Negli ultimi tempi si è discusso molto di filiera agroalimentare, un ambito che, solitamente, passa sottotraccia nella percezione comune, come una corrente latente nella nostra quotidianità di consumatori. Eppure, è il settore fondamentale della produzione, anzi, «di assoluta necessità», come spesso si sente ripetere tra i DPCM e i mezzi di informazione, perché, in effetti, tutto ciò che c’è intorno, dall’industria pesante del packaging e delle grandi infrastrutture, fino al mondo immateriale delle strategie di marketing, è determinato dalla forma assunta da un seme. Ed è alle varie diramazioni assunte dall’agroalimentare, dalle biotecnologie all’arte, che è dedicato Biomega, progetto nato nel 2016 da un’idea di Cosimo Veneziano, durante una residenza a Guilmi Art Project e a seguito dell’incontro tra l’artista nato nel 1983, a Moncalieri, e l’agricoltore Filippo Racciatti. Il progetto è poi cresciuto, si è sviluppato in varie espressioni e tra varie sedi, con il supporto di Fondazione Sardi per l’Arte e Arteco e, nel 2019, è stato tra i vincitori della settima edizione dell’Italian Council, il bando promosso dalla DGCC – Direzione Generare Creatività Contemporanea del Mibact, volto alla promozione e alla diffusione dell’arte contemporanea italiana all’estero. E così, dopo la tappa da CAMERA, a Torino, oggi Biomega è arrivato Kiev, negli spazi di Radius, a cura di Lisa Parola con Kateryna Rey.
In tre anni di studio, con la collaborazione del Brain Lab Dipartimento di Neuroscienze dell’Università IULM di Milano, Cosimo Veneziano ha realizzato un lavoro transdisciplinare sull’uso delle biotecnologie in ambito agroalimentare, per riflettere sulle procedure di acquisto dei consumatori, oggetto di studio del neuromarketing. Partendo da queste indagini, Veneziano ha realizzato Biomega Multiverso, un’installazione che si concentra sul movimento dello sguardo composta da serigrafie e ricami su tessuto.
«L’intero lavoro riflette perciò sulla percezione visiva, con l’obiettivo di indurre il visitatore a interrogarsi su quanto essa possa influire sulle nostre scelte quotidiane», ha spiegato Parola. «La presentazione di Biomega Multiverso a Kiev è stata per l’artista una scelta specifica in quanto la terra ucraina è ancora oggi considerata tra le più fertili, potendo coprire il fabbisogno alimentare ben oltre la sua popolazione; per questo nel gergo popolare è definita “il granaio d’Europa”, con tutti gli aspetti geopolitici che questa posizione porta con sé», ha continuato Parola.
Per la mostra che conclude il progetto Biomega, in collaborazione con la M17 Foundation e la residenza Radius, Cosimo Veneziano ha voluto presentare una nuova serie di lavori che si intrecciano con il progetto originale e rimandano nuovamente a un’idea fluida e complessa dell’atto di osservare.
Oltre alle opere di Biomega già esposte in diverse istituzioni italiane, che saranno poi acquisite dal MUFOCO – Museo di Fotografia Contemporanea di Milano, Cosimo Veneziano ha presentato a Kiev anche Snorkelling, ciclo di serigrafie che approfondisce il tema della percezione e dell’opacità dello sguardo, questa volta alle prese con la densità simbolica del monumento. Le nuove opere, presentate per la prima volta nella capitale ucraina, rimandano al lavoro dello scultore Pietro Canonica che, 1912, realizzò un monumento a Nikolaj Nikolaevič Romanov installato a piazza Manejnaja a S. Pietroburgo, poi distrutto nel 1917. Nelle serigrafie, l’immagine dei monumenti è in parte velata da stratificazioni di pigmento rosso e giallo.
«Partendo nuovamente da cosa si osserva e come questo atto influenza il nostro modo di leggere la Storia, l’artista torna a interrogare il contesto. Come in Biomega Multiverso, anche in Snorkelling Cosimo Veneziano ha lavorato sull’importanza dell’azione dello sguardo quando si posa su un oggetto sollevando, in questo caso, un interrogativo importante sull’idea di rimozione della storia legata a monumenti e statue, e sulle nuove forme di occultamento e di negazione», ha raccontato Lisa Parola.
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