Illuminarsi, incantarsi, estasiarsi, sorprendersi, abbandonarsi, connettersi, stupirsi: BAM Circus – il Festival delle Meraviglie al Parco – Festival internazionale dedicato al teatro di strada e alle arti circensi contemporanee in stretta connessione con la Natura nel grande giardino botanico della Biblioteca degli Alberi nel cuore di Portanuova – è tutto questo. Da un legame, quello fra circo e territorio che testimonia radici e tradizioni del quartiere Portanuova che un tempo ospitava il principale lunapark di Milano, le ex Varesine, nell’area in cui oggi sorge il parco Biblioteca degli Alberi, BAM Circus omaggia questa tradizione e lo fa nel piacere di stare insieme in mezzo alla natura sentendosi uniti, semplicemente umani, nel più umano dei sentimenti, la Meraviglia.
Di meraviglia abbiamo parlato con Francesca Colombo, Direttore Generale Culturale di BAM – Biblioteca degli Alberi Milano, Fondazione Riccardo Catella, che ha ideato e dirige il festival.
BAM Circus è pensato per accogliere la meraviglia a Milano e dentro ciascuno di noi. Che valore ha, soprattutto oggi, la capacità di provare stupore e meraviglia e che importanza assume nel processo di costruzione dell’identità dell’uomo e tra gli uomini?
«La meraviglia è al cuore di questa iniziativa e stimoliamo, a ogni edizione, tutti gli artisti ad aiutarci per far sì che con le loro performance, anche di strada e di circo contemporaneo, la meraviglia viva in BAM, nella città di Milano e in ognuno di noi. Perché proprio la meraviglia? La riflessione nasce da un momento di crisi, di chiusura, di isolamento, di sofferenza, di insicurezza e di incertezza che abbiamo vissuto durante la pandemia. Da manager culturale e come attivatore di comunità ho pensato e mi sono chiesta quale potesse essere il giusto format affinché le persone potessero stare bene insieme, perché per me è un valore fondamentale, ed è nato BAM Circus. La meraviglia è tutto, è quella cosa che ti porta a esclamare “wow!”, è un sussulto, è una gentilezza quando si è preoccupati, è un fiore che sboccia, è un uccellino che si posa su un albero e canta, è una bella musica, è lo stupore, quello benevolo, che dà benessere all’uomo e al cittadino».
Cosa c’è insieme alla meraviglia?
«Insieme alla meraviglia c’è la consapevolezza che i luoghi hanno un’anima e che chiunque li occupi ha la responsabilità di ascoltare e raccogliere quest’anima. Ricordandomi allora di quando, studentessa, nel viaggio che da Como mi portava a Milano, in Conservatorio, la vista su un circo mi riempiva di meraviglia e di gioia – quando si è bambini si guarda agli animali con stupore, non scorgendo ancora questioni più problematiche o negative – e studiando il quartiere dove un tempo le grandi famiglie della tradizione circense italiana montavano i loro chapito e tendoni, ho pensato che fosse necessario ricercare quello spirito. Abbiamo quindi raccolto l’eredità del luogo, commissionando noi stessi un documentario che raccoglie le memorie di famiglie italiane che ci hanno reso grandi nel mondo, e abbiamo voluto essere originali, con un respiro internazionale, con un’attenzione particolare all’aspetto comunitario al binomio natura e cultura, rispetto al quale vorrei segnalare lo spettacolo Insect Circus, della compagnia String Theatre, un teatro di figura che con coleotteri e cavallette, vespe e libellule – presentati come marionette – sarà in grado di analizzare il concetto di individualità-coralità e di approfondire quella contrapposizione tra micro-macro al centro della programmazione del 2024».
A proposito di questo binomio MICRO-MACRO, che è al cuore del festival e della programmazione, che ruolo ha e può avere, anche in prospettiva a lungo termine, la creatività nella rappresentazione del binomio individuo-collettività?
«La creatività è un bellissimo vettore di commistione tra individuo e collettività, e BAM Circus ne è un esempio. Chi viene ad assistere ai nostri spettacoli può venire da solo, o magari con la propria famiglia, spinto dal desiderio di viversi in maniera diretta e individuale l’esperienza della meraviglia e dell’arte a contatto con la natura. Ma ciò che accade di magico è che gli spettacoli e le performance hanno lo straordinario potere di farci connettere gli uni agli altri, oltre la dimensione individuale, personale e famigliare. Nel corso della prima edizione, per esempio, abbiamo realizzato un’esibizione con i cavalli con la compagnia francese Compagnie des Quidams e al culmine dello spettacolo, quando i danzatori, che avevano attraversato il parco destando curiosità, sono confluiti tutti insieme in una porzione di spazio e dalle loro pance apparivano cavalli (gonfiabili), noi tutti spettatori ci siamo trovati mano nella mano creando, senza alcuno schema preordinato, un cerchio di mani attorno allo spettacolo. Io per esempio avevo alla mia destra una donna islamica e alla sinistra un bambino cinese e ci siamo trovati uniti a condividere, nella connettività un momento di meraviglia. Cosa l’ha reso possibile? Proprio la bellezza di vivere l’esperienza della meraviglia, che per noi è un attivatore prezioso e fondamentale».
Questa terza edizione si presenta ricca di novità: c’è qualcosa che può anticiparci di quello che accadrà o delle forme che andrà assumendo la meraviglia?
«Sono 60 appuntamenti ed è bello che ognuno abbia la libertà di muoversi nella meraviglia sentendosi accolto e benvenuto in uno spazio che è di per sé esperienza di meraviglia. Abbiamo, a questo proposito, ricoperto 60 alberi all’uncinetto, nei toni del giallo e del fucsia, in collaborazione con l’associazione Ottovolante che, nei mesi precedenti, ha coinvolto i cittadini in un’azione partecipata. A livello di spettacoli mi permetto di suggerire che sabato sera – anche in caso di pioggia, perché la pioggia non ci fermerà, d’accordo con gli artisti, la squadra e i cittadini – ci sarà la prima italiana di Mo e il nastro rosso, uno spettacolo che ha come protagonista un bambino-pupazzo profugo che, nonostante nonostante tutte le perdite subite, saprà inventarsi una nuova vita. Questo spettacolo, che vede la preziosa collaborazione con la Fondazione SON e Casa Della Carità, sarà una grande parata collettiva che invita a riflettere sul tema dei bambini profughi nel mondo ma anche sul ruolo che la cultura può avere per far sì che la strada e i luoghi pubblici non vengano percepiti come luoghi di paura ma come spazi di possibili connessioni e di meraviglia. Un altro suggerimento che vorrei dare ruota intorno alla figura di Alexander Calder: la sua figura e il legame della sua ricerca con il circo saranno raccontati in un talk – in cui interverranno le curatrici dell’esposizione svizzera Calder. Sculpting Time, Carmen Giménez e Ana Mingot Comenge – e nella proiezione del documentario Calder’s 1927 Great Circus – il giorno 25 maggio alle ore 19 in collaborazione con la Fondazione Calder. Questa collaborazione, come quella con il MASI Lugano sono un esempio dell’importanza di fare ponte e offrire cultura, bellezza e approfondimento a chi si vuole avvicinare».
Le persone hanno bisogno di meraviglia, e BAM Circus – che esce dai confini milanesi arrivando, oltre che a Lugano, anche a Trento grazie alla collaborazione con il Festival dell’Economia – crede e si impegna nell’importanza di portare stupore e meraviglia alle persone. Il programma per i prossimi tre giorni, che è davvero ricco, si apre con con l’enorme Quadro issato nel cielo, palcoscenico dell’inedita performance di danza aerea che vedrà gli acrobati temerari della compagnia italiana eVenti Verticali muoversi all’interno di una grande cornice sospesa nell’aria, e si chiude con la grande festa Congo Massa, la giungla nel parco per la prima volta in Italia insieme alla marching band Funkasin, nel parco che per l’occasione si trasformerà in un’enorme pista da ballo animata anche dalle marionette giganti della compagnia francese Cie Archibald Caramantran.
E dunque, che la Meraviglia abbia inizio, per gli amanti, i poeti, i bambini e qualche volta i folli, per i quali nulla è mai ovvio, scontato, risaputo e tutto sembra pulsare di continuo di energia nuova, brillare di nuova luce, dipingersi di nuovi colori, irradiando ovunque felicità, amore e conoscenza!
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