BOOMing Contemporary Art Show torna dal 2 al 5 febbraio, durante Art City Bologna

di - 19 Dicembre 2022

La nuova, terza, edizione di BOOMing Contemporary Art Show torna dal 2 al 5 febbraio negli spazi di DumBO, il distretto culturale che sorge negli spazi dell’ex scalo ferroviario Ravone, durante Art City Bologna, con il racconto dell’ultima generazione, delle donne, dei ragazzi in protesta contro l’emergenza ambientale, e di tutti coloro che si preparano al futuro in un’epoca di precarietà e crisi permanente.

Abbiamo chiacchierato con Simona Gavioli, critica d’arte, curatrice e direttrice della fiera prodotta da DOC Creativity, il network di professionisti delle attività culturali e creative parte della rete Doc, la più grande piattaforma cooperativa italiana del settore.

BOOMing, capitolo 3. Quali sono le novità e gli obiettivi del nuovo capitolo?

Con la terza edizione di BOOMing si apre un capitolo importante, il nostro obiettivo è sempre stato quello di dare spazio all’arte emergente, nel senso letterale del termine: emergente come urgente, ma anche come momento critico che porta a un cambiamento necessario. La nostra fiera vuole dar voce, attraverso gallerie, associazioni e le varie realtà di ricerca più ibride e all’avanguardia, che si rivedono in questa definizione, a tutti quegli/lle artist* che riflettono sulle tematiche dell’urgenza come quella ambientale, del gender gap e quella delle nuove generazioni che sono quelle di un futuro tout court. Una delle novità di quest’anno sarà proprio una sezione speciale e una mostra che punterà lo sguardo sui giovanissimi, per la quale abbiamo selezionato artist*, membri di collettivi e curatori/rici nat* dopo il 1990, anno che segna l’inizio della cosiddetta Generazione Z. Alle altre “emergenze” del contemporaneo sono dedicate un’installazione ambientale immersiva, un wall collaborativo, due performance partecipative e un progetto NFT, nonché talk e podcast con ospiti di eccezione, con cui discutere di alcuni dei temi chiave della fiera di quest’anno.

Angela Pellicanò, Sciafilia, 2021. Installazione ambiente. Courtesy Techne Contemporary Art

Come si relaziona la nuova edizione rispetto al precedente ibrido, allestito sia fisicamente che nel metaverso? Cosa mantiene e in che direzione evolve?

Quello del 2022 è stato un esperimento dato da una situazione pandemica ancora in corso. Per non perdere l’attenzione dei nostri visitatori, a gennaio – quando l’attività fieristica italiana ha subito un ultimo e totale momento di arresto – abbiamo deciso di lanciare il nostro format ugualmente e la nostra idea era quella di realizzare qualcosa di diverso, al passo coi tempi, che potesse dare a chiunque e in qualunque momento la possibilità di girare il padiglione del Binario Centrale di DumBO, di scoprire nuovi artisti, perfino di comprare opere d’arte. Quindi ci siamo buttate a capofitto nello sviluppo di quella che di fatto è stata prima metafiera d’arte contemporanea italiana, resa possibile con il supporto del nostro partner Lieu.City. Organizzare e gestire una fiera nel metaverso è stata una sfida importante che ha portato a risultati oltre le aspettative. A maggio, finalmente, siamo potute tornare in presenza con tutte le difficoltà di una fiera fuori stagione, comunque cresciuta in termini di qualità dell’offerta espositiva su cui poter innestare ora questo nuovo capitolo fatto non solo ed esclusivamente in ma con presenze partecipative, collaborative e coinvolgenti, senza perdere la consapevolezza di ciò che è stato. L’esperienza della seconda edizione, fisica e in meta, ci ha dato la carica e l’energia per andare oltre i nostri limiti, per superarci, per osare sempre di più. Nel 2023 vogliamo nuovamente superarci, ma vogliamo farlo lanciando un progetto che dia spazio alle nuove generazioni, che le ascolta, le indaga, ne è complice. Vogliamo essere ribelli coscienti e vogliamo puntare sul futuro. Ancora una volta, rischiando quando gli altri preferiscono la comfort-zone dell’arte storicizzata. In questo rischio consapevole siamo supportate e incoraggiate per il terzo anno consecutivo dal nostro producer Doc Creativity che anche in questa fase nuovamente delicata per il comparto creativo e le sue categorie professionali nell’ambito e in sinergia con la rete DOC dedica tutti gli sforzi alla difesa dei diritti e delle potenzialità dei creativi di ogni settore.

Elena Pizzato Ketra, Utereyes, 2022. Tapestry handmade su rete a maglia con diversi tipi di lana, 120x105cm. Courtesy Supermartek

Il simbolo della nuova edizione è la Zeta. Cosa vuole rappresentare e come sarà declinato?

La Zeta è l’ultima lettera dell’alfabeto, che rappresenta in qualche modo la chiusura di un cerchio: un modo per buttarci alle spalle questi anni di difficoltà che abbiamo passato, pur nell’incertezza di quanto ci riserva il domani, ma è anche capolettera di un nuovo inizio. Abbiamo ricamato un po’ intorno a questa idea, declinando il plurale inglese con la -z e giocando con lo slang della “Generazione Z”. Il titolo di ogni sezione, infatti, termina con la (Z): un modo per fare il punto della situazione delle tematiche che affronteremo quest’anno, attraverso la riflessione svolta dagli/lle artist* scelt* dalle singole gallerie. Non si tratta tuttavia di una riflessione statica e passiva, ma di una ricerca che porta a comprendere quali saranno i prossimi passi da compiere.

Mariachiara, 2011. @Archivio Letizia Battaglia. Courtesy Crumb Gallery

Quattro le sezioni: SPROUT(Z), GENERATION(Z), FEMINISM(Z) e 7 DAY(Z) FOR FUTURE. Quali sono le loro particolarizzazioni, come si collocano nel contesto della fiera e quale percorso ha portato alla loro definizione?

Come anche nelle edizioni passate abbiamo scelto un approccio curatoriale nella divisione delle quattro sezioni della fiera, a partire da una riflessione su alcuni dei grandi problemi che affliggono il presente. SPROUT(Z) è la Main Section della fiera, che raccoglie tutte quelle realtà che, seminando e avendo cura, sono cresciute con ancora qualcosa di inedito da dire e la voglia costante di emergere e di rinnovarsi, come Zanini Arte sempre pionieri nell’avanscoperta di un’arte digitale che dialoga con quella fisica (che portarono gli Hackatao in tempi non sospetti proprio alla prima BOOMing) o l’ultimo e neonato brand “Love Spot Galleries” di Deodato Arte, gruppo in continua crescita internazionale a tutti livelli del sistema che ha appena chiuso la personale di David LaChapelle nei nuovi spazi della galleria madre a Milano e che ora è pronta a lanciare le proprie spin-off in franchising. GENERATION(Z) è invece dedicata all’ultima generazione, che ha il pregio di indagare la realtà con sguardo disincantato, per scoprire quanto di nuovo ci riserva il futuro con la presenza di giovani eccellenze nazionali di gallerist* e artist* nat* dopo il 1990 come Cellar Contemporary di Trento e Candy Snake Gallery di Milano. FEMINISM(Z), che per il terzo anno consecutivo attiva un focus sulle donne, ancora tristemente sottorappresentate nel sistema dell’arte, sia attraverso la partecipazione di figure femminili di spicco nel panorama internazionale, sia attraverso il racconto dell’universo femminile decostruito e analizzato dagli/lle artist*, a prescindere al genere. Oltre alle opere dissacranti di MadMeg presentate da D406 – diventate ormai un manifesto della sezione – sono i lavori dell’Archivio di Letizia Battaglia (che vennero presentati per la prima volta in una fiera italiana proprio a BOOMing nel 2020) a cura di Crumb Gallery ad ispirare il resto della sezione con una riflessione sfaccettata sul corpo come vero “campo di battaglia” fra oggettivazione e libertà. Infine, 7 DAY(Z) FOR FUTURE riporta nuovamente l’attenzione sulle problematiche ambientali; il titolo di quest’anno è ispirato al movimento internazionale dei “Fridays For Future”, ma un giorno a settimana non basta più per affrontare un’emergenza che è ormai quotidiana. Tra i protagonisti, con proposte che spaziano da Nord a Sud dell’Italia, Fabbrica Eos di Milano e Techne Contemporary Art di Reggio Calabria con progetti site e theme specific: un solo show e l’installazione “432 Hz” del duo Zeroottouno e il progetto “Sciafilia” dedicato alla vita – non troppo remota nell’immaginazione ormai corrente di scenari post-apocalittici – di esseri nell’ombra.

ZEROOTTOUNO, Heart-Earth, 2019. Neon, 66x31x1 cm. Courtesy Fabbrica Eos

Quali saranno i progetti speciali dentro e fuori la fiera che amplieranno questi temi? Puoi già darci qualche anticipazione?

A ribadire l’impegno intergenerazionale per la salvaguardia ambientale e un futuro più sostenibile, sarà quest’anno il progetto speciale ANTIMATTER_STONE A BOLOGNA. Un’operAZIONE Terzo Paradiso, organizzato da Cittàdellarte – Fondazione Pistoletto, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto nell’ambito di ART CITY Bologna 2023. Un’iniziativa ispirata e sostenuta da uno dei più grandi precursori di un’arte impegnata e capace di contribuire alla riconciliazione della cultura con la natura, che si esprime proprio nel simbolo dell’infinito del Terzo Paradiso, ma che pone al centro l’opera di un artista emergente, coinvolge due diverse generazioni di curatori – Alessio Vigni e Francesco Saverio Teruzzi – e parte da un lavoro pedagogico sulle fasce dell’infanzia e dell’adolescenza con attività formative nelle scuole e università delle città che tocca. Antimatter Stone è una scultura monumentale di Sebastiano Pelli, realizzata in materiali di scarto e fatta per contenere e simbolicamente trasformare i rifiuti plastici che saranno raccolti all’ingresso della fiera, in energia collettiva attraverso due grandi performance partecipative che attorno ad essa prenderanno vita nel cuore del distretto di rigenerazione culturale condiviso DumBO.

Antimatter. Stone a Cantù. Un’operAZIONE Terzo Paradiso. Ph. Francesca Marelli

L’edizione del 2023 prevede un altro ospite d’eccezione. Che significato avrà il suo intervento e come si colloca nel contesto della città di Bologna?

Come già anticipato, quest’anno ci saranno ospiti di eccezione con cui stiamo realizzando progetti collaterali di grande valore. Tra questi, ci fa grande onore la collaborazione con Ruben Montini, un artista straordinario, tra le voci più importanti nelle arti visive del mondo LGBTQ+ ed erede di alcune circostanze del femminismo che si collegano con le questioni di genere affrontate nella nostra sezione di punta dei femminismi, da sempre e volutamente declinata al plurale. Muovendo da tristi fatti di cronaca e prestando la sua voce a chi non ha un microfono, con la sua nuova performance, “CARNE DA MACELLO”, della durata dell’intera fiera, offrirà alla città di Bologna uno spazio di riflessione in cui riconoscersi.

Ruben Montini, Il mio cuore sarà sempre con voi, 2022. Broccato sardo, organza di seta, cotone, stoffe sintetiche cucite si legno, filo metallico, ottone. Ph. Nicola Morittu

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