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BEATRICE & BEATRICE
Progetti e iniziative
Nomen Omen. Secchioni, coetanei, uno di Torino, l'altra di Bologna. Uniti dall'onomastica e dal lavoro, sono i nuovi curatori del Padiglione italiano per la Biennale di Venezia. Luca Beatrice e Beatrice Buscaroli raccontano i retroscena della nomina. E si lasciano strappare qualche promessa per il 2009...
di Santa Nastro
LB: Solo sei mesi fa la nostra nomina sarebbe stata pressoché impensabile. Il Ministro della Cultura del precedente governo aveva seguito l’iter piuttosto tipico di rivolgere l’attenzione soprattutto ai musei, che in Italia hanno rappresentato finora il principale nucleo di potere. Che era un po’ come delegare ad altri la scelta. L’attuale Ministro, invece, fin dall’inizio ha fatto capire di voler cambiare strada: finalmente la politica poteva non solo dialogare con la cultura, ma prendersi la responsabilità di esprimerne una propria. Logico, forse, affidarsi a due critici che segnassero una diversità rispetto al passato. Sia Beatrice Buscaroli che io veniamo dal mondo accademico, entrambi scriviamo su giornali, curiamo mostre di arte contemporanea con una formazione da storici e soprattutto “curiamo” la nostra scrittura. Non penso di aver “cercato” questa nomina con i sistemi canonici – strategie, cene, ricerche di padrini o sponsor -, ma penso di aver cercato un dialogo con un Ministro finalmente disposto a dialogare. Anche grazie al concreto aiuto di persone con cui c’è da tempo una stima reciproca, penso ad Angelo Crespi, consulente del Ministro e direttore de “Il Domenicale”. E al supporto morale di Vittorio Sgarbi, che non perde occasione per incoraggiarmi. Se sia o meno una sorpresa, lascio giudicare ad altri.
BB: Non ho mai “cercato nomine” ma posso dire di avere lavorato sempre con grande entusiasmo. Al momento delle “nomine”, ho sempre provato allo stesso modo soddisfazione e sorpresa.
Come avete ricevuto la notizia e la vostra reazione. Perché pensate vi abbiano scelto?
LB: Ero a passeggio con mia moglie e i bambini, il 30 settembre scorso, quando ho ricevuto la telefonata del Ministro che mi comunicava la decisione di nominare i due Beatrice a Venezia. Reazione: felicità. Che continua ad accompagnarmi. E con felicità, serenità, positività soprattutto, vorrei contribuire al nostro Padiglione Italia. Perché mi avrebbero scelto? Perché dal mio lavoro (e penso di poter parlare anche per Buscaroli) emana un forte senso di italianità. Se la Biennale nel suo insieme ha da essere globale e internazionalista, ogni Paese che espone i propri artisti guardando le proprie radici, dentro se stesso. Penso che noi di ciò che accade in Italia siamo informati e consapevoli. E ci piace il nostro essere italiani, con orgoglio.
BB: Ho incontrato il Ministro in luglio, a Pietrasanta, in occasione di una mostra, e abbiamo parlato a lungo. Di Futurismo, di musei e anche della Biennale. Lui mi conosceva per aver letto alcune cose mie e mi aveva già invitato a far parte del Comitato nazionale per il centenario del Futurismo. Sono stata convocata da lui a Roma alla fine di settembre, e, con grande semplicità, mi ha detto: “Entro stasera io vorrei firmare il decreto che nomina lei e Luca Beatrice curatori della Biennale, se è d’accordo…”. La naturalezza con cui l’ha detto, la gentilezza, l’attenzione per quanto sta facendo: quella sì che è stata la sorpresa…
Luca Beatrice, quando Rosa Martinez e Maria De Corral hanno curato insieme la Biennale nel 2005 hai detto: “Ci vogliono due donne per fare un uomo”. Tu e Beatrice Buscaroli insieme cosa fate?
Con Beatrice ho lavorato alcuni anni fa per la Quadriennale, quando alcuni colleghi si dimisero perché non condividevano la pluralità invocata dal Presidente Gino Agnese o forse temevano di contaminarsi con chi non ritenevano dei loro, alla loro altezza. Beatrice Buscaroli già allora fu un’ottima partner di lavoro, nelle similitudini e nelle differenze, che certo non ci spaventano ma anzi ci stimolano a dialogare. Insieme saremo una coppia fantastica, benedetta dal brand “nome & cognome”. Insomma, come diceva Celentano, “segni particolari: bellissimi”.
Beatrice Buscaroli, hai una formazione come storica dell’arte a trecentosessanta gradi. In che modo ti rapporti con l’arte italiana degli ultimi decenni e quali consigli daresti ai giovani artisti del tuo paese oggi?
Interpreto la storia dell’arte italiana dal Novecento a oggi come la continuità di una ricerca, senza cesure o frammentazioni. Ai giovani artisti direi di cercare una linea che risponda soprattutto alle loro esigenze espressive, senza sudditanze psicologiche. Sono convinta che anche la storia dell’arte recente del nostro paese non abbia nulla da invidiare alle altre nazioni.
Cosa promettete al vostro pubblico?
LB: Che non sarà un Padiglione Italia strategico, elitario, studiato a tavolino. Non sarà una mostra per i musei, ma per il pubblico. Non sarà una mostra come le altre, perché essendo stati nominati dallo Stato dovremo sforzarci di rappresentare ciò che riteniamo meritevole (certo, non solo due artisti come nel 2007) sperando che il pubblico, non solo gli addetti ai lavori, apprezzino le nostre scelte. E soprattutto le capiscano.
BB: Spero che sarà il pubblico in generale più che il “nostro” pubblico. Vogliamo fare una “bella mostra”, una selezione basata sulla qualità, i curricula, articolata e senza pregiudiziali.
Domanda incrociata. Cosa ti piace del tuo compagno di lavoro, cosa ne pensi?
LB: Siamo persone positive, con una vita “normale” dedicata al lavoro e alla famiglia. La mia famiglia, i genitori, mia moglie Francesca, tre figli, mi hanno abituato a considerare il mio lavoro come importante, ma non assoluta priorità. Senza la serenità e la protezione concessami, a Venezia, o altrove, non sarei mai arrivato. Da questo punto di vista sento Beatrice molto vicina. Quando parliamo di artisti e mostre, fare un break e confrontarci sull’educazione dei nostri figli, è rassicurante e gratificante. Non poteva capitarmi partner migliore.
BB: Abbiamo lavorato insieme alla Quadriennale del 2004. In questa occasione ognuno ha mantenuto le sue specificità confrontandosi con l’altro con grande armonia. Non dubito che funzionerà allo stesso modo. Luca Beatrice è competente, divertente, scanzonato e libero. Abbiamo sempre detto che il nostro nome-cognome ci avrebbe dato qualche soddisfazione. Ci hanno chiamato “Beatrice1 e Beatrice2” con ironia (per la verità un po’ scontata), ma a noi diverte molto, poi siamo due secchioni e quindi “nomen omen”.
Parliamo dell’omaggio a Pietro Cascella: sarà mica vero?
LB: Il Ministro Bondi parlò di un suo desiderio di omaggiare Pietro Cascella perché lo ritiene un maestro dell’arte italiana. Allo stesso modo, sarebbe bello dedicare un ricordo a Giuseppe Uncini, altro grande scultore scomparso recentemente. Sarebbe un modo di far coesistere due anime diverse della nostra arte. Ma non è detto che ciò avvenga a Venezia e ora.
BB: Non ho ancora nessuna notizia, perché l’ho letto su Exibart.
Se il punto è commemorare glorie dello Stivale, nel 2009 sarebbe disponibile anche il centenario del Futurismo…
LB: Infatti…
BB: Naturalmente…
Che opinione vi siete fatti del Padiglione di Ida Gianelli nel 2007? In che cosa si distinguerà il vostro?
LB: La direttrice del Castello di Rivoli decise che due artisti, importanti e bravi come Penone e Vezzoli, fossero sufficienti a rappresentare l’arte italiana. A me tale scelta sembrò riduttiva e poco coraggiosa. Fermo restando che non puoi aspettarti coraggio da chi ha sempre dimostrato poca curiosità e molto spirito conservatore, suppongo che il nostro Padiglione Italia sarà decisamente più ampio e generoso.
BB: Non penso che questo genere di confronti sia costruttivo. Saranno gli altri a commentare. Ogni curatore opera le sue scelte, quelle di Ida Giannelli sono state chiare e ridotte numericamente. Penso che noi faremo una scelta più ampia…
a cura di santa nastro
[exibart]
Finalmente vedremo un a mostra d’arte invece del solito luna park? Speriamo…
😉
dopo berlusconi che da dell’abbronzato ad obama luca beatrice alla biennale. non finiremo mai di vergognarci noi italiani all’estero
dalla padella alla brace…..povera itaia
speriamo non porti i soliti torinesi legati alla galleria che già sappiamo!
Non voglio essere prevenuta e spero di visitare il padiglione Italia,ma un curatore che inizia il dialogo parlando di politica e osannando il ministro in carica……mi fa pensare e mi fa …..are!
una biennale di destra, etichettata.
poveri quegli artisti che finiranno in questa padella.
il Padiglione italiano dovrebbere essere invaso esclusivamente dal ” silenzio “, visto il panorama artistico italiano attuale ?…
spero che i ” Beatrice ” lo metteranno in evidenza ?…
Invece penso proprio sarà costretto a farlo, Beatrice è troppo legato a certo mercato dell’arte che lo ha sostenuto fin dall’inizio nei primi anni ’90 come quello espresso da In Arco. Se avrà il coraggio dell’indipendenza ne pagherà le conseguenze
Felice della scelta di un Ministro che sembra volersi occupare veramente dell’arte contemporanea italiana. Complimenti a Luca Beatrice. A giugno 2009 spero di vedere un Padiglione Italia!!!
l’arte e la cultura, soprattutto se devono rappresentare una nazione, non dovrebbero essere “di parte”. in italia si da troppo spazio e da troppo tempo a certa cultura di sinistra (errore attribuibile in passato anche a governi di centrodestra). c’è da sperare che sia il momento buono per raggiungere un equilibrio? Bea e Bea: non lasciatevi scappare un’occasione impegnativa e veramente importante! la cultura (e l’arte che esprime) è il fondamento della società. Buon lavoro!!
ma qualcuno li ha visti gli artisti di inarco a correre improvvisamente dietro a luca beatrice?
galliano pur di andare in biennale voterebbe anche berlusconi.
si vedremo l’ennesima noiosissima mostra di
pitturaccia figurativa. bleah
Arte italiana agli italiani! Ricordo noiosissime lezioni della Buscaroli all’univ. di Ravenna, siamo certi sia cambiata. In veritas lux
Semplicemente ridicoli. Entrambi vi siete subito servilmente prostrati al potere non appena avete avvertito la possibilità di farvi belli, nel perfetto stile marchettaro che da sempre vi contraddistingue. Luca Beatrice ha iniziato subito a blandire Bondi con articoli tanto servili quanto viscidi, mentre Beatrice Buscaroli, che fino a qualche lustro fa militava col potere di sinistra nella sua Bologna contro Berlusconi e Guazzaloca (alla faccia del padre fascista e inconsapevole del successivo cambio di direzione del potere), ha vergognosamente svoltato a destra nella speranza, non vana, di un incarico puntualmente arrivato. E poi che ne sa di arte contemporanea una che si è sempre e solo piegata agli interessi delle gallerie (scalcagnate) che la pagavano per promuovere artisti risibili e senza spessore, come il suo compagno di marchette e di Biennale. Vergogna!
Duro ma vero Vittorio Cervi sui curatori. Per quanto riguarda Exibart continuo ad avere stima del suo ruolo e della sua impostazione ma questa intervista era davvero un po’ troppo genuflessa
A Bologna, anni fa, seguii una lezione tenuta da B&B. Tra le altre cose mi colpì l’ipotesi per cui Picasso sarebbe diventato Picasso solo grazie ai favori del Partito Comunista. Fu un’amara e utile illuminazione. Più tardi, però, capii che il punto essenziale era un altro, ovvero la mia totale libertà di fronte ai detestabili intrecci arte-politica: di fronte alle sue opere, che Picasso sia stato o meno montato dalla sinistra, mi è del tutto indifferente. B&B possono dire altrettanto? Quella battuta su Picasso dice di no.
beh, anche espressionismo astratto e pop art sono stati più che “pompati” dalla CIA, questo è ovvio. Così come è ovvio che la committenza ha e sempre avrà un ruolo fondamentale nella genesi di un’opera d’arte. La purezza non esiste, e se pure esistesse sarebbe di una noia mortale!
Tornando a B&B, confido nella loro ecletticità che in passato hanno manifestato solo a tratti. Se, per fare i reazionari a tutti i costi si incentrassero esclusivamente sulla pittura sarebbe una delusione. Roberto Cuoghi (difficile…) e Nico Vascellari dovrebbero essere presenti al di là di tutto
speriamo che il signor beatrice non metta i soliti pittorucoli torinesi..che guarda caso appartengono alla noiosa galleria inarco.
se ci salvano dai vari clonini italiani alla vascellari (barney+boch),trevisani (web desigher raffinato) ecc BEN VENGANO BeB!!!
marta
beatrice luca ha anche lavorato bene con alcuni giovani in rassegne come fuoriuso. speriamo che sia una cosa come quella e non un cingolani, lodola and friends.
vedremo cosa succederà, di certo mi auguro sia completaente l’opposto del metter una mucca nella formaldeide o ancora peggio impiccare fantocci di bambini agli alberi delle città…ho sentito qualche voce contro parlare di designazioni “VERGOGNA” ma quale vergogna è più grande delle squallide provocazioni degne solo di una massa stupida e modaiola? Credo che sapranno ridare luce all’arte italiana…magari cominciando con l’unica vera luce degli ultimi 15 anni che risponde al nome di marco lodola.