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BLAST: estetiche della violenza, tra immagine, video e documento
Progetti e iniziative
di redazione
Definitivo, categorico, incondizionato, il verbo “distruggere” non concede repliche di sorta, decreta la superiorità assoluta dell’uno sull’altro, ed è per questo che, da un punto di vista linguistico puramente funzionale, ha trovato un’ampia diffusione nel vocabolario – e quindi, negli atteggiamenti – dei social network. Particolarmente fortunata è stata soprattutto la sua versione anglofona, prima un prestito e poi un neologismo, declinato secondo le norme grammaticali della nostra lingua: blast, blastare, per esempio, le pagine Facebook Enrico Mentana blasta laggente, oppure, più recentemente ma sullo stesso tono, Roberto Burioni blasta laggente. Lo segnalavano Renzo Ambrogio e Giovanni Casalegno, in Scrostati gaggio! Dizionario storico dei linguaggi giovanili, pubblicato dalla fu Utet in un 2004 ante social network, quando era riferibile ancora a un gergo di nicchia, derivato dai videogiochi.
Adesso, blastare indica una delle sfumature più evidenti ma anche oscure della violenza quotidiana che vediamo scorrere sui nostri schermi personali ed è a questa area che è dedicato BLAST, progetto di ricerca promosso dall’associazione culturale Urbs Picta, articolato in appuntamenti e attività rivolte ai giovani e alla società civile, in partenza dal 5 dicembre 2020. Ideato e curato da Jessica Bianchera e Marta Ferretti – che già avevano affrontato il tema dell’osservazione del presente attraverso la lente dell’immagine in movimento, con la rassegna di videoarte “To Be Played” –, con la consulenza curatoriale di Beatrice Benedetti e Nina Fiocco e con l’assistenza curatoriale di Giulia Costa, BLAST si divide in cinque aree di intervento, finalizzate ad affermare l’importanza dei linguaggi dell’arte contemporanea come vettori di analisi, coinvolgimento e crescita sociale e culturale.
Violenza, documento, verità, arte: la ricerca di Blast
«BLAST si propone di esplorare in modo allargato e partecipato la relazione tra violenza, documento e verità pubblica attraverso l’uso del mezzo video. In particolare, si focalizza sul video come strumento di documentazione, ricerca e rielaborazione narrativa affrontando il concetto di violenza in quanto categoria morale, sociale, politica e come dimensione relativa, che non si compone solo di gesti e situazioni esplicite ma anche di azioni sottili, mascherate», spiegano dall’organizzazione.
«Prendendo in considerazione alcune delle tendenze artistiche attuali che fanno proprie metodologie e pratiche di ricerca e produzione di immagini, dati e informazioni provenienti da ambiti trasversali quali ad esempio le scienze forensi, l’architettura, il giornalismo e l’attivismo, BLAST intende sviluppare una riflessione condivisa su diverse modalità di percepire, analizzare e restituire episodi e dinamiche di forza, violenza e potere a livello individuale ma anche collettivo, e sulla loro rappresentazione digitale», continuano.
I cinque filoni di indagine
A essere attivata per prima è la sezione Virtual, con l’appuntamento online “La violenza di genere nell’arte”, una conversazione tra Jessica Bianchera e Marta Ferretti incentrata sulle modalità attraverso cui il tema della violenza sulle donne è stato affrontato da una selezione di artiste attraverso il medium del video. L’incontro, che si terrà il 15 dicembre 2020, alle ore 18.30, sulla piattaforma Google Meet, prevede la partecipazione della giovane artista Sofia Borelli che, per l’occasione, presenterà in anteprima un estratto dell’opera Saturday night walk.
Learning è una serie di workshop e attività formative, rivolte sia ai giovani che agli adulti, per far dialogare l’arte contemporanea con valori e problematiche universali, saperi locali, persone e territori. Tra i vari appuntamenti, condotti da artisti ed esperti di mediazione culturale, quelli con Giuliana Racco, Diego Tonus ed Elisa Caldana, Simona Andrioletti e Valeria Marchi.
Forum è il programma di talk finalizzati a discutere e approfondire i diversi approcci al tema insieme ai partner di progetto e a ospiti di rilevanza internazionale: una tavola rotonda in cui problematizzare i temi del progetto e porre a confronto punti di vista diversi; e uno screening in collaborazione con il Circolo del Cinema che vedrà ospiti Gianluca e Massimiliano De Serio.
Ideale conclusione del progetto è Exhibition: una mostra collettiva di opere video che coinvolge artisti di fama internazionale ed emergenti, realizzata in occasione della 16ma edizione di ArtVerona, nell’ambito del programma Video&TheCity, ospitata negli spazi di Palazzo Poste, prestigioso edificio progettato da Ettore Fagiuoli negli anni ‘20 del Novecento, ex sede delle Poste italiane, che riapre alla città il Salone degli Sportelli dopo il passaggio a proprietà privata e gli interventi di restauro degli ultimi dieci anni. La mostra sarà realizzata grazie al contributo di Galleria Studio G7, Laveronica arte contemporanea, Mazzoleni, Mor Charpentier, Prometeo Gallery, Recontemporary, Rodriguez Gallery, Spazio Cordis.
L’intero ciclo del palinsesto di BLAST sarà accompagnato da una sezione dedicata ai partner: Alliances, con la quale si intende dare valore alla rete di collaborazioni con enti e istituzioni pubbliche e private che si occupano di video e immagine in movimento o che intercettano nelle proprie attività i temi di indagine.
Il progetto è promosso dall’associazione culturale Urbs Picta in collaborazione con una rete di partners tra cui AGIVERONA, ArtVerona, Ashtart Consultancy, Careof, Cestim, Circolo del Cinema, Consorzio Sol.Co con WelfCare, Diplomart, Filema, Interzona, LOOP Barcelona, Parallelo42 contemporary art, Palazzo Poste, Recontemporary, Seven Gravity Collection, con il sostegno di Fondazione Cariverona e il patrocinio di Provincia di Verona, Comune di Verona, Accademia di Belle Arti di Verona.