C’è un filo che congiunge non solo idealmente l’entroterra al mare e a seguirlo, per raccontarne le relazioni che vi si svolgono intorno, le vicende, le persone, i progetti e la quotidianità, è Caloma Festival, la manifestazione che, dal 26 al 28 luglio, si diffonderà sul territorio di Casamassella, in provincia di Lecce. Il nome del festival rimanda a un’antica tecnica usata per la pesca, la Caloma, una lunga lenza con molti ami, e richiama alle donne che ne hanno fatto la storia: le tessitrici.
La manifestazione si inserisce nell’ambito del piano Casamassella – Borgo delle Tessitrici, finanziato dal Ministero della Cultura tramite il Bando PNRR Borghi 2023-2026, incentrato su interventi di rigenerazione e momenti di valorizzazione di aree considerate periferiche ma di grande valore, sia paesaggistico che culturale.
Il calendario si articola in diversi momenti musicali – Officina Zoè, Claudio Cavallo Traditional, Giro di Banda, Mino de Santis e Pantaleo Rollo – incontri con registi come Edoardo Winspeare, letture teatrali, laboratori di riflessione sulla cultura alimentare, in collaborazione con il Gambero Rosso Accademy, workshop di fotografia e di movimento arcaico. In programma anche una sezione dedicata all’arte contemporanea, Spaesamenti, a cura di Maria Francesca Guida, con una serie di interventi diffusi tra il borgo e la valle dell’Idro, che coinvolgeranno Iginio De Luca, Guendalina Salini, Elena Bellantoni, Delphine Valli, Luca Coclite, Luigi Coppola, Muta Imago, Principio Attivo Teatro.
Ogni artista è stato invitato in residenza, sollecitando nuovi modi di guardare i luoghi e di entrare in una dimensione intima e domestica delle case e delle relazioni di comunità, senza spettacolizzare il borgo e la sua comunità.
«Tutta l’esperienza dello spazio si muove tra l’appaesamento e lo spaesamento, i vari interventi artistici cercano di orientare e disorientare questa relazione con Casamassella che si sposta sempre attorno ad un “filo madre” che tiene tutto insieme», spiegano gli organizzatori. «Una proposta di un percorso in punta di piedi, una visione di un mondo più nascosto, recondito, fatto di memorie sommerse, di tessuti sonori, di legami ancestrali, di piccoli gesti poetici, di sguardi tra interno ed esterno, di spazi che temporaneamente si aprono. Qui è ancora possibile recuperare la valenza strategica del rielaborare nuove forme dell’identità: “Il viaggio diventa così il piano ideale per un rinnovamento poetico che opera attraverso lo spaesamento” (Levi Strauss, Tristi tropici,1960)».
Elena Bellantoni presenta OR-DITE, un intervento installativo e performativo site specific concepito per Casamassella. Il lavoro parte dalle immagini di archivio della Fondazione Le Constantine in cui i grandi rocchetti di fili venivano raccolti nello spazio pubblico per formare delle grandi matasse. L’artista riattiva questa “tradizione” creando un dispositivo di fili che collega differenti declinazioni di spazio nel paese: le strade, i balconi, le corti, gli oggetti, i luoghi abbandonati e l’interno delle stesse case. Resteranno distribuiti nel paese dei grandi rocchetti/totem che, come tracce, formeranno un’installazione pubblica.
L’opera Segnavento: posatoi, segnaposto e belvedere di Luca Coclite evidenzia la tensione tra stabilità e movimento. L’oscillazione casuale del “Segnavento” diventa, infatti, una metafora della costante ricerca di equilibrio e comprensione in un mondo sempre più complesso da decifrare. Nel suo atto funzionale di indicare il vento, quest’asse che indica il cielo, funge anche da segnaposto, riconoscendo Casamassella come un luogo di passaggio cruciale lungo la via orientale che conduce verso il Mediterraneo.
Iginio De Luca presenta LOROS, una performance e installazione sonora per la Cripta di Monte Sant’Angelo. L’idea nasce da una trascrizione sonora di quella che è una tecnica tessile legata alla tradizione de Le Costantine e al territorio di Casamassella: intrecciare con i suoni corali del luogo, trame in forma di partitura, traducendo uno spazio visivo in tempo acustico. L’installazione audio sarà integrata da una performance dal vivo all’interno della Cripta.
Il lavoro di Guendalina Salini, LA TERRA DEL REINCANTO, storie di vicinato, prende vita su stoffe bianche di uso domestico: abiti, tovaglie, federe, coinvolgendo alcuni abitanti di case situate in vicoli e corti vicine. L’intervento prevede la stampa di motivi ornamentali che vengono dalla tradizione tessile di Casamassella, motivi che si tramandano di generazione in generazione nella ritualità quotidiana e che sono dei talismani, dei simboli, delle trame che compongono il tessuto simbolico e l’iconologia della tradizione popolare del luogo.
Delphine Valli con i suoi interventi sui vetri nel luogo dove operano Le Costantine di Casamassella, eccelse tessitrici che hanno creato un Paradiso sostenibile, dove “Quel che passa per i loro fili è qualcosa di vivo, è sottile e insieme tenace”, o sui vetri di una casa abbandonata, vuole riunire con sovversiva semplicità e necessaria sobrietà, negli spazi limitrofi tra interno ed esterno.
I taraletti, i telai usati per essiccare il tabacco, nei mesi estivi fino all’inizio degli anni ‘90 erano parte del paesaggio dei centri abitati di gran parte dei paesi del Salento. Erano il simbolo della produttività del territorio e di un’economia importante per ogni famiglia. Nell’opera proposta da Luigi Coppola, i taraletti si trasformano in seccatoi per accogliere quella biodiversità e molteplicità che sono le chiavi per affrontare le sfide ecologiche, sociali ed economiche che stiamo attraversando.
Presentato da Giuseppe De Mattia, Collezione di vicinato è un progetto di studioconcreto che si rivolge a tutti coloro che sono accomunati dal desiderio di conoscere e “abitare” l’opera d’arte. Attraverso una semplice richiesta è possibile ricevere in comodato d’uso temporaneo una delle opere disponibili all’interno del database collezionedivicinato.net che permette di esplorare la collezione da remoto. Una galleria fotografica documenta lo storico delle movimentazioni delle opere, generando una mappatura per immagini dei percorsi e degli appuntamenti realizzati attorno all’opera.
Dopo il diluvio è un’installazione sonora di Muta Imago, un racconto sci-fi che muove dai luoghi in cui si installa per immaginare destini e fughe lontane. La scrittura parte da una intuizione semplice: Claudia Sorace e Riccardo Fazi danno vita a un racconto epistolare i cui protagonisti si muovono nel tempo a partire dal luogo in cui si trovano.
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