C’è un sentiero ed è seduto: è di Marco Nones nella conca del Ciampac

di - 13 Luglio 2024

Non c’è niente, come una seduta, in grado di accogliere l’essere più intimo di ognuno di noi: forse è questa sensazione ad aver ispirato Marco Nones a immaginare e poi realizzare il Sentiero seduto che arricchisce, da qualche settimana, quella spettacolare e altissima Sella Brunech: raggiunta la conca del Ciampac, con una vista mozzafiato sui gruppi Sella, Pordoi e Boè, c’è una seggiovia che porta, con una velocità di 5 metri al secondo, a quota 2441 metri.

«Mi sono divertito», racconta Nones, entusiasta di un progetto che oltre alla sua abilità artistica lascia emergere una sensibilità rara. Prezioso, in fase di ideazione, è stato il confronto con Beatrice Calamari, con cui si è figurato la possibilità di un’opera viva, accogliente e rispettosa della natura, capace in tempi social di correre di follower in follower, in ogni angolo del pianeta, portando con sé quelle montagne che offrono, sempre, una cornice unica, lasciando a noi il compito di inventare la storia – di gioia, di tintarella, d’amore o di sfide, per esempio – che pulsa al suo interno.

Marco Nones, Trono spremi idee. Ciampac, Sentiero seduto, 2024

Nones (avevamo approfondito una sua opera nei Giardini della Venaria Reale qui) non è nuovo a operazioni di questo tipo: sovente sembra riportare a una dimensione pura, quasi sciamanica – già Paul Klee del resto aveva scritto del fatto che «noi imitiamo nel gioco dell’arte le forze che hanno creato e creano il mondo» – nella quale l’intervento umano non si sente ancora separato dalla dimensione infinita e totale della potenza della natura e anzi, se ne lascia attraversare libero di provare ed esprimere emozioni e sensazioni. Rito o mito? Forse entrambe, il confine è labile, e rispondersi è possibile sedendo sulle panchine di Nones, una dopo l’altra, e dimenticando per un istante tutto ciò che di futile può circondarci. Come contemporanei personaggi in cerca d’autore, ognuno può scegliere la propria seduta: per il piccolo genio c’è il Trono spremi idee sullo sfondo della Marmolada, per i vanitosi c’è il Trono vanitoso baciato dal vento, per i coraggiosi e, perché no, più trendy, c’è la Panchina per abbronzatura a scacchi, per chi è felice c’è la Panchina felice, e per gli innamorati c’è la Panchina degli innamorati, dove un bacio significa per sempre.

Marco Nones, Panchina per innamorati. Ciampac, Sentiero seduto, 2024

E, ancora, c’è un’Area vip, per chi volesse stendersi con posa sofisticata e glamour sull’intramontabile icona del design, la chaise longue, completamente in legno per mano di Nones. Non mancano il Trono dei campioni, per gli amici che si sfidano sulla risalita, o il Trono schiaccia pisolino, per chi volesse letteralmente schiacciare il pisolino del suo compagno di viaggio. L’ultima seduta, che si apre sull’immensa San Nicolò, sono Troni scomodi, che ripagano di una di una vista inaudita tutt’intorno a 360° gradi.

Il Sentiero seduto di Marco Nones si offre alla vista come un palcoscenico in allestimento, con il sipario alzato mentre ognuno procede alla rappresentazione della propria scena, del proprio momento. Non ci sono prove, è tutto reale, e immediato, durevole a seconda dell’individuale emozione, che sia il tempo di un click o di una lunga e rigenerativa pausa. Che si guardi o che se ne prenda attivamente parte, ci svela la magia della creazione artistica e ci rivela il meccanismo di una comunicazione fondata sulla trasmissione di messaggi autentici, che rispondo al nostro essere in un dato momento in una linea temporale non lineare ma frammentata, ogni volta da un’emozione diversa.

Marco Nones, Troni scomodi. Ciampac, Sentiero seduto, 2024

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