Quattro artisti dai linguaggi espressivi eterogenei, diversi per formazione e contesti attraversati, per temi, interessi e ricerche affrontati, accomunati da un’unica cosa: non hanno alcuna esperienza pregressa con la ceramica. Questa la prima, unica e fondamentale regola di Cantieri Montelupo, il programma di residenze d’artista a Montelupo Fiorentino, curato da Christian Caliandro e che, quest’anno, arrivato alla terza edizione, ha coinvolto Anna Capolupo, Maria Palmieri, Roxy in the Box, Alessandro Scarabello, insieme ai ceramisti Ceramiche d’Arte Ammannati, Patrizio Bartoloni, Ivana Antonini (con la collaborazione di Marco Ulivieri) e Stefano Bartoloni.
Organizzato e sostenuto dalla Fondazione Museo Montelupo e dal Comune di Montelupo Fiorentino, Cantieri Montelupo si avvale del contributo del bando di iniziativa regionale Toscanaincontemporanea2023 e apre le porte in concomitanza con l’evento nazionale Buongiorno Ceramica, festival delle città della ceramica italiane, promosso da AICC -Associazione Italiana delle Città della Ceramica.
Scopo del progetto è promuovere il dialogo tra museo, produzione di ceramica e comunità , utilizzando il linguaggio dell’arte contemporanea e con una sola direttiva: vengono invitati artisti senza alcuna esperienza conoscenza specifica della ceramica e che, anzi, provengono dai linguaggi apparentemente più distanti da essa, in modo da attivare meccanismi spontanei liberi da condizionamenti.
«Con i quattro artisti, nelle residenze svolte tra giugno 2023 e febbraio 2024, si è proseguito e sviluppato il lavoro – sul processo più che sul prodotto – iniziato nel 2021, attraverso il coinvolgimento attivo dei ceramisti del territorio e dell’intera comunità di Montelupo Fiorentino. Il maggiore respiro temporale di questa terza edizione dei Cantieri Montelupo ha consentito di approfondire e ampliare l’esplorazione delle possibilità offerte dal materiale e dalle tecniche, lavorando ancora di più sull’innovazione e su quella componente dell’imprevisto che caratterizza sin dall’inizio l’intero progetto», ci ha spiegato Caliandro.
La mostra, che aprirà il 18 maggio e sarà vistabile fino al 23 giugno alla Galleria di via XX Settembre 37, rappresenta il momento conclusivo di un percorso di residenze d’artista iniziato a giugno 2023 e appena concluso, che ha dato vita a una serie di opere site specific realizzate attraverso il coinvolgimento attivo dei ceramisti del territorio e dell’intera comunità di Montelupo Fiorentino. I quattro artisti hanno contribuito all’implementazione del Parco della ceramica contemporanea di Montelupo Fiorentino, attraverso la produzione di opere pubbliche realizzate ad hoc da collocare nel centro storico di Montelupo Fiorentino e, in maniera permanente, sulla sponda del fiume Pesa.
La pittrice Anna Capolupo ha collaborato con Ceramiche d’Arte Ammannati, creando “biscotti” dipinti a smalto (Cecità e Afonia), oggetti a metà tra dipinti, sculture, oggetti devozionali e rituali ispirati alle tradizioni ancestrali della Calabria, che rappresentano un collegamento importante con le sue radici.
La fotografa Maria Palmieri, insieme al ceramista Patrizio Bartoloni, ha dato vita a un’innovazione sorprendente della fotoceramica, legata tradizionalmente a un linguaggio rigido e a tratti “funereo”. Attraverso un lavoro sperimentale sulle superfici e sull’interazione tra immagine fotografica, smalto e cotture, è nata una serie di oggetti – lastre, scodelle, brocche, mattoni in refrattario – che sembra nuova e allo stesso tempo antica, e che attiva ancora una volta una delle sedi principali dell’immaginario montelupino: il torrente Pesa. La serie, che si intitola Rudralith (da Rudra, antica divinità vedica legata ai sacrifici rituali), trasforma l’oggetto ceramico in una testimonianza tangibile della transitorietà del tempo.
L’artista visiva Roxy in the Box ha esplorato il legame tra Montelupo Fiorentino e la villa medicea dell’Ambrogiana, utilizzata come manicomio criminale durante l’epoca lorenese e poi fino al 2017 come Ospedale Psichiatrico Giudiziario. L’installazione, intitolata On the Air e realizzata con i ceramisti Ivana Antonini e Marco Ulivieri, presenta una poltrona con lo schienale ricoperto di rose, che poggia su una serie di lastre dipinte dai residenti con i propri ricordi felici. La poltrona è circondata da cinque megafoni, decorati con motivi quali sigarette, caramelle, lamette, spine, ancora rose, che rappresentano le voci degli internati, voci che trovano in quegli elementi occasionali momenti di sollievo e che spesso venivano udite dagli abitanti. L’opera si concentra sulla fusione tra memoria individuale e collettiva del paese.
Il pittore Alessandro Scarabello, partendo dalla sua serie di dipinti chiamata Heretic Exercise, ha sperimentato il suo stile su mattonelle e pezzi di ceramica con l’aiuto di Stefano Bartoloni, eccellenza nel campo della decorazione pittorica su ceramica.
Infine, completano Cantieri di Montelupo le opere site specific e in grande formato realizzate dagli artisti Anna Capolupo e Alessandro Scarabello sul muro di argine del fiume Pesa. Si tratta di Rapacissime, “una natura morta con arpia” di tre metri per tre in cui Anna Capolupo ha rielaborato una delle figure più famose della tradizione ceramica montelupina, e di un trittico in bianco e nero di tre metri per sette intitolato Opera nigra, con un animale in spazi metafisici dipinto da Alessandro Scarabello. Le due nuove opere vanno ad affiancarsi al dittico realizzato da Gianni Asdrubali nel 2016.
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