Per l’intera durata dell’Expo
Universale di Shanghai, il mondo s’interrogherà sul problema della
pianificazione urbana, ma anche di come effettuare una riqualificazione della
vita all’interno di un tessuto urbano già esistente. Numerose attività si
susseguiranno
all’insegna del Better
City, Better Life,
tema portante della manifestazione
.In questa prospettiva s’inserisce
il progetto italiano per l’Expo,
La città dell’uomo, incentrato sulla tutela della
dimensione umana nelle città, l’innovazione tecnologica al servizio dei
cittadini e il valore del contesto culturale come garanzia di qualità di vita. Una
vetrina importante per promuovere il
made
in Italy e divulgare la cultura tricolore contemporanea, che
presenterà, fra gli altri,
Sensitive City, un progetto a cura di Rosario Scarpato e Monica
Piccioni e sponsorizzato dal Commissariato di Governo per l’Expo.
I curatori, titolari di offiCina
Beijing, spazio espositivo situato nella Factory 798 di Pechino, da anni si
occupano di scambi culturali tra Cina e Italia. Per questa occasione hanno
scelto di invitare
Studio Azzurro, gruppo con cui collaborano dal 2006,
a presentare un nuovo progetto
site specific, ritenendoli particolarmente
idonei a riassumere e condividere
i valori proposti per l’Expo 2010.
Il gruppo multimediale formato da Fabio
Cirifino, Paolo Rosa, Leonardo Sangiorgi e Stefano Roveda partirà alla volta di
Shanghai per raccontare un’Italia invisibile e per dar voce all’anima segreta
di sei città italiane. Chiamate a rappresentare il nostro paese saranno Lucca
(che avrà per tema il silenzio), Trieste (come metafora del vento), Chioggia
(l’acqua), Siracusa (l’ombra e la luce), Spoleto (il territorio composito) e
Matera (la pietra e il vuoto). Si tratta di luoghi che rimangono spesso al
margine dei classici itinerari turistici ma che, secondo gli artisti,
maggiormente ci rappresentano e possono costituire un esempio di
better life. La complessità dello Stivale,
infatti, non può esser appresa né apprezzata soltanto attraverso la conoscenza
stereotipata dei centri maggiori. Questi, caratterizzati da traffico, rumore e
ansia di una vita frenetica, stravolgono il senso naturale della vita e la sua
qualità.
Oggigiorno è semplicissimo entrare
in possesso della mappatura precisa di un territorio. Ma una città può essere
considerata come solo agglomerato urbano? No: esiste anche una parte
invisibile, una trama sottile e intangibile, composta dalle emozioni delle
persone che la abitano. Il progetto
Sensitive City è volto appunto a evidenziare
questo tessuto sensibile, fornendo mappe emozionali che descrivono nuovi
itinerari e che raccontano i luoghi attraverso sensazioni, ricordi o piccole
storie che ci sono svelate in prima persona dagli abitanti stessi. La somma dei
frammenti delle singole realtà va a costituire un mosaico che rappresenta una
città invisibile, ma non utopica, in quanto eretta sul vissuto personale degli
intervistati, protagonisti scelti in virtù del forte legame con la loro città.
“
Le città come i sogni sono
costruite di desideri e di paure”, scrive Italo Calvino in
Città Invisibili.
“Ogni volta che si entra
nella piazza ci si trova in mezzo ad un dialogo”. Ed è proprio attraverso questo
dialogo che Shanghai conoscerà il Belpaese e le sue diverse territorialità.
Sensitive City si presenta come una
videoinstallazione dove lo spazio è delimitato da grandi pareti trasparenti su
cui scorrono immagini di persone a grandezza naturale che entrano ed escono
lentamente dal campo. Le pareti sono interattive e il pubblico ci si può relazionare
toccando i personaggi, che si gireranno verso chi li guarda e inizieranno a
spiegare il luogo della città in cui vivono e con cui si trovano in speciale
sintonia. Contemporaneamente, su pannelli posti dietro alle pareti di vetro, si
formerà una mappa, disegnata a mano da ciascuno di loro, che conduce là dove si
svolge il racconto. Di conseguenza sullo sfondo i passanti virtuali sfileranno
indisturbati insieme ai visitatori reali, che partecipano all’azione animando e
rimodellando in modo causale questa città immaginaria.