All’interno ma anche all’esterno, pensato in primavera – sì, quella primavera così strana – e da svolgere in questi giorni d’autunno, tra il territorio e il web, con 300 artisti, 40 curatori, 63 mostre ed eventi: è Walk-In Studio, il festival che, dal 20 al 24 ottobre 2020, a Milano, ci invita a conoscere ciò che di prezioso abbiamo proprio qui vicino e di cui, magari, non sospettiamo l’esistenza. Studi e spazi d’artista, situazioni da attraversare e relazioni da attivare, insomma, fare rete con il territorio, tramite il dispositivo dell’arte.
Promosso dall’associazione Studi e Spazi Festival, formata da artisti, curatori e professionisti del settore culturale, Walk-In Studio è un’iniziativa, arrivata alla seconda edizione, sviluppatasi con una impostazione orizzontale, precisamente «nata da una necessità di relazione e di espressione», ci ha spiegato Anna Stuart Tovini che, insieme a Vincenzo Chiarandà , anima il duo Premiata Ditta e che, dagli anni ’90, ha dato vita a UnDo.Net, la storica piattaforma relazionale online dedicata all’ecosistema dell’arte contemporanea. Anche UnDo nasceva da un’esigenza, quella di aprire nuovi spazi nell’universo misterioso dell’internet che, in quella decade, doveva ancora straripare nel mondo reale. Oggi la transizione si è compiuta ma questa dimensione ibrida continua a mantenere una cifra oscura e potenzialmente pericolosa. Per questo, è urgente avviare una discussione sulle modalità in cui le relazioni tra le persone – e le reazioni – possono ridefinire luoghi e tempi. E se questa contrattazione può assumere le forme di una grande festa diffusa, tanto meglio.
La prima call è stata aperta in primavera, durante il lockdown, quindi ne è stata lanciata una seconda, per ampliare temi e partecipazioni. In un’era di distanziamento sociale, l’idea è «Partire dal basso, aprire spazi privati al pubblico, proporre occasioni di avvicinamento sociale», ha continuato Stuart, perché a far muovere Walk-In Studio è un ampio circuito di collaborazioni tra artisti i quali, ognuno nel proprio spazio, che può anche trovarsi all’esterno, ospiteranno le attività di un «programma eterogeneo, multigenerazionale e multidisciplinare, scandito da focus giornalieri per le varie aree cittadine, dalla Zona 1 alla Zona 9, con il coinvolgimento di altri autori».
Ma Walk-In Studio avrà anche una propaggine online, grazie alla collaborazione con l’Accademia di Brera e la NABA. Gli studenti delle due istituzioni, infatti, documenteranno ciò che succederà nei giorni del Walk-In Studio attraverso immagini e parole che confluiranno sul sito del Festival, mettendo a disposizione dei fruitori della rete una nutrita sezione archivistica e documentativa.
Per dare un’occhiata al programma completo, potete cliccare qui.
Una favola che parla di drammi intimi e ricorre agli stereotipi del melodramma, ma rimane agile, nonostante tutto. La recensione…
Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identitĂ visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo…
Finalisti, entrambi, di exibart Prize N 4, Valentina Gelain e Bekim Hasaj presentano in Finlandia The Shell Cracked, un ciclo…
Negli spazi di Mare Karina è in corso la prima personale di Beatrice Favaretto. Il progetto Multiple Maniacs è un…
65 gallerie da 15 Paesi e la conferma di un mercato internazionale sempre piĂą interessato alla ceramica moderna. Ecco che…
James Turrell protagonista di una mostra in Arabia Saudita, in attesa della sua prossima, visionaria installazione, scavata nella roccia del…