dalla maggior parte del pubbllico,e di cercare strade alternative al di fuori dei luoghi deputati, non ha esitato ad accettare l’invito della (piccola grande)casa editrice di Salerno 10/17 – Segno Associati, ad interpretare graficamente il primo volume del libro di racconti per ragazzi,tradotto in Italia(in esclusiva,da Vito Maggio) della Comtesse de Segur (autrice molto letta e conosciuta in Francia,soprattutto dal mondo dell’infanzia): “Le Avventure di Sophie”.Di sicuro Elena Quarestani la conoscerà.Il libro però,in mille copie,ha avuto una diffusione molto limitata, anche se ampia nelle scuole del territorio salernitano.
    Insieme a me,in quest’avventura c’erano altri due bravi artisti campani(il napoletano Luigi Franzese e il salernitano Alfonso F.Mangone) e due di Bienne,della Svizzera interna (Barbla & Peter Fraefel)che fanno la spola tra l’Italia del sud e la Svizzera del nord (tra l’economia e le idee).
    E’ stata un’esperienza semplicemente fantastica. Peccato però quelle sole mille copie e la non possibiltà di distribuzione nazionale.

    Appunto: ma come mai,dalle metropoli, dove l’arte contemporanea in Italia, è maggiormente esposta, dove vivono e lavorano la maggior parte di artisti di punta (molto bravi e interessanti…come quelli ultimi dell’Isola dell’Arte di Milano,per es.) che fanno sperimentazione, e dove hanno sede le più prestigiose case editrici nazionali…queste cose arrivano in ritardo? Perché dalle metropoli del sistema dell’arte, non ci si affaccia ogni tanto a dare uno sguardo su ciò che succede in provincia?
    Secondo me,il sud in particolare, è stato ed è tuttora una polveriera di creatività che merita maggiore attenzione..al di là di ogni condiziomne e questione del Mezzogiorno…e non è più possibile,oggi come oggi,per un artista “emigrare” verso un terreno più fertile.
    Più fertile economicamente! Però pare che quì,le idee arrivino in “ritardo”. E’ giusto quindi,che da parte del sistema dell’arte e del potere economico,si dia un maggiore ascolto a queste esperienze,cosiddette “ai margini”. Questo per me è un altro… “frammento di un discorso italiano”.
    C’è un sud,che “trascurando” l’economia, galoppa velocemente le idee, e c’è un nord,che “trascurando” le idee,galoppa velocemente l’economia. Questa è l’Italia.

    Un caro saluto.
    Angelo Riviello

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