Avevamo seguito, lo scorso anno, la vicenda del ritiro di London, il libro di Gian Butturini del 1969 ristampato grazie al fotografo inglese Martin Parr e all’editore Damiani di Bologna, a causa dell’accusa di un’attivista 20enne supportata da un ex manager della BBC che aveva indicato il volume come “palesemente razzista” a causa di una doppia immagine in cui appare una donna di colore che vende biglietti, chiusa in un gabbiotto, e un gorilla dello zoo di Londra.
Peccato che l’accostamento, già in origine, fosse esplicitato nel testo introduttivo che scrisse lo stesso Butturini: “Ho fotografato una donna nera, chiusa in una gabbia trasparente; vendeva biglietti per la metropolitana: una prigioniera indifferente, un’isola immobile, fuori dal tempo nel mezzo delle onde dell’umanità che le scorreva accanto e si mescolava e si separava attorno alla sua prigione di ghiaccio e solitudine […] Ho fotografato il gorilla di Regent Park, che riceve con dignità imperiale sul muso aggrondato le facezie e le scorze lanciategli dai suoi nipoti in cravatta”.
Eppure la violenza mediatica era esplosa, e su Parr e Damiani si era abbattuta una tale campagna d’odio e discredito che porterà il fotografo a dimettersi dalla direzione del Bristol Photo Festival e a chiedere il ritiro del libro.
Ora Martin Parr, domani, per la prima volta dall’episodio tornerà a parlare di queste tematiche, anche in occasione della mostra “From London to free Derry di Gian Butturini”, attualmente in scena alla galleria d’arte Studio Cenacchi di Bologna.
Con lui, a parlare del tema nel dibattito dal titolo “Il mondo dell’immagini e la cancel culture” vi saranno anche Matteo Bergamini, autore del recente L’involuzione del pensiero libero – arte e giornalismo all’epoca del non detto, edito da Postmedia Books; Marta e Tiziano Butturini, dell’Associazione Gian Butturini; lo scrittore Giuseppe Culicchia, autore di E finsero felici e contenti – dizionario delle nostre ipocrisie, Feltrinelli, 2020; Denis Curti, direttore artistico della Casa dei Tre Oci di Venezia e dei Festival di Fotografia di Savignano e Capri; Gigliola Foschi, curatrice della mostra di Gian Butturini “From London to free Derry”; l’avvocato Federico Montaldo, autore di Manuale di sopravvivenza per fotografi – diritti, obblighi, privacy, emuse, 2019 e il gallerista Jacopo Cenacchi.
Un momento per cercare di fare luce, e resistenza, intorno a uno dei fenomeni sempre più violenti e persuasivi dell’annullamento della libertà di espressione.
A partire dalle ore 11, in diretta sulle piattaforme Facebook e Youtube.
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